Il talismano della Villette
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Gli intrighi della Villette
Le prime 80 pagine di questo romanzo sono state sofferte.
Ho dovuto ingranare un bel pò prima di cominciare a provare un minimo di interesse.
Sin dal principio si fa fatica a seguire il filo della narrazione a causa di salti improvvisi da una scena all'altra, in cui i personaggi cambiano senza preavviso (difetto che persevera per tutto il libro, peggiorato ulteriormente dal continuo divagare dei protagonisti che, durante gli appostamenti e le attese, si perdono in fantasticherie, arrivando persino a confondere il lettore).
Le descrizioni abbondano fin troppo, distogliendo a volte l'attenzione dall'azione principale.
Il dialogo fortemente razzista di alcuni personaggi secondari nei confronti degli orientali, poi, mi ha fatto rischiare di scaraventare il libro contro un muro e squinternarlo.
Per fortuna, come ho già accennato, da pagina 80 in poi la situazione comincia a farsi interessante.
Victor inizia le sue indagini e presto a lui si affiancherà il cognato.
Non avendo letto i primi libri della serie, non mi è ben chiaro l'esatto rapporto tra i due, le rispettive mogli e il signor Kenji: quest'ultimo a volte viene descritto come un padre adottivo per Victor e la sua sorellastra(?) Iris, a volte la sua figura viene ridotta a quella di semplice datore di lavoro.
Alcuni siparietti superflui sulla vita privata dei personaggi secondari potevano essere omessi, data la loro ininfluenza sul resto della storia.
Messi da parte questi "difetti", "Il talismano della villette" è un romanzo discretamente apprezzabile.
Conigliato agli amanti del genere senza troppe pretese.