Incubo
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Dalla morte dei genitori in un terribile incidente d'auto dal quale è uscito miracolosamente illeso, Simon soffre di incubi spaventosi. Dopo essere stato ricoverato in un ospedale psichiatrico in seguito allo shock, Simon si è stabilito dalla zia insieme con suo fratello maggiore, ma adattarsi alla nuova vita è un compito durissimo, soprattutto da quando Simon è perseguitato da una presenza malvagia che lo spia nel buio, proprio come nei suoi sogni più spaventosi. E forse è proprio questa presenza la responsabile della scomparsa di una ragazza, la stessa che Simon decide di cercare aiutato dalla sua unica amica.
Recensione della Redazione QLibri
Homo homini lupus
I sogni sono soltanto uno stadio passeggero, la vita vera e' altrove.
-E se io non stessi dormendo ?
I sogni sono solo il mezzo con cui l'inconscio tenta di ripulire l'anima. E' una distorsione, uno scherzo del sonno, non temerli.
-La porta esiste, la maniglia e' rovente. L'odore di carne bruciata e' tangibile. Il fumo e' concreto.
O no ?
Incubi. Durante l'incoscienza, mentre sei altrove, al di la' di ogni ragionevole dubbio o rassicurazione, essi sono la tua realta'. Svegliati, se ne sei capace, ma certi momenti durano per sempre.
Simon, dovevi andartene anche tu.
Come ogni Dorn scorre a velocita' vertiginosa, sebbene all'inizio appaia tutto molto semplice, elementare, privo di carattere. Eppure interrompere la lettura e' irritante, il boccone va rincorso fino a che i denti sprofondano nella polpa.
Così la disgrazia di un adolescente con lievi problemi di autismo diventa anche un tuo momento, il suo incontro con una ragazzina che gli esprime solidarieta' ti coinvolge in sfarfallii di tempi ormai lontani. Senza contare il potere di questo romanzo di rievocare sensazioni che ogni buon thrillerista ha gia' conosciuto e su cui e' ancora emozionante approdare. Lontano dall'emulazione verso altri scrittori, piuttosto quel meraviglioso senso di riappropriazione dell'uomo che ,perso l'udito da adulto, dopo anni riacquisisce suoni ormai sepolti. Cosi' , durante la lettura , mi sono ritrovata in corse deliranti scattando sulle staffe di oggi come sulle due ruote di Silver, che non pedalavo nel vento dai tempi di IT.
Ho camminato lentamente, contando i passi , i respiri e gli scricchiolii lungo il corridoio buio di un hotel decadente, con meno terrore ma sempre col fiato sospeso di quando ero rinchiusa all'Overlook hotel in SHINING. E l'aria gelida e solida mi ha inquietata , come ai tempi in cui il piccolo Cole era inghiottito dalle macabre visioni de IL SESTO SENSO.
L'ora del lupo arriva dopo l'ora dei fantasmi. I fantasmi ti spaventano, i lupi ti uccidono.
Francamente e di nuovo, fino alle ultime pagine, confesso non avevo capito nulla.
Bellissimo,buona lettura.
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LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI
Non c'è nulla da fare. Wulf Dorn per me è un vero mito della suspance.
Quando leggo un suo libro (e siamo già al terzo) non posso fare a meno di divorarlo, curiosa di sapere cosa mai accadrà pagina dopo pagina, avventura dopo avventura. Il suo modo di scrivere (e anche la furbizia di fare capitoli corti) mi coinvolge al cento per cento nella storia e non mi abbandona più fino alle ultime righe.
La storia narra di due fratelli, Mike e Simon che, nonostante abbiano un buonissimo rapporto, si vedono costretti a dover restare separati. Nel crescere purtroppo alcune cose cambiano, le difficoltà della vita e i vari impegni di ognuno tendono a far si che due persone si vedano sempre meno.
Ma il loro amore non è mai svanito. Mike è sempre (e sempre lo sarà) presente per suo fratello, cercherà in tutti i modi di essergli vicino anche quando Simon perderà i genitori durante un incidente in auto; il bambino si sente in colpa per quello che è successo e fa continuamente incubi, dove vede una strana porta chiusa e sente voci che dicono continuamente che anche lui doveva morire in quel momento, che non ha alcun diritto di vivere.
Mike e la zia allora, dopo averlo portato in psichiatria, lo accolgono nella loro casa, ma le cose non vanno meglio per Simon. Abbandonate le cure dai dottori, si sente più perduto che mai, sopratutto quando verrà a conoscenza di un progetto di suo fratello. Comincia a sentirsi escluso, abbandonato. Per fortuna con lui c'è la sua amica Caro, che sembra capirlo e volerlo aiutare .
Colpi di scena e suspance non mancano di certo in questo libro coinvolgente, affascinante e, lasciatemelo dire, parecchio intrigante. Personaggi scomodi e personaggi che vogliono aiutare il piccolo Simon nella sua guarigione. Alcuni fedeli, altri sospettati.... A chi ci si può appoggiare?
A chi credere? Quando si vive un incubo, come quello di Simon, perdere i genitori così troppo presto e in maniera così dura e cruda, la mente si può chiudere, non si distingue più la realtà dal sogno, ci si può sentire persi....
Scoprirete verità e segreti di una famiglia.
Di chi si può sospettare? E' vero che i lupi sono travestiti da agnelli?
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Là fuori ci sono un sacco di lupi...
... lupi travestiti da agnelli.
Simon è in macchina in viaggio con i suoi genitori, è seduto sul sedile posteriore, inganna il tempo ascoltando la sua musica preferita dagli auricolari e giocando a Cross Road sul suo smartphone.
Zia Tilia abita a Fahlenberg, alquanto distante da casa loro, ma Simon è contento sia perchè pregusta già il buon pranzo che sua zia gli riserverà come da abitudine sia perchè potrà rivedere suo fratello Mike che già da tempo vive con la zia, avendo trovato un lavoro in quella città.
Una giornata felice per Simon, nonostante la noia dovuta al lungo viaggio in macchina, perchè vissuta con le persone a cui vuole bene e che rappresentano una certezza nella sua vita, un punto fermo.
E Simon ha bisogno di certezze, di ordine, di razionalità: soffre di una forma lieve di autismo che spesso lo disorienta e lo rende debole e fragile agli occhi degli altri; non tutti poi sono come sua madre o come suo fratello, pronti a sorreggerlo nei momenti di difficoltà.
Molti, soprattutto i suoi compagni di scuola, lo deridono e si prendono gioco di lui; per questo motivo, Simon vive con immensa gioia i rari momenti in cui è circondato da persone che ama e che lo amano, persone che non lo fanno sentire solo.
Sarebbe bello per Simon se la vita fosse piena di momenti come questi, sereni e spensierati; tutto sarebbe più facile per lui se la vita fosse come la matematica, governata dalla linearità delle sue leggi e teoremi.
E non dal caos, dal destino, quella componente incontrollabile ed imprevedibile della vita a causa della quale la macchina su cui sta viaggiando con i suoi genitori si ribalta per strada e prende fuoco.
E Simon sarebbe dovuto morire come i suoi genitori, carbonizzato tra le lamiere, piuttosto che uscirne miracolosamente indenne; era proprio vero quello che gli diceva sempre il padre, la fortuna non lo abbandona mai.
Ma può veramente ritenersi fortunato Simon? Chi si prenderà cura di lui ora che i suoi genitori non ci sono più? Non ha più una casa, sua zia e Mike hanno deciso di vendere tutto e come se non bastasse lo hanno anche iscritto in un nuovo collegio per riprendere gli studi e suo fratello Mike a breve si trasferirà in città con Melina, la sua nuova ragazza.
Niente è più al posto giusto nella sua vita: persino Mike, il fratello che lo ha sempre protetto e seguito sin da piccolo sembra ora volersi allontanare da lui.
"Il suo mondo sarebbe crollato. Nessuno sarebbe stato più in grado di riaggiustarlo. Non era giusto! Le cose dovevano restare com'erano. Altrimenti tutto sarebbe precipitato nell'incertezza, come in un buco nero."
La realtà diventa per Simon più terrificante e triste del peggiore dei suoi incubi, incubi che lo assalgono anche di giorno, come fossero allucinazioni, e che sono sempre più frequenti dopo l'incidente.
Immagini così invasive nella sua mente che spesso si mescolano alla realtà deformandola o, al contrario, traendo spunto da essa.
Proprio in quei giorni infatti una ragazza sedicenne risulta scomparsa senza lasciare tracce, molti pensano sia stata aggredita e violentata.
Forse il colpevole è la stessa creatura mostruosa dalle sembianze di un lupo sempre presente negli incubi di Simon? Forse.
Ma gli incubi, per quanto angoscianti possano essere, scompaiono una volta svegli; la realtà invece no, quella resta e ti travolge.
Incubo è un thriller psicologico che non incute paura, perlomeno non in misura proporzionale a quanto il titolo lascerebbe presagire e sicuramente non per chi, come me, è appassionato del genere e potrebbe sicuramente citare 'incubi' letterari ben più incisivi e coinvolgenti.
La paura è un'emozione forte, intensa e trasmetterla attraverso le pagine di un libro è compito arduo perchè va alimentata gradualmente, come un fuoco acceso con pietre scheggiate, a piccole dosi e prestando massima attenzione evitando che la fiamma si disperda e si spenga.
E tutto deve concorrere ad innescare quell'atmosfera di crescente tensione che precede la paura: dalla descrizione dei personaggi a quella dei luoghi in cui si muovono.
Wolf Durn si destreggia abilmente in tutto ciò: ho apprezzato in particolar modo la perizia con cui spezza il ritmo narrativo introducendo pause descrittive paesaggistiche che moltiplicano e non sminuiscono la carica emotiva, complice forse l'ambientazione ricca di boschi, territorio di ombre e penombre, quasi fiabesca, che riporta alla mente la cupa Foresta Nera di Hansel e Gretel.
Tuttavia, ciò che a mio parere debilita questo romanzo è la scarsa originalità o, se preferite, la prevedibilità.
Un incubo già vissuto, letto e riletto in diverse forme, come potete ben immaginare, non spaventa più.
"La vita è come un giardino, esistono i momenti perfetti ma non possono durare per sempre, tranne che nel ricordo." (Leonard Nimoy)
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Solitudine
Simon è un ragazzo disturbato che soffre molto per la perdita dei genitori.
Oltre a ciò abbiamo una zia poco interessata e un fratello che ormai si è ricostruito la sua vita.
Dorn riesce fino all'ultimo a farti detestare i parenti di Simon e Simon stesso che risulta un personaggio debole e complessato.
Inoltre una cosa abbastanza fastidiosa è la voglia del protagonista di diventare un piccolo detective alla ricerca della verità sui fatti che accadono nella piccola cittadina di Fahlenberg.
Il libro si legge piuttosto bene anche se ho notato delle lentezze soprattutto verso la metà del libro; nonostante ciò il libro scorre bene e viene la voglia di mangiarlo in un sol boccone.
La verità è che questo libro risulta un po' sottotono rispetto agli altri libri di Dorn che sono piacevoli e fluenti.
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Wulf: Il lupo
Il superstite, Phobia, Incubo. Sono questi i tre romanzi di Wulf Dorn che ho letto e devo ammettere che non sono mai stato deluso.
Il titolo originale è "La notte appartiene ai lupi" ma un titolo diverso da "Incubo" non rende giustizia a questo romanzo.
La delicatezza con la quale l'autore mostra le debolezze psicologiche del giovane Simon, contrastano fortemente con le sue paure creando una tensione palpabile. La lotta interiore di Simon, contro le proprie paure, hanno creato in me uno stato d'animo di protezione nei confronti del ragazzo al quale mi sono affezionato sin da subito.
Non c'è nulla che non mi sia piaciuto del romanzo, che paragono – con l'intento di fare un complimento - a quelli di Sebastian Fitzek. I personaggi sono abilmente descritti e nulla, soprattutto ciò che non viene detto, è lasciato al caso. Non è semplice, infatti, descrivere un personaggio adolescente facendo emergere tutti quei lati che lo rendono malinconico, scontroso e nemico del mondo intero. Thriller psicologico sarebbe riduttivo considerando l'introspezione e la poesia espressa che lo colloca tra i romanzi migliori della mia classifica personale.
5 stelle per il romanzo che mi ha prvocato 5 millimetri di pelle d'oca per un finale scioccante.
"Veramente Simon non è qui. Loro hanno lasciato solamente il suo corpo."
"Loro chi? A chi ti riferisci?"
"Davvero non sai dove si trova adesso tuo fratello?"
"Dimmelo tu."
"E' nel bosco. Lo sanno tutti. Lo hanno preso i lupi."
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Un bambino solo
Colpisce questo libro e lascia addosso una strana sensazione di angoscia. Come nei migliori libri di Stephen King. Racconta la storia di un bambino, Simon, sopravvissuto ad un incidente stradale dove sono morti i suoi genitori, che, già con qualche problema di autismo di suo, si ritrova in una situazione psicologica ancora peggiore. Prigioniero della sua mente, dei suoi ricordi, delle sue paure. Comprendi il suo dramma di essere solo, la sua paura dell’abbandono, che prende tante forme. Le forme di incubi. Le forme di storie. Le forme di attaccamento a personaggi minori del libro. E se è vero che si può raggiungere la pace interiore solo scendendo prima all’inferno, è anche vero che occorre lasciarsi alle spalle il passato per non rimanere intrappolati nel bosco oscuro, con i lupi, perché la vita conosce una sola direzione: in avanti. Il personaggio più bello del libro per me è stato il fratello, Mike, di cui all’inizio avevo un po’ sospettato e di cui pagina dopo pagina scopri i lati più belli, fino ad arrivare ad un finale rasserenante, che in poche pagine ti fa capire quanto Mike vuole bene al suo fratellino e quanto è dolce questo bambino che vive una realtà parallela. Ottima storia, con un ottimo ritmo, che ti cattura, non come un lupo, ma come un bravo scrittore sa fare.
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L'incubo di crescere
“Sognare ad occhi aperti. Quando la realtà è troppo difficile da affrontare, c’è sempre la fantasia. Lì tutto è possibile.”
(…) “Io non posso far tornare indietro i miei genitori. Sono morti.”
“Non lo saranno finché li tieni nel cuore. (…) Finché qualcuno custodisce il nostro ricordo, non siamo davvero morti. I tuoi genitori sono con te. Devi solo immaginarli, e diventeranno una parte della tua vita.”
Il protagonista della storia è Simon, un sedicenne affetto da lievi problemi autistici, che sopravvive a un terribile incidente d’auto che si porta via i suoi genitori. Affetto da allucinazioni, dal senso di colpa e dall’incapacità di accettare i cambiamenti che, inevitabilmente, sopraggiungono con la sua nuova condizione di orfano e dal fatto di dover crescere, ne seguiamo le vicende con un groppo in gola e, anche nel caso avessimo intuito il finale, con la speranza di sbagliarci e che tutto si possa risolvere nel modo migliore possibile per il nostro beniamino.
Il romanzo tratta bene i temi della paura dell’abbandono e dei cambiamenti e ho amato la scrittura di Dorn. Tuttavia, al contrario di ciò che ho letto in altre recensioni, ho trovato il finale abbastanza prevedibile per chi avesse come me letto gli altri libri dell’autore. Molto simile al primo romanzo da lui pubblicato, ‘la psichiatra’, si differenzia da questo perché è molto più facile entrare in empatia con Simon mentre ammetto di aver seguito le vicende di Ellen con molta più freddezza. Ci sono diverse analogie riscontrabili nei due romanzi quali fra tutti le allucinazioni dei protagonisti e i sogni che svolgono un ruolo fondamentale per la trama.
Ho adorato questo libro e ho sofferto nel leggerlo, avendo intuito abbastanza in fretta la fine del romanzo. È uno degli psico-thriller dell’autore in cui è molto più facile empatizzare con il protagonista e di conseguenza farsi trascinare emotivamente nella storia, ma manca forse di quel pizzico di genialità in più che ho riscontrato in altri suoi lavori. Mi hanno fatto sorridere tutti i piccoli riferimenti a Ian Forstner, protagonista di Superstite e Follia Profonda, romanzi anche questi ambientati nella cittadina fantastica di Fahlenberg.
Lo consiglio perché credo sia comunque un bel romanzo, anche se tuttavia credo che lo scrittore potesse fare qualcosa di più originale.
(spoiler)
Riguardo il finale, la Psichiatra e Incubo sono davvero molti simili. La scena finale di Incubo, che vede Simon, all’interno dell’ospedale di psichiatria infantile, che sorride immerso nel proprio mondo fantastico sembra quasi la stessa fine che avevano letto nella psichiatra nella quale Ellen, sempre all’interno della Waldklinik dove anche lei è stata ricoverata, si riscuote e ricorda il proprio vero nome. Anche il personaggio di Caro mi ha ricordato molto la bambina, la sé stessa bambina, che Ellen vedeva nelle proprie allucinazioni ed è stato proprio ciò a farmi presto intuire la fine del romanzo.
“L’ho sempre detto io: nella fantasia tutto è possibile.”
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Perché sono sopravvissuto?
L’Incubo che occupa le pagine dell’ultimo romanzo di Wulf Dorn è quello di Simon, un adolescente che ha subito lo choc della perdita di entrambi i genitori in un tragico incidente d’auto.
Uno strano senso di rimorso (“Perché mi sono salvato? Mi sento colpevole”) si combina ad altre paure nel complicato profilo psicologico di Simon (“Forse dovrei lasciare il foglio bianco, pensò. Sarebbe stato il modo migliore per descrivere la sua paura del vuoto, dell’abbandono, della solitudine”), che – dopo la psicoterapia – deve affrontare nuovi, forzati cambiamenti imposti dalla sua condizione di orfano destinato al collegio (“Un’altra decisione che Tilia e Michael avevano preso a sua insaputa”), in una lotta nella quale è solo, tra tanti lupi, legato al fratello Michael (“ironico e insolente”), che sta per trasferirsi con la fidanzata, e con una sola amica: Caro…
Sarà anche per questo che un sogno ricorrente terrifica il giovane protagonista: una porta nel bosco… se riuscisse ad aprirla forse potrebbe vedere cosa nasconde…
“Pianse a lungo. Lasciò che tutto uscisse da lui, gli faceva bene. Intanto stringeva al petto il libro di fiabe.”
Il lupo della cover non assomiglia anche a un coccodrillo?
La lettura della realtà è sempre ambivalente.
L’attacco del romanzo è potente, la parte finale è sorprendente, forse intuibile da chi ha letto “La psichiatra”. Nel mezzo ci sta la foresta, un hotel abbandonato che riecheggia Shining, tanti sospetti e alcuni sospettati.
Giudizio finale: incatena, coinvolge, commuove con i due paragrafi finali.
Bruno Elpis