Il sospettato
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Pierre Chave
«… E così via, con calma, con prudenza, perché era tutto così fragile e non volevano rompere nulla.»
Sono state sufficienti poche parole del Barone su quegli avvenimenti tragici che sarebbero accaduti di lì a pochi giorni in quel della prossimità della capitale francese, per mettere in allarme Pierre Chave. È stato votato per l’azione diretta, Robert ha accettato una missione, K. lo ha convinto, gli altri sono tutti d’accordo, gli viene riferito. Non c’è tempo da perdere, pensa l’idealista, che immediatamente si mette in sella a una bicicletta trovata all’interno del teatro dove lavora come comparsa di terz’ordine, come direttore del palcoscenico, nonché come factotum, per raggiungere la stazione. Ha pochissimo tempo, ma deve far di tutto per impedire l’esplosione della fabbrica a Courbevoie, morti innocenti e vite inevitabilmente distrutte. Sono cinque anni che vive a Schaerbeek, Bruxelles, sono cinque anni che con sua moglie Marie e suo figlio Pierrot ha lasciato la Francia, sono cinque anni che ha disertato poiché anarchico barattando la terra d’origine per la propria libertà perché sa benissimo che se mai dovesse rimettervi piede, non lo attendono altro che mesi e mesi di galera. Tuttavia, non può sottrarsi al suo dovere, costi quel che costi. Varcare la frontiera, alla fine, non è stato poi così difficile, pensa, ma chi è il signor K.? Perché si è optato per un’azione così violenta quando lui e i suoi compagni hanno sempre seguito ideali ben lontani da vittime innocenti e carneficine? La polizia sospetta di lui, ma chi è il nemico? Di chi può fidarsi?
A distanza di circa trent’anni dalla sua morte Georges Simenon viene riproposto da Adelphi con un testo (pubblicato per la prima volta nel 1937 e in Italia con il titolo il “Sospettato” da Mondadori nel 1940, e di poi come “L’uomo sospetto” sempre da Mondadori nel 1953) dai ritmi serrati, dai molteplici colpi di scena e dalle variegate tematiche trattate. In merito basti pensare allo stesso Chave che è un sognatore, un uomo istruito, con radicati principi, che crede nella necessità di un cambiamento ma che al contempo è contrario alla violenza e al sangue. E così, nell’indifferenza più totale di chi lo circonda, accerchiato dalla polizia e ripudiato dagli stessi compagni che lo credono un traditore, per Pierre entrare in contatto con chi dovrà compiere la malefatta diventerà la cosa più importante. La sua frenesia, la sua tempesta interiore, il suo animo profondo colmano le pagine di questa avventura, mentre la quotidianità, l’ordinarietà, restano sullo sfondo e scorrono nella loro assoluta solita quiete.
Un libriccino di appena 142 pagine cartacee, 92 in formato digitale, che non lasciano indifferenti ma che anzi tengono incollato chi legge dall’inizio alla fine del componimento in un continuo di avvenimenti e riflessioni avvalorati da una penna che descrive luoghi, emozioni, pensieri, perplessità, paure, dubbi, dedizione e contraddizioni, senza alcuna difficoltà. Un autore che è sempre un piacere leggere e rileggere.