Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Il segreto di padre Brown
 

Il segreto di padre Brown Il segreto di padre Brown

Il segreto di padre Brown

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Pubblicata nel 1927, "Il segreto di padre Brown" è la quarta raccolta dei racconti sul famoso prete investigatore di Gilbert K. Chesterton. L'amico Flambeau ha ormai lasciato le scene, sia come criminale sia come investigatore, per ritirarsi al caldo della Spagna e godere di una vita semplice e famigliare. Padre Brown gli fa però visita e, davanti a un buon bicchiere di vino, racconta le sue ultime avventure, tutte ambientate in Inghilterra. Sono otto indagini diverse e sorprendenti, tra misteriosi personaggi orientali e cadenti castelli della Scozia, magistrati assassinati e fantasmi che si affacciano alle finestre. Ma, soprattutto, il prete investigatore spiegherà per la prima volta il suo metodo di indagine, tanto particolare e misterioso da aver fatto sorgere in molti suoi estimatori l'idea che sotto la tonaca nera si nasconda un vero e proprio mago.



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Il segreto di padre Brown 2022-02-02 16:45:03 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    02 Febbraio, 2022
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Le investigazioni in tonaca nera e ombrello

L’astuto e funambolico ladro Flambeau s’è ritirato in Spagna, in un castello immerso tra vigne e dolci declivi erbosi. Ha abbandonato il crimine e non fa più neppure l’investigatore privato, godendosi un meritato riposo con la famiglia. Lo raggiunge, per una rimpatriata, Padre Brown, l’astuto e intuitivo sacerdote con il quale in passato si è lungamente confrontato, prima su fronti opposti, poi come alleati contro il crimine. Qui il goffo pretino si fa convincere a narrare le sue ultime imprese di investigatore per caso e a rivelare a un piccolo gruppo di ascoltatori quale sia il suo infallibile metodo di indagine: immedesimarsi con l'assassino, usare i suoi sensi, vivere le sue emozioni, sostanzialmente commettere il medesimo crimine ricreandoselo nella mente.

Per quelli della mia generazione, Padre Brown ha il viso e le movenze da folletto di Renato Rascel, ma, soprattutto, è un ricordo garbato e gradevole di un diverso modo di fare investigazioni criminali. Tuttavia non mi ero mai avvicinato alla prosa di Chesterton e l’incontro con lo scrittore inglese è stato puramente fortuito, ma sostanzialmente gradevole. In questo romanzo, che, in realtà è una collana di racconti uniti dall’esilissimo filo della rievocazione, ci vengono proposte otto storie assai diverse le une dalle altre: si passa da funambolici furti apparentemente compiuti con poteri che paiono soprannaturali, a crudeli omicidi sapientemente premeditati, da crimini compiuti sull’onda di un impulso emotivo, a spietate vendette a sangue freddo dove le vittime sono peggiori dei carnefici.
In tutti questi casi la comparsa del piccolo prete rotondetto e dall’aria dimessa rappresenta l’elemento risolutivo dell’enigma. Con pochi astuti ragionamenti riesce a ritrovare il bandolo della matassa che porta alla soluzione che illustra in modo amabile impartendo, nel contempo, sani insegnamenti di dottrina cattolica.
La caratteristica peculiare di tutte le storie (cosa che ignoravo) è che alla risoluzione del caso non fa seguito la cattura e la giusta punizione del reo: il sacerdote individua il colpevole, ma quest’ultimo, quando non s’è pentito per i fatti suoi e ha posto rimedio alla mascalzonata, è già uccel di bosco, oppure ha ritenuto più onorevole punirsi da sé. Forse, in ossequio allo spirito evangelico che caratterizza tutte le vicende, l’A. riteneva sufficiente additare il responsabile alla pubblica riprovazione, lasciando a Dio il compito di fare giustizia in questo o nell’altro mondo.
I racconti sono tutti piuttosto gradevoli, anche se tutti hanno un difetto di fondo: la brevità dello spazio concesso a ogni storia e, forse, la stessa impostazione della narrazione, mortificano l’evolversi della trama; una volta enunciato l’enigma di turno (di frequente senza neppure illustrare tutti gli elementi che lo compongono; ahi, ahi, Van Dyne, dove sei?) ci viene offerta “magicamente” la soluzione con le parole di Padre Brown. A differenza di quanto avviene nei gialli classici non c’è un accumularsi centellinato di indizi e prove; al lettore non viene concesso di calarsi nella situazione descritta per cercare, egli stesso, di giungere alla soluzione, battendo in velocità il protagonista. Spesso solo allo scioglimento del rompicapo ci vengono comunicate le situazioni o circostanze che avrebbero dovuto indirizzare il nostro ragionamento. Insomma come giallista spesso Chesterton “bara” e nasconde le sue carte migliori.
Lo stile, però, è gradevole e armonico; le atmosfere della campagna inglese sono accoglienti e rilassanti; belle certe descrizioni di persone e paesaggi. I modi di Padre Brown, poi, pur apparentemente bruschi e imperscrutabili, sono sempre cortesi e “pastorali”; infine, ogni episodio non manca mai di lasciare una “chicca” evangelica da assaporare e sulla quale meditare in una sorta di catechismo in salsa poliziesca.

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consigliato a chi ama i gialli classici.
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