Il sigillo infranto
Letteratura straniera
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Fino a un certo punto!
Un'aura di mistero si sprigiona da questo romanzo dall'avvio incalzante con il furto di un prezioso sigillo capace di liberare forze oscure di grande potenza. Inizialmente abbindolati dal prezioso alone di quasi sacralità, come falene attratte dalla luce, si sprofonda in una mondo fatto di magia nera e di magia bianca, di apparizioni e di riti attraente quanto arcano, suadente quanto enigmatico.
Ma le ali si bruciano presto e il volo si conclude facendoci atterrare in una realtà nebulosa, appiccicaticcia e logora.
Una ricostruzione storica veritiera e plausibile sorregge le vicende del romanzo e dona consistenza al sigillo tanto far credere nella sua esistenza, ma questo non basta. Il romanzo si affossa, dopo le prime pagine, seppellito proprio dai suoi stessi punti di forza. Le trovate esoteriche, le apparizioni demoniache si fanno estremamente fantasiose, forzate poco credibili a tal punto che neppure la sospensione dell'incredulità può far apprezzare la trama e seguire la narrazione.
Il romanzo rallenta paurosamente sempre più affievolito, mentre la lettura si fa faticosa, la noia sostituisce l'attenzione e il desiderio di finire più in fretta possibile sostituisce l'interesse per le vicende.
Quei buoni personaggi iniziali diventano caricature senza più speranza di crescita, appiattendosi in uno o due caratteri predominanti privi di evoluzione durante la narrazione, quei templari e quelle reliquie in una prima fase ben amalgamate esplodono prendendo il sopravvento, facendo virare la trama in qualcosa di trito e ritrito privo dell'appeal iniziale.
Lo stile pulito non serve a fare di questa lettura una buona lettura.
Illusa dalle premesse, delusa dal risultato.
Indicazioni utili
- sì
- no