Imperial Bedrooms
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Piccoli mostri crescono
Venticinque anni dopo il lettore ha la possibilità di vedere come si svolgono le vite di Clay, Julian, Rip, Blair e altri protagonisti del bel romanzo "Meno di zero". Di solito si ricorre al luogo comune secondo cui il sequel è sempre e immancabilmente peggiore del prequel, ma questo è uno dei rari casi in cui il seguito batte l'originale. Questo "Imperial bedrooms" è scritto molto meglio perchè Ellis è ora un autore molto più maturo ed esperto del 21enne che era un tempo. La lettura è piacevole e scorrevole. E' un romanzo molto più omogeneo di "Meno di zero" e non si ha quasi mai l'impressione di stare leggendo qualcosa di superfluo e fuori tema perchè Ellis è diventato, in questi venticinque anni, uno degli scrittori più divertenti e interessanti. Il registro cambia spesso: si passa dal grottesco, all'horror con alcuni ammiccamenti allo stile del bel "American Psycho".
Per concludere, se siete lettori bigotti e superficiali lasciate perdere Ellis perchè rischiereste di riconoscervi troppo nei personaggi che l'autore americano sbeffeggia e ridicolizza volutamente. E non date retta agli analfabeti che vi sconsigliano questo romanzo.
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Clay era meglio che non tornasse.....
Forse Ellis ha bisogno di soldi... è il primo pensiero che ho fatto dopo aver letto questo noioso libro.
Forse era meglio che Clay non tornasse, perchè da vecchi fa tutto un po' più schifo, i cocktail non son più buoni e andare a letto con donne di 20 anni più giovani di te non ti fa onore. Soprattutto perchè vengono a letto solo perchè sei uno che conta nel cinema.
Insomma Clay delude un po' ... la sua abbbronzatura non fa rima con la pelle raggrinzita ..
Un libro stanco, che ho buttato via, manco in biblioteca me lo son tenuto perchè non rappresenta niente.
Un autore si ripete sempre un po' nei suoi libri ma con questo rischia di andare a fondo ripercorrendo già i suoi "deja vu".
Mi spiace che la parabola sia finita per Ellis, già con Glamorama aveva rischiato il fondo, però dai mi era piaciucchiato alla fine, Lunar Park va beh è la sua autobiografia .... ma questo è una bocciatura senza appello.
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L.A. Confidential in salsa pulp (servita a parte)
Sesso, droga, tradimenti, sangue e morte. Gli ingredienti per un thriller ci sono tutti. Ma si è mai visto Ellis scrivere un thriller? E infatti questo non lo è.
E cos'è allora?
Denuncia sociale dello stile di vita vuoto e lussurioso di Hollywood? No.
Grido disperato sulla vacuità del nostro tempo? No.
Violenta satira sui costumi americani? No.
Enigmatico esercizio di stile e livore? Sì.
Ed il problema sta tutto qui.
PS. Nota feticista: trovo che la copertina sia bellissima e senza di essa non mi sarei nemmeno avvicinata al romanzo.
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Imperial bedrooms - Bret Easton Ellis
Clay e' tornato, venticinque anni dopo, in una Los Angeles contemporanea che, agli occhi cinici e spietati di Ellis, appare pressoche' identica a come l'avevamo lasciata nei furoreggianti anni '80: vuota, vacua come le migliaia di effimere starlettes, promesse mancate di un cinema alla deriva dei contenuti, ma anche spietata e cruda con i deboli, accogliente e prerogativa di successo con i sempre piu' arroganti arrampicatori sociali, gli stessi appunto di 25 anni prima, qualora sopravvissuti agli eccessi di una gioventu' allo sbando. Ellis scrive quasi sempre lo stesso romanzo, sia che parli di lui in prima persona, ossessionato dai fantasmi delle sue creature su carta (Lunar Park, geniale), sia che riprenda le vicende di alcuni dei suoi cinici giovani protagonisti, che oltrepassate le quaranta primavere sembrano impassibilmente trattenere l'immaturita' e la spietatezza che gia' caratterizzavano le vuote esistenze nel campus universitario negli '80. Eccellente come gia' in precedenza la traduzione a cura di Giuseppe Culicchia, che cattura lo stile sorprendente di Ellis riproponendocelo in modo esemplare.