Il Vangelo proibito
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Il vangelo secondo Gibbins
Non è un libro di azione, perchè ce n'è poca e quella poca non è molto credibile. Non è un romanzo storico, perchè la storia è frammista alla fantasia. Ho l'impressione che Gibbins abbia volutamente esagerato per cavalcare l'onda di romanzi che prima di lui hanno fatto ricostruzioni fantasiose sulla nascita del cristianesimo. Così, partendo ha uno scavo archeologico, Jack Howard si è inoltrato in cunicoli ed in caverne sparse in tutto il globo che puntualmente hanno portato il geniale protagonista a fare scoperte incredibili. Reperti di inestimabile valore gli cadono letteralmente tra le mani e gli permettono di riscrivere parte della storia, nonchè di far tremare nientemeno che le più alte cariche del Vaticano.
Gibbins è un archeologo e quindi possiamo supporre che le sue ricostruzioni abbiano basi solide. Nonostante questo mi senbra che si sia spinto un pò troppo in là nell'immaginare poteri sotterranei e complotti internazionali. Le ricche ricostruzioni storiche sono certamente accurate, ma a volte avrebbero potuto essere più sintetiche a beneficio della scorrevolezza del testo. La continua interposizione tra realtà ed ipotesi, rende spesso difficile capire quando parla di fatti accertati e quando corre sulle ali della fantasia,
Evito di commentare il modo in cui l'Italia viene rappresetata nel romanzo. Da uno che si occupa di ricerca mi sarei aspettato che andasse oltre i luoghi comuni.
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non così male
Non sono del tutto d'accordo con i giudizi negativi espressi su questo libro. A me è piaciuto e non l'ho trovato lento e noioso, anzi...! Sicuramente le nozioni storiche rallentano un po' la trama, ma io le ho trovate interessanti, non nozionistiche e mi hanno aiutato a ricordare e approfondire un periodo storico per me molto intrigante e pieno di mistero. Le parti più di azione hanno compensato il rellentamento dovuto al racconto storico.
Per chi poi se l'è presa per la raffigurazione podo edificante di Napoli........si tratta pur sempre di un romanzo, non si può certo giudicare un libro da ciò e.......d'altra parte Napoli e il resto d'Italia non è che all'estero siano visti con parere tanto favorevole !!!!
Comunque, questa è solo la mia opinione.
Non male
Concordo in parte con chi ha lasciato commenti prima di me. Può risultare "noioso" in quanto,puntualmente, durante un scena intrigante,d'azione aggiunge molti fatti storici. Ma trovo la storia in se molto interessante e anche "reale" per esempio quando parla del potere della chiesa ecc. e trovo che abbia un buonissimo stile di scrittura(benchè aggiunga troppi fatti storici che a volte diventano pesanti).Difatti penso che se leggessi un suo libro che non contenga accenni storici,o almeno non troppi, ne rimarrei affascinata.
Ritengo che i commenti troppo negativi su questo libro derivano da Napoletani e zona... Soltanto perchè nel libro si parla della malavita della città. Non ritengo affatto giusto sminuire il libro per questo,in tutto il mondo Napoli è famosa sopratutto per la malavita ed è inutile negarlo. Anche se ovviamente ci sono anche cittadini onesti e leali.
Ora parlo da persona che non ha mai amato granchè la storia: partendo dalla scuola la Storia non mi è mai piaciuta molto(se non del 20° secolo),anzi,probabilmente è la materia che ho "odiato" di più.Questo libro,cosa che mai avrei creduto possibile, mi ha fatto piacere la storia e me l'ha fatta rimanere impressa nella mente(cosa che in anni di scuola nessun professore è riuscito a fare) e cosa ancora più assurda,benchè avrei preferito che tralasciasse delle parti storiche per non fermare l'azione, mi ha fatto venire voglia di sapere sempe più fatti storici proseguendo nella lettura del libro...
Non consiglio questo libro a chi ha soltanto voglia d'azione che,anche se non manca affatto,in questo libro è spesso interrotta da accenni storici. Ma lo consiglio a chi ama l'intrigo e a chi non pesa troppo un po' di sana storia.
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Noia all'ennesima potenza
Questo trattato storico è veramente ben fatto..... aspettate un attimo mi dicono che doveva essere un thriller, no no allora proprio non ci siamo, è di una lentezza esasperante senza nè capo nè coda, l'azione si infrange puntualmente su dei trattati storici che alla lunga diventano di una noia mortale per non parlare dei preconcetti idioti sull'Italia che ti fanno passare la voglia di andare alla pagina sucessiva.
Copiare Dan Brown ormai sembra essere lo sport preferito dagli scrittori, ebbene questo libro è veramente incompresibile e deludente sotto ogni punto di vista, se volete un libro da usare come coadiuvante al sonno questo fa per voi altrimenti non spendeteci nemmeno un euro
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Libro deludente
Un libro davvero deludente.
Sono rimasto davvero colpito in negativo dopo aver finito questo romanzo: tutto ruota su un punto che dovrebbe suscitare curiosità, fascino, interesse, ma questo punto viene costantemente sprecato per dar via ad una serie infinita di spiegoni, di cenni storici, che se all'inizio possono risultare interessanti, dopo un po' assorbono come una spugna l'intero racconto, lasciando l'azione a casa. Ciò non sarebbe male, se il libro in questione avesse una trama statica. Invece il romanzo possiede velleità 'action', dove i protagonisti scalano, cercano, si immergono (letteralmente) in un contesto che dovrebbe essere più dinamico. Il risultato è qualcosa di tedioso, un eterno tragitto dove cercare finalmente l'ambito traguardo, che invece non arriva mai. Gibbins ha di sicuro il merito di conoscere bene ciò che scrive, la precisione delle sue esegesi fanno intendere che l'autore conosca molto la storia, e dove vi sono buchi cronologici, sa come inventare, in maniera verosimile, cosa possa essere accaduto. Ma queste spiegazioni diventano ben presto l'unica sua preoccupazione, e quando la trama si infittisce, quando stai per scoprire finalmente qualcosa di affascinante, tornano di nuovo commenti e analisi storiche che spezzano quel momento atteso.
Ultima annotazione: Gibbins, per tutto il libro, dipinge la Napoli moderna unicamente come una città di ladri, truffatori, profittatori e indolenti. Da napoletano mi ritengo estremamente offeso, visto che, naturalmente, non siamo affatto tutto così.