Intermezzo
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Vicina lontananza
Dublino e dintorni, Ivan e Peter, fratelli diversi al cospetto di una vita contraddittoria, compulsiva, rassegnata, fallimentare, inconcludente, il presente collassato al funerale del padre, morto dopo lunga malattia, da quel momento un onnipresente dolore corrosivo.
La maturità letteraria di Sally Rooney si traduce in un romanzo dalla trama scarna, un concentrato di realismo, intimità, vita vissuta, ma anche di riferimenti letterari ( Shakespeare, Joyce, Keats, Wordsworth, Hardy, Henry James) e filosofici ( Wittgenstein, Russell) adeguando forma e contenuto all’ unicità dei protagonisti.
Storie immerse in un frizzante microcosmo sentimentale, nel quotidiano, gesti ripetuti, soliloqui parlanti, dialoghi aperti, esperienze rivisitate, il vicendevole raccontarsi, la forza di un sentimento condiviso, la disperazione di un dolore sempre più grande, il rimpianto della perdita, la constatazione del fallimento.
Quale l’ origine del proprio dolore, separati da un lutto evidente, dove collocare la rabbia, il proprio senso di solitudine, smarriti, non amati, persi, più o meno consapevolmente.
Peter e Ivan, dieci anni di differenza, una contrapposizione caratteriale, relazionale, culturale, fisica, esposti alla propria inettitudine, a una contrapposizione evidente, a una non frequentazione di lungo corso, un odio-amore che sottende diversità e gelosia, trame irrisolte e strani convincimenti, una lontananza imbrattata di un’ incomunicabilità di fondo.
In un’ alternanza di presenza-assenza spicca una vita sentimentale controversa, Peter, avvocato trentaduenne che vive all’ interno di un’ egocentrica superficie apparente, diviso tra una relazione di lungo corso corrosa da un grave incidente (Sylvia) e vissuta come amicizia particolare e la passione irrazionale per una giovane studentessa (Naomi) che attinge continuamente dalle sue risorse, Ivan, scacchista ventiduenne, solitario, introverso, goffo, inadeguato, si imbatte in un’ affascinante trentaseienne reduce da un matrimonio fallimentare con la quale vivere un amore profondo e appagante ( Margaret).
Alla morte del padre i fratelli sostano in un intermezzo prolungato, un tentativo di recupero relazionale abortito precocemente, un viaggio sentimentale caotico e controverso in cui specchiarsi nella propria mediocrità e riconoscere l’ impossibilità di un amore senza futuro osteggiato da una comunità cattolica e benpensante.
In questo dolore onnipresente la rabbia imperversa, i rimpianti ritornano, il lutto rimane, immobilizzati dalla propria insensatezza, con la paura dell’ amore, del fallimento, di essere ricambiati, respinti, di perdersi in una dipendenza affettiva, il proprio senso di solitudine compagno da sempre.
Ivan e Peter, riuniti da divergenze complementari, desideri legati agli accadimenti, entrambi navigano nel passato, nei propri rimpianti, nel dolore della perdita, nel flusso di coscienza, nell’ impossibilità di assumere lo status di pater familias.
L’ autrice dosa il linguaggio ai tratti dei protagonisti e alla loro essenza, quello di Peter tronco, freddo, rivolto al passato, quello di Ivan imbrattato di un algido romanticismo sentimentale.
Le figure femminili del romanzo sono assai presenti, anch’esse reduci da un passato doloroso e controverso, bisognose d’ amore, dentro un caos relazionale contraddittorio, disposte a scelte radicali in una vita senza certezze, fragilmente esposte al caos sentimentale dell’ altro, abbandonate alla solitudine in uno stato di anestesia apparente.
Nell’ incedere del romanzo la singola voce dei protagonisti e dell’ io narrante si fa incalzante, collettiva, il turbinio emozionale imperversa, il tempo stringe, le scelte incombono, gli accadimenti riflettono una vita segnata e stravolta da una persona o da una relazione, ma è
“ la vita stessa a dare un senso a quelle relazioni “
e sono le persone a creare e a dare senso alla vita il cui incedere attraversa precarietà, perdite, dolori, immaginazione, pensieri, quello smisurato mistero irrisolto riproposto quotidianamente.
“ niente è fisso. Lei, l’ altra. Ivan, la sua fidanzata. Christine, il padre, dall’ oltretomba. Non sempre funziona, ma faccio del mio meglio. Vedi come va, continua comunque a vivere “