In difesa di Jacob
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Recensione della Redazione QLibri
COLPEVOLE ?
Davvero bello questo legal thriller!
Andy Barber è il primo vice procuratore distrettuale della cittadina di Newton, è lui ad indagare sui crimini più efferati che avvengono in città. Così quando Ben Rifkin, compagno di scuola di suo figlio Jacob viene brutalmente assassinato, Andy apre l'indagine. Ma qualcosa non quadra... perchè gli amici di Jacob gli chiedono se anche suo figlio sarà interrogato? Perchè Jacob aveva un coltello? E perchè tutte le prove sembrano portare a lui?
La vicenda viene raccontata in parte in prima persona da Andy Barber, ed in parte sotto forma di interrogatorio al cospetto di un gran giurì. In buona parte il tribunale e gli interrogatori sono alla base della storia, per la gioia degli amanti del legal thirller. Fino alle ultime pagine la trama continua a svilupparsi, e numerosi colpi di scena di susseguono inaspettati fino ad arrivare ad un finale per nulla scontato o banale. In particolare, oltre al filone "legal" al quale siamo abituati, in questo libro vengono sviscerati la disperazione della famiglia dell'accusato, i sensi di colpa, l'odio e l'indifferenza mostrati da vicini ed ex amici, i sentimenti, ed i difficili rapporti che intercorrono fra i componenti della famiglia colpita dalla gravissima accusa.
Forse questo libro poteva essere un pò più travolgente, la trama è molto ordinata e lineare soprattutto in linea temporale, ma nel complesso lo coinsidero davvero una lettura piacevole! Consigliato agli amanti del genere...
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Opinioni inserite: 10
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Devo assolutamente acquistare un blocco giallo
Pur avendo le idee chiare su questo romanzo, ho trovato molto difficile decidere come valutarlo in termini di stelline. Questo perché "In difesa di Jacob" presenta parecchi problemi dal punto di vista di contenuto e prosa, ma allo stesso tempo risulta così incalzante e coinvolgente che mi sono dovuta costringere ad interrompere ogni tanto la lettura per poter razionalizzare questi problemi. Lo ritengo pertanto un'ottima scelta se cercate un thriller d'intrattenimento, capace di catturarvi tra le sue pagine e risultare scorrevole nonostante si tratti alla fin fine di un bel mattoncino.
L'incipit della trama è anche il motivo per cui ho acquistato questo libro, dal momento che lo trovavo molto promettente, con parecchi spunti di evoluzione. La storia vede come protagonista e voce narrante Andrew "Andy" Barber, un brillante vice procuratore distrettuale; la sua carriera ma soprattutto la vita privata vengono sconvolte quando il figlio quattordicenne Jacob "Jake" è accusato di un brutale omicidio. Assieme ad Andy andiamo così a ripercorrere gli eventi dei mesi precedenti, dal ritrovamento del cadavere, passando alle prime fasi dell'investigazione organizzate dallo stesso protagonista, per arrivare infine al processo vero e proprio, durante il quale l'uomo continua comunque la sua indagine privata atta ad individuare il vero colpevole, dal momento che fin da subito ritiene Jacob innocente.
Su questo punto si incentra la narrazione; l'autore ci spinge ad immaginare cosa faremmo nel caso in cui un familiare così stretto venga accusato di un crimine tanto efferato e le prove sembrino puntare proprio verso di lui. Nel romanzo il quesito viene analizzato principalmente dalla prospettiva di Andy, che difende il figlio senza esitazione, ma riusciamo a comprendere abbastanza bene anche i diversi punti di vista della moglie Laurie e del padre William "Billy". A quest'ultimo si collega inoltre una sottotrama sulla possibile ereditarietà della violenza, alla quale a mio avviso è stato dato troppo spazio visto l'epilogo.
Oltre al giù citato eccellente ritmo, il romanzo ha dalla sua le conoscenze personali di Landay (assistente procuratore distrettuale prima di diventare scrittore), il modo in cui vengono illustrati al lettore gli sviluppi dell'investigazione e la caratterizzazione del protagonista, che ho trovato molto tridimensionale e verosimile, specialmente quando compie delle scelte impulsive reagendo ad una situazione a dir poco insolita. Buona anche la riflessione sui rischi che si corrono nel postare qualcosa di personale online, tenendo conto però che il romanzo ha ormai una decina d'anni, e in questo lasso di tempo il web -in particolare, i social- si sono evoluti moltissimo.
Passando agli aspetti negativi, devo distinguere per correttezza tra oggettivi e personali. Nella prima categoria rientrano sicuramente il poco spazio dato a Jacob e al suo rapporto con il padre nella storia, l'utilizzo eccessivo del foreshadowing che rende molto prevedibili le rivelazioni sul finale ed il modo in cui l'autore caratterizza i personaggi adolescenti, che nel suo modo di vedere il mondo probabilmente parlano tutti nello stesso modo ossia inserendo "cioè" e "tipo" come degli intercalari in ogni frase. Ho riscontrato anche un incomprensibile scollegamento tra i capitoli: l'evento attorno al quale ruota la narrazione in uno viene completamente dimenticato nel successivo, per ricomparire solo un centinaio di pagine dopo.
Dal lato soggettivo nomino invece i dialoghi fatti principalmente di botta e risposta, che impediscono di capire appieno il tono e le reazioni dei personaggi, l'inserimento di descrizioni poco funzionali come l'abbigliamento di un personaggio secondario, ma soprattutto la caratterizzazione di Laurie: per quanto l'autore tenti di darle spessore nell'ultima parte, non posso dimenticare le sue inutili lamentele e la superficialità con cui lascia correre le leggerezze commesse da Jacob, opponendosi in modo stupido alle osservazioni razionali di Andy. Risulta talmente frustrante che non mi stupisco abbiano voluto cambiare il genere ad un paio di personaggi nell'adattamento del romanzo, inserendo altre donne con un ruolo rilevante nella trama oltre a questa lagna.
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Le prove non puoi seguirle se non le cerchi.
All’inizio è il racconto del ritrovamento di un cadavere, quello di Ben Rifkin, quattordici anni, a Cold Spring Park nell’ aprile 2007.
Tre coltellate.
Nessuna arma ritrovata.
Nessun segno di difesa.
Unico indizio una impronta digitale impressa nel sangue della vittima e conservata all’interno della felpa da lui indossata.
Una scuola media,la McCormick e la sua variegata popolazione.
Caso Numero 08-4407, lo Stato contro Jacob Michael Barber, unico capo d’accusa: omicidio di primo grado.
Sapere, al di là di ogni ragionevole dubbio…
Ma quali sono i fatti?
Un po’ thriller un po’ giallo giudiziario, i giorni scorrono nell’aula di tribunale dove vari destini si incrociano e si sfidano.
Pochi personaggi, tutti più o meno somiglianti tra loro e con un unico scopo: ricostruirne la dinamica e capire il perché.
E se non fosse così? E se ci fosse chi fa dietrofront? Se ci fosse qualcuno che è rimasto volutamente indietro, nascosto…
Le famiglie in gioco sono davvero come appaiono, oppure…oppure non abbiamo capito nulla perché ci siamo schierati fin dall’inizio….
Forse un po’ troppo prolisso per un romanzo che sembra già letto, a tratti si riscatta e risveglia la mia morbosa curiosità. Facendo la differenza. Ha il merito di non cadere nella scontata banalità.
Quello che potrebbe sembrare un thriller qualsiasi poi a un tratto ti sorprende…accade ciò che non ti aspetti. Ed è ancora più interessante quando un romanzo ti lascia dei dubbi.
A cosa vogliamo credere? Svuotiamo la mente e avremo le risposte che cerchiamo.
Buone letture a tutti.
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Colpevole od innocente?
“In difesa di Jacob” è un romanzo scritto in prima persona, dove è Andrew Barber, padre di Jacob, a parlare. Andy, vice procuratore distrettuale, coordina un caso di omicidio avvenuto nel parco, ai danni del compagno di classe del figlio: Ben Rifkin viene ritrovato accoltellato a morte una mattina, mentre si dirigeva a scuola. Successivamente, Andy verrà sollevato dall’incarico per un evidente conflitto di interessi, perché tutte le prove sembrano vertere su Jacob. Da qui l’odissea legale ed il declino fisico e psicologico della famiglia Barber, che dovrà affrontare sospetti e spettri del passato che sembrano riemergere con prepotenza, sino alla sentenza definitiva.
Lo stile di William Landay è buono, scorrevole e visivo, descrittivo a tratti ed essenziale in altri. Sa però emozionare, sa incuriosire, sa far nascere le speranze per poi cancellarle col paragrafo seguente e farle nuovamente riemergere al capitolo successivo. Le parole sono al posto giusto (tranne qualche ripetizione cacofonica sparsa qua e là) e tengono il lettore incollato alle pagine sino al finale.
La trama, in sé e per sé, non è complessa, ma eviscera una comunissima indagine per omicidio. Scorrevole e lineare anche a livello cronologico, è capace però di destare curiosità nel lettore, che continuerà a chiedersi: “Colpevole od innocente? Innocente o colpevole?” sino alla fine. I colpi di scena sono scarsi, ma è pur vero che un legal-thriller ambientato per almeno tre quarti in tribunale non offre grandi spunti d’azione.
A mio modestissimo parere, mancano alcuni particolari che renderebbero il libro più realistico. Non starò ad elencarli, perché detesto lo spoiler, ma penso che l’autore avrebbe dovuto dare qualche informazione in più. Ad esempio, un lettore si attende si conoscere come si comporteranno i Barber con Dan Rifkin, il padre del ragazzo ucciso, invece viene liquidato come se nulla fosse accaduto (leggete il libro e scoprirete il mio dubbio); oppure penso che sarebbe stato razionale sapere se Andy Barber ha o meno mantenuto i rapporti circostanziali col padre Billy, o se è tornato a seppellirlo dentro di sé.
Un’ultima piccola nota negativa, per me, è il finale. Indubbiamente umano, certamente possibile, sicuramente in linea con l’indebolimento della fiducia su cui si dovrebbe sempre basare una famiglia… ma a me ha lasciato l’amaro in bocca. Non che trovo l’epilogo sbagliato, ma in fondo me l’aspettavo diverso.
Lo consiglierei? Sì. Buon legal-thriller, personaggi ben strutturati e curiosità del verdetto sempre presente.
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Alta intensità emotiva
Thriller veramente toccante. Emozionante. Narrato dal punto di vista di un padre che vede accusato, giustamente? ingiustamente? il proprio figlio dell'omicidio di un coetaneo. Il volto di questo padre è un giano bifronte, un pubblico ministero inquirente ed un padre preoccupato: l'uno alla ricerca della verità, l'altro terrorizzato all'idea di scoprirla. Pagine di grande intensità emotiva, che sono più una storia d'amore che non un legal thriller, una storia d'amore di una famiglia. Particolare e veramente indovinata la costruzione dei dialoghi. Consigliatissimo.
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Quale verità vogliamo conoscere?
Cosa succede quando tuo figlio viene accusato di omicidio?
Il mondo ti crolla addosso....la tua vita va in frantumi!
La prima cosa che ti viene da dire?......no, mio figlio no!...no, non è possibile, è un bravo ragazzo, sì con tutte le problematiche dei giovani, ma non sarebbe capace di commettere un atto simile.
E poi....conosco mio figlio, eccome vuoi che non lo conosca?
Siamo sicuri noi genitori di conoscere veramente i nostri figli?
Se si è obbiettivi, ed io ritengo di essere una madre obbiettiva, non del tutto, i nostri ragazzi sono trasparenti solo su ciò che vogliono farti conoscere....quanti segreti si portano dietro, quante cose di loro ignoriamo convinti del contrario!
Questo è quanto è successo a Andy Berber braccio destro del procuratore distrettuale, un uomo rispettato, un marito e un padre devoto.
Il figlio Jacob viene indagato per omicidio, il ragazzo si proclama innocente ma non fa nulla per dimostrare la non colpevolezza; ma c'è qualcosa che non torna, gli indizi sono contro: l'arma del delitto corrisponde ad un coltello in suo possesso, la macchia di sangue sulla sua mano quando arriva a scuola e la vittima è un suo compagno di classe che l'aveva preso di mira e lo sfotteva.
Andy ha paura.....e se fosse colpevole?
Colpevole o innocente ma intanto Andy viene sospeso dal lavoro, perde gli amici che lo stimavano tanto, il dolore della famiglia, tenta disperatamente di salvare suo figlio, un devastante processo da sostenere ma...poi arriva una confessione ed il verdetto.
Ho sofferto, sperato e gioito con loro.
Bisogna leggerlo per capire, e non so se comprendere e condividere, quanto l'amore di una madre per un figlio faccia arrivare a tanto e qui mi fermo non voglio svelare altro.
Per chi ama il genere è un libro da non perdere, scritto molto bene, passa dal presente al passato e solo leggendolo capirete il perchè.
Un libro per me stupendo, vi auguro una buona lettura!
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un thriller che fa riflettere sul rapporto genitor
Uh thriller scritto bene, con un'alternanza tra il presente e il passato che mantiene l'attenzione di chi legge.
“In difesa di Jacob” è un legal-thriller che ha la fondamentale caratteristica di non limitarsi a raccontare un omicidio col relativo processo, ricerca delle prove per inchiodare l’assassino ecc.., ma fa qualcosa di più: ci dà uno spaccato della vita e delle relazioni all'interno di una famiglia “normale” collocata all’interno di un contesto sociale anch’esso “normale”.
La famiglia Barber è una comune famiglia formata da tre membri: il padre – Andy, braccio destro del procuratore distrettuale -, la madre Laurie e il figlio 14enne Jacob; vivono in una tranquilla cittadina, Newton, dove raramente accadono eventi tragici e strani.
Ma si sa, arriva il momento in cui qualcosa cambia e infatti, il giorno 12 aprile 2007, nel noto e frequentato parco di Cold Springs Park, viene ritrovato il cadavere di un adolescente, coetaneo di Jacob, assassinato con tre ferite profonde sul torace, provocate da un coltello.
Chi è stato?
Le indagini iniziano immediatamente, tra lo sgomento generale e la preoccupazione dei genitori, che temono per l’incolumità dei propri figli.
A guidare il caso è proprio il nostro protagonista, Andy Barber, ma per poco; infatti, dopo aver incominciato ad indagare e a interrogare gli amici di scuola della vittima – Ben Rifkin – accade qualcosa di inaspettato e drammatico per la famiglia Barber, che da quel momento inizierà a vivere un vero e proprio incubo.
Un thriller che si rispetti non può non avere dei colpi di scena, che svelano pian piano al lettore pezzi di verità spiacevoli: nessun genitore dovrebbe mai trovarsi nella triste condizione di pensare che suo figlio possa commettere delle mostruosità, ma chi ci può assicurare che non possa accadere, senza che questo sia necessariamente da ricondurre (o forse sì...?) a delle colpe genitoriali?
E se sussiste il minimo dubbio che queste mostruosità siano state commesse dal proprio figlio, fin dove è giusto spingersi per difenderlo?
Seguendo lo sviluppo e degli eventi e dei tormenti interiori di Andy e sua moglie, arriveremo alla fine della storia... ma non pensate che tutti i dubbi e le domande su come i fatti si siano realmente svolti, troveranno risposta.
Non per tutto c’è sempre una spiegazione unica, razionale, certa; quando ad essere coinvolti in casi drammatici ed inquietanti siamo noi o i nostri cari, ogni pretesa obiettività svanisce come neve al sole perchè qualcosa dentro di noi difficilmente accetta di scontrarsi con realtà dure, troppo difficili da affrontare e davanti alle quali ci si sente troppo deboli e fragili...
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Ti tiene incollato fino alla fine!
Bellissimo questo thriller! Ti tiene incollato al libro fino alla fine, appena si finisce un capitolo non si riesce a non leggerne un altro!
E' ben scritto, scorrevole e avvincente, sebbene fin dall'inizio sia piuttosto chiaro chi sia il colpevole e non ci sia molta azione, la narrazione da parte di Andy e l'inserimento di alcune parti degli interrogatori sono azzeccati. Emblematiche le figure dei genitori, di Laurie soprattutto, ma meglio non aggiungere altro...alla fine capirete!
Davvero bello, comprerò altri libri di William Landay senz'altro!
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Mah...
Sinceramente questo libro è totalmente diverso da come me l'aspettavo. Totalmente incentrato su un omicidio che è già accaduto nel tempo in cui viene raccontata la storia e in cui non succede nulla, fino a quasi la fine. Tutto il libro è incentrato su un padre che cerca in tutti i modi di far vedere che suo figlio (che viene accusato dell'omicidio) non è il colpevole. É scritto in prima persona e io alla fine sono arrivata a odiare questo padre, sì è vero, i genitori devono difendere i figli, ma quando è troppo è veramente troppo. Non sto a dire altro per non rovinare la lettura a chi vuole comunque leggerlo, ma io vi suggerisco di arrivare direttamente agli altimi capitoli, dove sì e no accade qualcosa. Non aspettatevi un gran finale, perché a parere mio non c'è alcun finale. Il libro ti lascia con una grande amerezza.
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Conosciamo i nostri figli?
Si tratta di un bel giallo dove sono ben delineati i caratteri e i profili psicologici dei protagonisti.Su una tranquilla famiglia si rovescia la tragedia di veder implicato il proprio figlio adolescente in una idagine per omicidio.Si assiste allo sgretolarsi dei rapporti familiari mentre pian piano prende corpo un'ingombrante certezza.Il padre appare sempre deciso a credere nella innocenza del figlio,mentre la madre più fragile viene travolta dai dubbi e dalle ansie.Molto ben scritto il dibattito in aula.Si segue con interesse lo svolgersi degli eventi fino al vero colpo di scena finale.Magistralmente descritta la figura del figlio che appare come un personaggio non simpatico nè vittima,ma credibile con tutte le contraddizioni degli adolescenti.
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Giallo giudiziario, thriller, introspettivo!
Uscito in anteprima mondiale in Italia (negli USA sarà infatti pubblicato quasi un mese dopo), "In difesa di Jacob" viene definito dalla critica come l'evento dell'anno del genere giallo giudiziario, e l'autore (non molto famoso, con sole 2 pubblicazioni all'attivo, oltre a questa) viene paragonato ad autori del calibro di John Grisham e Scott Turow.
Io non sono affatto fan dei gialli giudiziari, diciamo che quando alla tv ci sono film con scene all'interno dei tribunali giro velocemente canale perché ho sempre avuto l'idea che fossero noiosi e, per questo motivo, non mi sono neanche mai avvicinata alla letteratura di questo genere, anche se i famosi Grisham e Turow li conosco per la loro indiscutibile fama e successo mondiale da loro riscosso. Quando ho scoperto che "In difesa di Jacob" faceva parte di questo filone narrativo e non, come avevo immaginato, del genere thriller a me più congeniale, ho avuto qualche piccola perplessità, accantonata immediatamente una volta iniziata la lettura.
"In difesa di Jacob" è un libro che appassiona e che si merita assolutamente tutte le lodi scritte sulla quarta di copertina. Parla di una famiglia americana normalissima, composta da marito, moglie e figlio quattordicenne Jacob, e che abita in un piccolo sobborgo periferico che nella mente appare come il solito paese in stile "Wisteria Lane" che siamo abituati a vedere in tutti i telefim, con casette a schiera e dall'aspetto perfetto ed impeccabile, un riflesso che la borghesia Americana vuole dare di sé. Il protagonista è Andy, il padre di Jacob, che in prima persona narra ciò che accadde alla sua famiglia. Lui era il vice procuratore distrettuale della sua contea, a lui si rivolgevano tutti i crimini svolti nella sua area di competenza. E quando un giorno si presentò il caso di un ragazzo accoltellato ed ucciso nelle vicinanze di casa sua e alla scuola che frequentava il figlio, non ci pensa due volte a prendere il caso per sé. Crede che sia suo dovere fare luce sull'assassinio del ragazzo, perché questa giovane morte lo riempie di apprensione e prima viene trovato il colpevole e meglio è. Anche suo figlio ha l'età del ragazzo ucciso e il pensiero che avrebbe potuto esserci lui al suo posto lo intimorisce. Ma forse lui non è la persona adatta a portare avanti il caso, è troppo coinvolto emotivamente, e non gli passa neppure per la testa che l'assassino possa celarsi in uno dei compagni di scuola. E quando la polizia insiste per interrogare i ragazzi viene alla luce un'altra pista da seguire. Che forse Jacob, il figlio tanto desiderato e che ha allevato e cresciuto con amore per 14 anni, può essere implicato in prima persona nell'omicidio. Andy è sgomento, cade assolutamente dalle nuvole, e non può credere a una cosa del genere. Il caso gli viene tolto, come anche il lavoro, per i suoi superiori finché non si chiarisce quasta faccenda non è più affidabile. La moglie è distrutta, anche lei vuole cercare a tutti i costi di salvare suo figlio dall'accusa di omicidio, ma, mentre Andy si dice assolutamente sicuro dell'innocenza del figlio, lei è invece più obiettiva e nella sua mente affiorano dei ricordi sul lato oscuro del carattere del figlio che non le danno pace.
Questo è un romanzo complesso, multisfaccettato. All'inizio parte come un thriller, per poi virare verso il giallo giudiziario, ma non solo. In questo romanzo ad essere veramente protagoniste sono le dinamiche familiari, un'introspezione accurata all'interno di una famiglia annientata dal dolore, che tenta disperatamente di salvare un figlio, nonostante le prove sembrino condannarlo. E che ruolo ha l'amato figlio in tutto questo? L'enigmatico ragazzo che dichiara solamente di non essere colpevole ma che in realtà non fa nulla per dimostrarlo realmente? Taciturno, cinico, dall'aria cupa.... ma non è il ritratto del 95% degli adolescenti? Non è normale che a quell'età i figli desiderino la loro privacy e facciano delle cose di nascosto? Con una più attenta analisi i genitori di Jacob verrano a conoscenza di fatti sul suo conto che avevano sempre ignorato. Fatti non molto belli, è vero, ma che non possono bastare a definirlo un assassino. O forse sì?
Non mi aspettavo davvero di leggere un libro che descrivesse così bene lo sgretolarsi dall'interno di una famiglia felice. L'autore scrive benissimo, e credo che il paragone con Grishman non sia affatto azzardato. La storia è incalzante, le descrizioni vivide, l'introspezione accurata. Anche i capitoli ambientati in aula di tribunale, per me i più ostici perché vengono descritte le prassi giudiziarie, scorrono bene, strano ma vero: non mi hanno annoiata! Sono in totale ben 540 pagine, ma le ho lette velocemente, senza fatica. Più avanzavo con la lettura più avevo voglia di continuare a leggere. E anche quando la storia sembra giunta al capolinea e il lettore è ormai convinto che tutto si concluderà presto, non vengono risparmiati colpi di scena imprevedibili che accompagnano fino all'ultimissima frase dell'ultimissima pagina.
Questo libro per me è stata una vera rivelazione: dovrò assolutamente rivalutare il genere dei gialli giudiziari, perché questo è riuscito a convincermi pienamente!
E se è riuscito ad appassionare me, che non avendo figli non sono a conoscenza del sentimento che lega un genitore alla propria prole, ma posso solo cercare di immedesimarmi, cosa ne penserà chi è già genitore? Se avete dei figli leggetelo! William Landay vi aprirà il mondo su una girandola di emozioni contrastanti sul rapporto genitore-figlio che non potrà lasciarvi indifferenti.