Il traghettatore Il traghettatore

Il traghettatore

Letteratura straniera

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New York, anni Novanta. Joan Freeboard è un agente immobiliare di successo. Ha fra le mani un grande affare: la vendita di Elsewhere, una villa degli anni Trenta su una boscosa isola del fiume Hudson, disabitata da anni. Ma quella che sembra un’occasione d’oro nasconde un impedimento: si dice che la proprietà, già scena di diversi omicidi, sia infestata da fantasmi che uccidono chiunque vi soggiorni. Joan arruola allora un esperto di paranormale, una sensitiva e uno scrittore e insieme a loro si trasferisce nella villa per una settimana, per sfatare questa terribile nomea. Ma le cose andranno diversamente: i quattro sperimenteranno l’oscura forza delle presenze occulte che si aggirano nella casa, in un crescendo di terrore che li porterà a una imprevedibile e spaventosa rivelazione finale.



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Il traghettatore 2017-11-04 07:19:25 fablic
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fablic Opinione inserita da fablic    04 Novembre, 2017
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Il traghettatore è un mezzo flop...

Il traghettatore scritto da William Peter Blatty, consta di 200 pagine, il titolo originale è Elsewhere. Riguardo la scelta del titolo, non mi pronuncio, poiché è solo una questione di gusti. Il traghettatore è’ una ghost story, dalla trama molto intrigante. L’agente immobiliare newyorkese Joan Freeboard, ha l’occasione di vendere una villa degli anni 30 su posta un’isola, Elesewhere appunto, dove sono stati commessi diversi omicidi, e la casa sembra essere infestata dai fantasmi. Joan allo scopo di vendere la casa, ingaggerà una sensitiva, uno scrittore ed un esperto del paranormale. Il gruppo dovrà abitare nella villa per una settimana, alfine di sfatarne la sinistra fama. Gli eventi, durante il loro soggiorno, prenderanno una piega sempre più cupa, finchè la casa svelerà loro, tutti i suoi segreti. Fin dalle prime pagine, ho avuto difficoltà a concentrarmi sulla storia. I discorsi spiazzanti ed i personaggi poco delineati, creano un poco di confusione e sostanzialmente non succede niente fin tutta la prima parte del libro. Oltre alla confusione pertanto, subentra anche la noia! Nella seconda metà del romanzo, ovvero quando il gruppo si trasferisce dentro la villa, qualcosa inizia a cambiare. Le atmosfere diventano tetre, i misteri si infittiscono, malgrado la prima metà, si crea un climax che istiga bene o male, a proseguire nella lettura. Gli elementi che trovo “disturbanti”, sono i registri linguistici dei protagonisti. Dare e soprattutto Freeboard, sono abbastanza scurrili. Poco si addice ad un agente immobiliare di successo, che soggiorna in una casa con delle persone sconosciute, (Case e Trawley, che di contro sono molto educate), adottare un determinato tipo di linguaggio. Altra critica da muovere riguarda il ritmo della storia. E’ troppo spedito, i momenti di alta tensione, si sciolgono subito, come se lo scrittore avesse fretta di finire. Il difetto più grande comunque, quello che fa pendere l’ago della bilancia verso il basso, rimane la gestione della tecnica dell’incluing. Essa consiste nel rivelare gradualmente gli indizi, le funzioni ed i ruoli dei personaggi chiave. Ebbene, già a metà libro si intuisce come andrà a finire la storia, riprendendo peraltro un tema già sfruttato in un famoso film. Altro non posso dire, per non spoilerare il libro. In conclusione molti hanno comprato “Il traghettatore” di Blatty, sulla scia del suo capolavoro, ossia “L’esorcista”, ma è tutt’altra cosa. Il tema della casa infestata, a detta di quanti molti dicono, non è un tema trito e ritrito, basti citare “Nero Eterno” di David Falchi, per farmi accapponare la pelle. Spero che questa recensione, vi torni utile per poter valutare “cum grano salis”, la scelta di questo libro.

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Il traghettatore 2013-03-03 03:38:43 Francesco Bellucci
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Opinione inserita da Francesco Bellucci    03 Marzo, 2013

Blatty Blatty ..... stai perdendo colpi

Appena l'ho visto sullo scaffale del centro commerciale ho subito detto: "Blatty? mmmmhh... sono un superfifone ma questo libro deve essere mio". e così l'ho preso .... e pure scontato :D
Appena comincio a sfogliarlo mi annoia; mi annoia talmente tanto che decido di abbandonarlo sul mio acquario in testa al letto e rimane li per giorni, fin quando una sera, schifato dai programmi in tv, decido di buttare giù l'amaro boccone della noia (che non è la 'qualità' migliore in un libro) e mi sforzo in maniera sovrumana di andare avanti.
dopo una trentina di pagine mi ricredo e il libro per la prima volta mi coinvolge e man mano che vado avanti mi piace e mi lascia a fiato sospeso più di una volta. mi è piaciuta soprattutto la differenza caratteriale dei 4 personaggi del racconto:
-Joan Freeboard: agente immobiliare molto maschia, sempre inc*****a e con un discreto vocabolario di parolacce;
-Terence Dare, scrittore omosessuale amico di Joan, personaggio molto stravagante ma simpatico, carico di un sarcasmo tagliente;
--Anna Trawley: una medium di fama mondiale, donna tranqiulla e cortese ma allo stesso tempo molto attenta a ciò che la circonda;
-Gabriel Case: psicologo e professore all'università, è un'esperto di luoghi infestati ed è una persona molto riservata e rilassata;
Questi 4 "eroi" devono accertare che la famosa villa "Elsewhere", che un tempo era infestata, sia adesso un luogo sicuro e quindi vendibile dall'agente immobiliare Freeboard. Questa enorme e bellissima villa , però, è situata in un'isola nel bel mezzo delle acque di Manhattan, e da li è difficile fuggire .....

il libro (tralasciando le 30/40 pagine iniziali che sono a dir poco pallose) nel complesso mi è piaciuto, scorre liscio fino all'ultimo e il finale è a DOC, ma sinceramente mi aspettavo molta più pelle d'oca da un professionista della paura come Blatty....

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Il traghettatore 2012-12-24 10:52:25 Vinegar92
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Vinegar92 Opinione inserita da Vinegar92    24 Dicembre, 2012
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il traghettatore (?)

Ho comprato questo libro perchè cercavo una ghost story, magari ambientata in una casa infestata, e leggendo la trama questo sembrava il libro perfetto. ma solo 200 pagine?? vabbè andiamo avanti. comincio a leggere, bello, tutto sembra scorrere bene e con piacevolezza, ma sono già a 3/4 del libro senza rendermene conto, e la storia sembra appena cominciata.. Per concludere, ci troviamo di fronte a un finale davvero molto originale, ma allo stesso tempo sembrerebbe quasi buttato giù senza pensarci, come se Blatty stesse di fretta, infatti accadono TROPPI fatti in pochissime pagine.
In conclusione, non mi sento di dire che questo libro non mi è piaciuto, anzi, in certi momenti ha creato delle belle atmosfere tetre (anche se durate poco), ma mi ha deluso. Uno scrittore come Blatty, autore de L'esorcista poteva permettersi davvero MOLTO di più. Io credo che sarebbero bastate poco più di 100 pagine in più per rendere questo libro perfetto nel genere.

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Il traghettatore 2012-10-20 23:48:06 FabCat
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Opinione inserita da FabCat    21 Ottobre, 2012

Elsewhere

Il titolo originale è "Elsewhere" e ancora una volta si è scelto di tradurlo in un titolo italiano fuorviante e meno suggestivo. Elsewhere è quel libro che sai già che se ti prende non potrai interromperlo, anche per la sua brevità, e infatti così è accaduto: letto tutto d'un fiato.
I personaggi e i dialoghi sono molto divertenti, soprattutto il rapporto fra la protagonista Joan e il suo amico scrittore. Poi c'è la storia che da una parte può sembrare decisamente poco originale, ma è comunque essenziale, trascinante, inquietante quanto basta, con i colpi di scena al punto giusto.

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Il traghettatore 2012-10-11 07:53:26 alessio
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alessio Opinione inserita da alessio    11 Ottobre, 2012
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Si poteva fare di piu'

Ho comprato questo libro con delle aspettative positive visto chi è l'autore,ma purtroppo non è stato cosi.
L'idea della casa infestata dai fantasmi oggi giorno è un po' "superata" se poi è raccontata come in questo libro non stupisce affatto.Ho trovato i primi capitoli scritti un po' "confusionat"i scritti in maniera "veloce",come quasi a buttar giu parole,infatti il libro scorre spedito verso la fine diretto come un treno,una fine che si intuisce gia a metà del libro.Il volume conta poco piu' di 200 pagine dove Blatty poteva riempirle con qualche colpo di scena in piu', e creare piu' suspance.
Vediamo se nel prossimo libro Blatty riscatterà questo, perchè se vuole scrivere qualcosa che faccia veramente paura Lui sa come farlo.

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