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Nei suoi bestseller, Dan Brown ha mescolato in modo magistrale storia, arte, codici e simboli. In questo nuovo e avvincente thriller, ritorna ai temi che gli sono più congeniali per dare vita al suo romanzo più esaltante. Robert Langdon, il professore di simbologia di Harvard, è il protagonista di un'avventura che si svolge in Italia, incentrata su uno dei capolavori più complessi e abissali della letteratura di ogni tempo: l'"Inferno" di Dante. Langdon combatte contro un terribile avversario e affronta un misterioso enigma che lo proietta in uno scenario fatto di arte classica, passaggi segreti e scienze futuristiche. Addentrandosi nelle oscure pieghe del poema dantesco, Langdon si lancia alla ricerca di risposte e deve decidere di chi fidarsi... prima che il mondo cambi irrimediabilmente.



Recensione della Redazione QLibri

 
Inferno 2013-05-21 06:48:42 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    21 Mag, 2013
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INFERNO

INFERNO di Dan Brown aspira a diventare anch'esso un mega seller come i suoi predecessori ma questa volta qualcosa è cambiato, sarà perchè il nostro autore forse un po' frettolosamente ha lanciato quest'opera i cui contenuti, l'Inferno del sommo Dante Alighieri, avrebbero attirato i curiosi di tutto il mondo, motivi editoriali?
La trama è la solita una vera e propria caccia al tesoro con annessa una caccia all'uomo, indovinate chi? Ma come no, Robert Langdon ed anche in questo caso le sorti del mondo sono in bilico.
Questa avventura del protagonista ormai stranoto per Il Codice da Vinci, Angeli e Demoni ed Il simbolo perduto manca un po' di mordente.
L'inizio è sfolgorante, mi sono detto: "caspita che thriller dai ritmi incalzanti" ma poi la storia si arrampica un po' sugli specchi, tranquilli anche in questo caso Dan ci fornisce le sue soluzioni.
I capitoli sono brevi e come nello stile dell'autore ad ogni chiusura ci lascia col fiato sospeso.
Incredibili ed affascinanti le descrizioni di alcune delle città più belle del mondo e più ricche dal punto di vista artistico, Firenze su tutte ma non vi rivelerò altro altrimenti che gusto vi lascerei???
L'arte, la letteratura e la genetica fanno da sfondo ad una trama di un romanzo che alla fine forse lascia un po' l'amaro in bocca.
Inutile dire che la Divina Commedia attrae sempre la curiosità del lettore, soprattutto nella parte riguardante le cantiche dell'Inferno appunto, ci affascinano i peccati ma soprattutto inconsciamente siamo attratti sadicamente dalle punizioni...alla fine della lettura posso solo dire che il peccato più grave potrebbe essere l'immobilismo e l'indifferenza, quanto ci importa del futuro?
Voglio lasciarvi con un piccolo rimando musicale...che inserirò nei commenti.
Buona lettura a tutti.
Syd

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...Opere di Dan Brown e Glenn Cooper
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Inferno 2016-09-10 16:33:44 deborino
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deborino Opinione inserita da deborino    10 Settembre, 2016
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LASCIATE OGNI SPERANZA O VOI CHE ENTRATE

Dopo aver letto di seguito ben quattro libri di Jane Austen, mi sono buttata su questo, cambiando completamente genere.
Di Dan Brown è il secondo libro che leggo, dopo "Il codice da vinci".
Sicuramente è un libro geniale, assolutamente studiato e bisogna dare all'autore tutti i meriti perché anche questa volta ha creato un romanzo ricco di mistero, suspance e soprattutto incredibili colpi di scena specialmente nel finale.
Ammiro molto in Dan Brown, la "genialità" del contenuto dei suoi libri, cioè lo studio che c'è dietro, l'analisi delle opere d'arte e dei testi su cui è basato, come in questo caso la "Divina Commedia".
L'unica cosa per me negativa, che ho notato ancora di più leggendolo dopo i quattro romanzi della Austen, è stata la "velocità" con cui accadono gli avvenimenti in quanto in ogni frase succede qualcosa al protagonista.
Questa sua caratteristica implica il lettore a dedicarsi alla lettura quando è ben attento perché ogni parola è importante e necessaria per capire i colpi di scena.
Detto questo, ora aspetto solo l'uscita del film con Tom Hanks nei panni del protagonista che spero non deluderà!

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Inferno 2016-03-18 16:17:30 marika_pasqualini
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marika_pasqualini Opinione inserita da marika_pasqualini    18 Marzo, 2016
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inferno....romanzo o realtà?

Robert Langdon ormai è uno di famiglia! le sue stranissime avventure, una dopo l'altra, portano a galla verità nascoste dal tempo dei tempi. anche questo romanzo ha dato un senso a ciò che sta succedendo nel mondo, a ciò che è successo e probabilmente (spero di no anche se è già iniziato questo processo), a ciò che succederà!
Scrittura fluente, si legge in una settimana. è leggermente ripetitivo per chi ha letto altri romanzi di Brown, ma se si prende come fosse un libro a sè, non ci si ricorda nemmeno dei precedenti.
La storia è emozionante, attiva, mai ferma. Va avanti da sola e tu arrivi alla fine del libro che nemmeno te ne accorgi. i personaggi sono tutti una sorpresa... ho dovuto cercare un determinato paragrafo un pò di capitoli indietro per capire se si era sbagliato o se mi ha imbrogliato alla grande! beh, sono stata illusa e disillusa, perchè questa è bravura dello scrittore.
Mi è piaciuto molto perchè, come sempre, il viaggio non è semplice. Ci sono vari tasselli, come l'arte, la geografia, la scienza, la letteratura.... è un quadro pieno di sfaccettature, ed ogni faccia ha la sua spiegazione. è cultura pura.

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Inferno 2015-09-03 08:07:18 Sara342
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Sara342 Opinione inserita da Sara342    03 Settembre, 2015
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IL VIRUS E IL MONDO

Ultimo capolavoro di Dan Brawn, "Inferno" è un viaggio attraverso le opere e monumenti di grandi artisti, come Dante e Michelangelo, spalmate tra Firenze, Venezia e Istanbul. Il protagonista è lo stesso di "Angeli e Demoni" e de "Il codice Da Vinci", cioè il prof. di storia dell'arte e di simbologia religiosa Robert Langdon che questa volta viene affiancato dalla dottoressa Sienna Brooks, che lo ha curato durante la degenza all'ospedale di Firenze. Insieme vanno alla ricerca di un pericoloso virus artificiale creato da un ingegnere biomedico tedesco, Bertrand Zobrist, in grado di modificare geneticamente il corpo umano con lo scopo di dimezzare la popolazione mondiale affinché si salvaguardi il pianeta da un'imminente e repentino crollo causato dal sovrappopolamento.
I due scoprono che l'ingegnere,morto una settimana prima, era un attento e accanito sostenitore di Dante Alighieri, nonché proprietario della sua maschera di cera conservata in un museo fiorentino; ragion per cui gli indizi vengono trovati in opere che in qualche modo sono ricollegabili a Dante.
La storia, scritta nel perfetto stile di Dan Brawn, risulta, nel complesso, interessante e avvincente. Descrizioni delle opere minuziose e perfette e riferimenti storico - artistici e letterari giusti ed esaustivi. La fine è un po' deludente rispetto alle aspettative troppo elevate createsi nel lettore dall'inizio del romanzo. Il pensiero malato e diabolico di Zobrist può risultare disturbante ma se osservato sotto un'altra luce, anche ponderabile, per certi versi. L'unico riferimento alla Divina Commedia di Dante sono le terzine del venticinquesimo canto dell'Inferno, analizzate per scoprire l'ultimo indizio che concluderà il mistero. L'Inferno quindi è più una metafora riguardante il mondo terreno.

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"Il Codice Da Vinci" e "Angeli e Demoni"
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Inferno 2015-08-29 13:16:57 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    29 Agosto, 2015
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L'inferno è sulla terra..

Devo essere sincero: sono partito prevenuto con questo libro, temevo fosse un'altra ciofeca come 'Il simbolo perduto' ed ero completamente scettico sulla possibilità che Dan Brown potesse ancora sfornare un romanzo quantomeno leggibile sino all'ultima pagina e non fino al primo capitolo per poi essere abbandonato.
Invece devo ricredermi, non siamo certo di fronte ad un best seller come 'Il Codice da Vinci', ma l'Inferno di Dan Brown ha anche qualcosa di buono, per esempio:
-) qualcuno potrebbe obiettare che la trama sia troppo 'futuristica' ed improbabile: vero, ma questo romanzo ha comunque una sua utilità come guida turistica del capoluogo toscano (ed in minima parte di Istanbul) perchè è innegabile la bravura di Brown nella descrizione particolareggiata di monumenti, opere d'arte e sculture, talmente efficace da stimolare la curiosità ed il desiderio di chi legge a visitare i luoghi citati; io per primo mi riprometto di portare con me il libro nel prossimo viaggio a Firenze.
-) qualcuno potrebbe obiettare che in giro sia facile trovare guide turistiche di Firenze meno care ed ingombranti: vero, ma questo romanzo lancia un messaggio a mio parere non trascurabile, ossia l'incremento malthusiano della popolazione terrestre registrato nell'ultimo secolo porterà inevitabilmente al collasso del pianeta essendo limitate le risorse disponibili. E a meno che non si verifichi una qualche catastrofe di proporzioni mondiali, già entro la fine di questo secolo gli uomini dovranno imparare a condividere un pezzo di pane e pesce tra 100 persone (e tenete presente che i miracoli non si avverano mai due volte nella storia).
-) qualcuno potrebbe obiettare che messaggi catastrofici come quello sopra descritto se ne sentono tutti i giorni in tutte le piazze: vero, ma provate a leggere 'Inferno' su un lido di Ostia in una domenica di agosto, dove la gente è talmente tanta ed ammucchiata una sull'altra che sfogliando le pagine del libro potrebbero leggere tre persone contemporaneamente, e poi ditemi se quel messaggio catastrofico vi sembra ancora tanto lontano ed inconcepibile.
In definitiva, una rilassante lettura estiva (meglio se su un'isola sperduta dell'oceano); avrei preferito però un finale meno 'sbrigativo'... l'autore avrebbe, per esempio, potuto evitare di ripetere la descrizione del messaggio video da cui si snoda tutta la vicenda per ogni singolo personaggio che ne prende visione durante lo sviluppo della trama (almeno 5-6 volte) e dilungarsi maggiormente sull'epilogo, concentrato invece in un paio di pagine.

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Dan Brown et similia..
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Inferno 2015-08-27 14:21:09 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    27 Agosto, 2015
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Una proposta infernale

Robert Langdon apre  gli occhi dopo ore prive di conoscenza, il luogo e' asettico, odora di disinfettante. Pensa ad un incidente ma non ricorda. 
Una donna vestita di un camice bianco gli parla in inglese, gli chiede se lui sappia dove si trova. Il professore ipotizza un Massachusetts General Hospital. Non si preoccupi, lo rassicura la dottoressa, la memoria le tornera' presto.
Si siede e scruta l'orizzonte dalla finestra, una massiccia fortezza e una torre di novanta metri che lui conosce benissimo. Niente Massachusetts, siamo a Firenze.

Un sogno ricorrente, una bella signora dai capelli d'argento gli mostra qualcosa. Un uomo che si contorce tra spasmi di dolore col corpo mezzo sotterrato, le gambe che scalciano in aria : "cerca e trova". Il mistero e' nascosto nel piu' grande poema di tutti i tempi, nell'interpretazione infernale di Dante Alighieri.

Dallo schema tipico di Dan Brown, buona la penna e l'idea di fondo piuttosto intrigante, il romanzo scorre veloce nella prima parte. Purtroppo l'attenzione comincia a latitare quando la narrazione diviene troppo prolissa . Pecca in lunghezza questo romanzo che nelle troppe pagine non riesce a inserire colpi di scena sufficienti alla mole, frenando così la caccia al mistero che per sua natura deve essere frenetica e nervosa.
Pregevole il tributo dell'autore americano alla citta' di Firenze descritta meticolosamente tra righe di ammirazione, così come l'omaggio all'Alighieri ma anche alla famosa tela dell'Inferno del Botticelli e all'arte italiana in generale che con questo best seller potra' essere ben divulgata nel mondo intero.

A mio avviso molto piu' utile dal punto di vista promozionale che di intrattenimento, come non recarsi a Firenze dopo avere vagato sulle orme dell'Inferno ?

" Il mio dono e' il futuro.
Il mio dono e' la salvezza.
Il mio dono e' l'Inferno".

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Inferno 2015-07-16 13:27:11 Bruno Izzo
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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    16 Luglio, 2015
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Letture sotto l'ombrellone

La popolazione del nostro pianeta è in continuo aumento.
La Terra conta miliardi di abitanti, e il loro numero è destinato a crescere, sia per l’aumento demografico in sé, sia per i progressi della scienza medica, che allungano i tempi di vita, rendendo le persone più longeve.
Se qualche organismo, mettiamo il caso l’Organizzazione mondiale della Sanità, si preoccupa di arginare l’aumento demografico, specie nei paesi più poveri, dando il via ad intense campagne di diffusione di elementari, comuni nozioni di contraccezione, con la distribuzione gratuita di profilattici, ecco che paradossalmente altre istituzioni come la Chiesa Cattolica, al contrario, lanciano i propri anatemi verso tali metodiche o analoghe volte al controllo dei nuovi nati.
Tutti questi miliardi di persone interagiscono con il loro biosistema: vale a dire essi consumano le risorse del pianeta per la loro sopravvivenza. Queste risorse non sono inesauribili o rinnovabili oltre certi limiti: la diminuzione delle riserve alimentari, la difficoltà di reperimento dell’acqua pura, l’erosione delle coste, l’inquinamento, il cambiamento del clima, il buco dell’ozono, tutto fa pensare che quanto prima l’intero sistema potrebbe implodere.
Quanto detto non è una novità, già Malthus lo aveva previsto: la popolazione tende a crescere in progressione geometrica, quindi più velocemente della disponibilità di alimenti, che crescono invece in progressione aritmetica.
Ne consegue uno scenario apocalittico, un vero e proprio inferno sulla terra; e poiché tutto quest’idea iniziale dà forma ad un romanzo ambientato per la maggior parte a Firenze, questa idea dell’inferno non può non richiamare il capolavoro di Dante Alighieri, la “Divina Commedia”.
In estrema sintesi, questo è il filo conduttore dell’ultimo romanzo di Dan Brown, “Inferno”.
Non un cattivo romanzo, anzi io lo considero tra i migliori tra quelli che hanno come protagonista il professore universitario Robert Langdon, noto personaggio creato da Brown e presente nei fortunatissimi romanzi “Il Codice da Vinci” e “Angeli e Demoni”.
Brown su quel concetto iniziale cui abbiamo appena accennato ha scritto un ennesimo best seller, un romanzo che descrive una vera e propria caccia al tesoro, una caccia frenetica, turbolenta, spesso ingannevole, un tutti contro tutti che si snoda per i percorsi artistici di Firenze prima, toccando poi anche Venezia ed Istanbul.
Sennonché Brown ha il vizio di favoleggiare, di correre senza fermarsi a rifinire, correggere, smussare i punti più difficili da accettare.
Brown come nei suoi romanzi precedenti tende a creare situazioni davvero molto inverosimili, a tirare un po’ troppo per i capelli certe tesi, insomma non riesce a creare in pieno quell’atmosfera di sospensione della credulità che è indispensabile in un romanzo che mescola fantasia e realtà, che certo riesce a vendersi bene per la suspense, i colpi di scena, il ritmo frenetico, ma gli manca un qualcosa, gli difetta la qualità della verosimiglianza, non guasterebbe un buon lavoro di rifinitura, eliminando grossolani errori e scene inverosimili.
Se ogni scrittore mette del suo in qualcuno dei suoi personaggi, ebbene Brown somiglia al Rettore, un tizio che in “Inferno” dichiara candidamente: “Io mi guadagno da vivere con l’inganno, la menzogna, la disinformazione, la mistificazione”, e il rettore sa bene che una bugia, per apparire credibile, è preferibile sia un misto di vero e falso.
Solo che in Brown questa miscela non è mai giusta, ben dosata, a volte eccede, in un verso o nell’altro. Manca un pizzico di qualcosa, proprio quel pizzico che rende gradevole il tutto.
Un libro da leggere? Tutto sommato direi di sì: è una lettura non troppo impegnativa, una lettura da vacanza, un libro sotto l’ombrellone.
Ed ha un merito, almeno a me ha fatto questa gradevole impressione: mi ha fatto venire voglia di rivedere Firenze ed i suoi tesori d’arte, luoghi principali del libro e opere citate.
Ponte Vecchio, il Duomo, il Corridoio di Vasari, l’Inferno di Botticelli, il Battistero…per un romanzo non è un merito da poco.

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...gli altri fantavolumi di Dan Brown, con Robert Langdon protagonista.
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Inferno 2014-10-12 19:16:02 Donatello92
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Donatello92 Opinione inserita da Donatello92    12 Ottobre, 2014
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Povero Malthus...

Poichè molto, se non tutto, è stato già detto da decine di altri vostri commenti, mi limiterò, in questa recensione, ad esprimere un rapido e personalissimo commento del romanzo.
In primo luogo vorrei dire che Dan Brown è affetto da una sfortunata sindrome del "punta dito": se scrive dei romanzi che si somigliano, o che sfiorano l'autoplagio, si solleva l'indignazione comune, perchè in qualche modo c'è una setta di persone che, dopo il suo "Codice Da Vinci", cerca una verità assoluta e complottistica nelle sue opere, e poi rimane deluso da tale assenza. Se ciò accade ad altri autori celeberrimi (eviterò i nomi per non attirare l'ira dei fanboy di turno) ed un elenco ancora immenso di personaggi che cambiano modalità, luoghi e nomi, ma scrivono sempre con un "modulo" preimpostato, allora diventano dei "Re" del rispettivo genere.
In secondo luogo, oltre a ripetere che Inferno è scritto bene ma non ti fa versare lacrime di gioia e che la storia è tanto monotona quanto scorrevole, vorrei domandarvi: vi è così disdicevole una ripetizione culturale? E' vero, per molti tratti sembra di stringere una guida turistica fra le mani, ma sfido chiunque a ricordare tutte le citazioni, le collocazioni artistiche, i cenni storici e scientifici e le nozioni rinfrescate o reintrodotte dal romanzo, che sembrano molto più concrete e meno fantasiose degli altri suoi romanzi...e qui ritorniamo al discorso di prima: forse la gente legge Brown solo per scoprire dell'esistenza degli alieni, o chissà cosa.
Avendola poi studiata in prima persona, vorrei dirvi che la teoria apocalittica Malthusiana che fa da perno all'opera, è quanto di più attuale e concreto possa esserci. Quindi, prima di bollare il romanzo come ripetitivo e "privo di significato", forse per una volta dovreste concentrarvi su un Brown più "tangibile" e meno "utopico", con nozioni culturali e scientifiche concrete in un romanzo che, per quanto non sia proprio brillante, è estremamente riflessivo e tragico nel suo significato.
Non c'è niente di quanto detto, se non i complotti e le società segrete (chissà...) che non sia al centro del problema demografico e scientifico della nostra società moderna.
Con questo commento non voglio criticare la visione di nessuno, ma soltanto sollevare una tematica comune della lettura odierna, quando si hanno tanti libri fra cui scegliere, ed un motore di ricerca sempre a portata di mano: attenti a dire che questo o quello è "troppo fantasioso", perchè potreste aver offeso qualcosa di matematicamente e realisticamente plausibile (qui, anzi, del tutto vero).

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Inferno 2014-09-04 22:26:47 Gianni
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Opinione inserita da Gianni    05 Settembre, 2014

Consigliato? Nì...

Il libro, dopo un incipit interessante, scorre piuttosto male nei frangenti successivi e purtroppo a volte le descrizioni di posti o fatti storici di Brown sono a mio avviso troppo prolisse e palesemente aggiunte per allungare il brodo... Qualche colpo di scena che fa venir voglia di continuare a leggere c'è, ma fino alle ultime 200 pagine un po' ci si annoia. Il finale è veloce e sorprendente per cui non mi sento di sconsigliare il libro a tutti, ma se ne Il codice da Vinci c'erano teorie affascinanti su cui costruire una storia, caratteristica che aveva reso originale il best seller dell'autore, qui abbiamo un "semplice" romanzo ambientato in città storiche e pieno di enigmi basati sull'Inferno dantesco un po' come succedeva ne Il simbolo perduto, che a mio avviso, senza scomodare mostri sacri della letteratura medievale, riuscì sicuramente meglio all'autore. Buono lo spunto di riflessione sulla sovrappopolazione mondiale. Consigliato giusto ai fans di Dan Brown...

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Inferno 2014-08-30 14:38:47 clad79
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clad79 Opinione inserita da clad79    30 Agosto, 2014
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Delusione

non sono riuscito a superare le duecento pagine, Robert Langdon e le su peripezie non sono riusciti a trasportarmi in un mondo fatto di organizzazioni segrete e misteri da cui dipende la salvezza dell'umanità. Troppo banale o troppo fantasiosa la trama? In realtà il libro è diventato un peso e dopo aver preso polvere sul comodino ho deciso di riporlo. Per mia opinione personale una delusion, il vero inferno è stato leggerlo.

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Inferno 2014-08-29 16:04:43 GPC36
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GPC36 Opinione inserita da GPC36    29 Agosto, 2014
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I gironi di un romanzo

Chandler sosteneva che la plausibilità è un requisito essenziale per un buon thriller: se si dovesse accogliere questo parere come criterio di valutazione allora il giudizio su “Inferno” potrebbe essere solo negativo, visto che al confronto i romanzi di Fleming su 007 sono testi da neorealismo.
Tuttavia se, iniziata la lettura, al termine di ogni capitolo (“Inferno” ne comprende ben 104!) ci si butta sul successivo con l’interrogativo “Voglio vedere come ne vengono fuori (Dan Brown e il professor Langdon) da questo –apparente- vicolo cieco” (che potrebbe essere un criterio alternativo per valutare un thriller) e il risultato è che in quarantott’ore la lettura è terminata, beh! allora bisogna ammettere che lo scrittore ha raggiunto l’obiettivo di coinvolgerci nella vicenda.
Vi sono tuttavia anche altre ragioni che rendono “Inferno” un libro da consigliare. Dan Brown pone al centro dell’intreccio la tematica del sovrappopolamento demografico, un tema cruciale per il futuro del’umanità. Se la soluzione ventilata appartiene alla fantascienza ed è quindi una “non soluzione” – né potrebbe essere diversamente trattandosi di un romanzo – per lo meno il romanzo costituisce una provocazione che potrebbe/dovrebbe sollecitare una maggior attenzione per una questione elusa dal dibattito politico. Per questo motivo ritengo che “Inferno” meriti un giudizio più positivo rispetto al – a mio avviso – sopravvalutato “Codice da Vinci”.
Inoltre Dan Brown/Langdon dimostra ancora un amore profondo per la ricchezza del nostro patrimonio culturale, tale che meriterebbe un riconoscimento ufficiale da parte del Ministro della Cultura e del Turismo (finalmente riuniti in un unico ministero).
A fronte di questi aspetti le sviste trovate da chi ha analizzato a fondo il libro appaiono marginali ed anche la più vistosa (quella sulla data della maschera mortuaria di Dante Alighieri) è ininfluente sulla dinamica della storia.

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Dan Brown, ma anche a chi non l'ha letto; I limiti dello sviluppo del Club dui Roma
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