Il taccuino di Sherlock Holmes
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Un ultimo sguardo da Baker Street 221b
Con questa quinta raccolta di storie brevi si conclude definitivamente l’epopea di Sherlock Holmes, quanto meno per mano di Sir Arthur Conan Doyle, perché gli epigoni certo non sono mancati.
Nei dodici racconti qui riuniti si alternano brutali atti di sangue a misteriose vicende in cui l’amore di una madre può essere confuso per crisi di vampirismo, il brutale cinismo di un nobile spiantato può far pensare a crimini ben più atroci e ferite raccapriccianti su innocui professori ci svelano che non tutti gli assassini hanno due gambe e due braccia… sole.
Nel 1927 Sir Conan Doyle, ormai anziano e dedito ad altri interessi che non riguardavano i gialli di Sherlock Holmes, decise di raccogliere in questo volumetto gli ultimi racconti sparsi dedicati al sorprendente investigatore londinese, facendoli precedere da un personale saluto ai suoi affezionati lettori di almeno due generazioni differenti.
Come al solito si tratta di storie variegate in cui non sempre c’è un delitto da spiegare, ma che hanno comunque, come caratteristica peculiare, quello stimolante mistero che, unico, sembrava scuotere Holmes dalla sua congenita apatia e dall'abuso di sostanze psicotrope.
È da segnalare che in questa serie, più che altrove, l’A. cerchi di esplorare diversi stili narrativi. Tra l’altro ben due episodi sono riferiti dalla viva voce di Holmes, che si schernisce per la sua incapacità di creare la medesima suspense che Watson sapeva infondere alle storie, mentre un altro ci viene narrato in terza persona.
Anche le vicende, pur se, oggi, non sempre ci appaiono originalissime e così misteriose, cercano vie nuove per svecchiare il consueto, confortevole cliché a cui ci aveva abituato l’A. e il risultato è tutt'altro che disprezzabile, poiché la prosa appare più fluida e alcuni atteggiamenti dei protagonisti e dei comprimari sono meno caricaturali.
Complessivamente quindi, si tratta di una raccolta piuttosto godibile e moderna. In essa possiamo pure goderci un’istantanea di Holmes, pacifico pensionato, che si dedica a lunghe passeggiate nel Sussex in compagnia di un affabile professore universitario. Agli amanti della figura dell’investigatore non può mancare questa lettura, un po’ malinconica e nostalgica, ma sicuramente all'altezza delle precedenti prove.