Insolito e crudele
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Kay, Pete, Benton, Lucy...
Siamo in prossimità del Natale e Kay viene chiamata ad occuparsi dell’autopsia di Ronnie Joe Waddell giustiziato sulla sedia elettrica. Da nove anni rinchiuso nel braccio della morte, accusato del raccapricciante omicidio della giovane annunciatrice televisiva Robyn Naismith.
La storia si intreccia con l'efferato assassinio di un tredicenne che, nella modalità di ritrovamento del cadavere, fa pensare alla Naismith, i punti in comune sono tantissimi e sembrerebbe esserci ancora la mano di Weddell, ma è ovviamente impossibile, perchè nelle stesse ore veniva giustiziato...oppure no? Tutto si ingarbuglia pericolosamente...e se il corpo che Kay stà analizzando non fosse di Weddell? E dove sono finite le impronte digitali? O forse chi doveva rilevarle non lo ha fatto fingendo di dimenticarsene?
Insomma tutto diventa insicuro, anche la squadra che la assiste in obitorio: il suo vice Fielding, l’amministratore Ben Stevens, l’assistente di sala Susan Story...sono sempre colleghi di cui si può fidare?
Kay, capo medico legale della Virginia, avrà ancora una volta bisogno dell'aiuto di Benton Wesley, agente speciale dell' FBI, ma anche capo dell’Unità di scienze comportamentali di Quantico, esperto nello studiare i crimini violenti ed elaborare i profili psicologici degli esecutori, di Vander, responsabile dell‘AFIS Sistema Automatizzato di Identificazione Impronte, di Pete Marino fidatissimo amico e agente dell'Investigativa di Richmond. Ma avrà bisogno anche delle capacità informatiche della nipote Lucy che in questi anni è cresciuta ed è diventata un genio del computer.
Insomma ciò che può sembrare una banale trama, grazie alla Cornwell, eccezionale narratrice, diventa un romanzo godibilissimo. La sua attenzione per i dettagli e il particolare è piacevolmente maniacale. Ma il saperlo ben raccontare fa si che a te non stufi leggerlo.
Nelle spiegazioni medico scientifiche tutto è argomentato con estrema chiarezza e semplicità. Si vede che la scrittrice si è ben documentata.
Quando descrive un crimine, un paesaggio, un abbigliamento, un ambiente, un piatto cucinato, lo fa così bene che mentre lei lo racconta ti sembra di essere lì con lei, vedi e senti tutto, anche gli odori.
Davvero, ciò che più mi colpisce del suo stile è proprio questa capacità di scrivere dialoghi perfetti, descrivere i luoghi e farteli vedere con i tuoi occhi, il freddo e il bagnato della pioggia fartelo sentire sulla pelle, l’umidità ti penetra sulla schiena, della neve senti la consistenza nella mano.
Con questo romanzo nel 1993 è vincitrice del Gold Dagger Award, premio letterario assegnato annualmente dalla Crime Writers' Association per il miglior romanzo giallo dell'anno.
Per me è meritato.
Indicazioni utili
In ordine di uscita è più interessante e coinvolgente la lettura.