Il ritorno di Sherlock Holmes
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Elementare… Sherlock
Terza antologia di racconti dedicati all'investigatore di Baker Street 221b. È importante soprattutto perché si apre proprio con la sua “resurrezione”. Conan Doyle, aveva sperato di liberarsi del personaggio, diventato troppo ingombrante per lui, facendolo precipitare, assieme al suo mortale nemico prof. Moriarty, nell'orrido creato dalle cascate di Reichenbach, in Svizzera. Tuttavia i suoi affezionati lettori insistettero tanto da costringerlo a ripigliare la narrazione delle sue storie. Così ne “L’avventura della casa vuota” scopriamo che Holmes era sopravvissuto alla caduta, ma aveva dovuto nascondersi perché gli accoliti di Moriarty gli stavano ancora addosso e non gli davano tregua: volevano vendicarsi di lui. Un misterioso omicidio commesso in una camera chiusa ermeticamente dall'interno gli consentirà di chiudere i conti con i superstiti della banda e di ritornare, finalmente, a muoversi alla luce del sole per proseguire la sua lotta contro il crimine, ogni tipo di crimine.
A questa prima storia fanno seguito altri dodici racconti nei quali i fatti di sangue, gli omicidi, i reati contro la persona, si alternano a indagini meno angosciose (documenti scomparsi, prove d’esame trafugate, ragazzini rapiti, etc.), ma tutti intellettualmente intriganti e idonei a stuzzicare l’interesse dell’eclettico investigatore.
Come al solito si tratta di una lettura piacevole e distensiva, scritta con stile sobrio e accattivante che fluisce facile sotto i nostri occhi. A distanza di oltre un secolo dalla pubblicazione è inevitabile che l’aspetto più naif e ingenuo di queste costruzioni poliziesche venga alla superficie: lo smaliziato detective da poltrona di oggi non fa fatica a scoprire le incongruenze, le forzature e qualche dabbenaggine (come si fa a scambiare un mucchietto di ossa di un coniglio carbonizzate per resti umani?). Insomma molti casi sono troppo elementari per il sofisticato ed esigente palato moderno. Ma quando Conan Doyle scriveva eravamo ancora agli albori dell’indagine scientifica e dai poliziotti della fine del XIX secolo non si poteva pretendere l’acume di un analista alla C.S.I. o una effettiva competenza tecnica. Quindi un po’ d’indulgenza è d’obbligo.
Piuttosto va evidenziato come lo schema generale di tutte le storie ricalchi sempre, più o meno, il medesimo cliché, con conseguente prevedibilità nell'evoluzione della vicenda e parziale perdita di interesse nel lettore.
D’altro canto è stupefacente notare come ognuno di questi racconti si presti alla perfezione per essere adattato a sceneggiatura sia essa teatrale che cinematografica o, soprattutto, televisiva. Pur scritti in epoca in cui nemmeno si poteva immaginare la nascita di quest’ultimo potente strumento di intrattenimento di massa, la gestione dei tempi, dei personaggi e degli intrecci sono perfetti e fanno di queste collane di racconti una miniera inesauribile da cui trarre spunto. Conan Doyle, in anticipo sui tempi anche sotto questo profilo, si dimostra un fertilissimo autore e non stupisce che le sue storie siano state ampiamente saccheggiate per decine di telefilm e serie TV. Anche l’abile sotterfugio di richiamare spesso vecchie avventure o accennare a indagini che non sono mai state oggetto di autonomi racconti, ma che potrebbero stimolare la fantasia per nuovi intrecci, ci mostra come lo scrittore, che pur voleva sbarazzarsi del suo personaggio in modo così violento, sapesse (e sappia anche oggi) legare a sé il suo uditorio con maestria e una buona dose di furbizia.