Il respiro della marea
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Una piacevole scoperta
Siamo in Bretagna, in un paesino di quelli che lotta per strappare al mare e al vento qualche scampolo di benessere. Qui il carattere degli abitanti è ruvido, privo di orpelli sembra quasi scolpito nella roccia dal vento e poi modellato con tenacia dall'acquaregiola che impietosa si insinua anche nella roccia. Proprio qui Mary Lester sta compiendo i suoi primi pasi da poliziotto. Affidata a un supervisore poco incline a fare da mentore e ancora meno a seguire le intuizioni e gli entusiasmi di una ragazza. Il ritrovamento del cadavere di un barbone su una spiaggia è l'inizio del romanzo e delle indagini. La morte viene catalogata come accidentale da parte delle autorità, ma non da Mary. L'investigatrice sembra essere inseguita da incarichi all'apparenza di poco conto e di semplice soluzione. Ma lo sono solo se presi una alla volta. Se con calma si uniscono i puntini, invece ci sono troppe coincidenze, troppi avvenimenti bizzarri per un villaggio con poche anime. Sarò proprio Mary ad armarsi di pazienza e tenacia e portare a casa il risultato. Romanzo con un'ambientazione a metà tra il lugubre e il fiabesco. Molto abile l'autore nel rappresentarci a tratti in modo poetico l'ambientazione della Bretagna selvaggia, dalle sue parole traspare la sua passione per il mare e il fascino misterioso della marea che col suo andirivieni svela e nasconde a suo capriccio bellezze e vergogne. Ben costruito e svelato poco a poco anche il delitto che sta alla base del romanzo. una storia in definitiva semplice, ma raccontata con un'abilità tale da incuriosire e catturare il lettore. Conosco, con questo che è stato il suo primo scritto Jaen Failer e sono più che soddisfatta dall'incontro. Lieta di scoprire che ci sono ancora scrittori che si ricordano di non pensare solo a stupire ma anche produrre qualcosa di piacevole da leggere.