Il Quarto Protocollo
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Guerra fredda e doppiogioco
Periodo di guerra fredda tra i due blocchi contrapposti NATO versus Patto di Varsavia agli inizi della decade degli anni ’80; l’era di Gorbacev è imminente ma ancora in Unione Sovietica esiste una forte “nomenklatura” carica di privilegi e potere.
Il romanzo ipotizza la presenza di un documento top secret, appunto denominato “Quarto protocollo”, per mezzo del quale attivisti comunisti infiltrati nelle stanze della politica britannica che, per mezzo di particolari azioni segrete e sotto copertura, perseguono il sontuoso obiettivo di far uscire la Gran Bretagna dalla NATO e di conseguenza indebolire tutta l’organizzazione dei Paesi facenti parte del Patto Atlantico e successivamente della supremazia militare in tutta l’Europa.
Pedine e protagonisti fondamentali di questa kermesse sono da una parte un agente del servizio segreto britannico MI6 (controspionaggio) e dall’altra un uomo del KGB sovietico che da moltissimo tempo è infiltrato nel tessuto sociale inglese tanto da passare totalmente inosservato; quest’ultimo ha il compito di far esplodere un ordigno nucleare in una base aerea americana nel territorio britannico, che provochi decine di migliaia di morti, al fine di infiammare gli animi della popolazione e costringere il governo britannico a una graduale uscita dalla NATO:
Ma coloro che hanno ideato questo folle progetto non hanno fatto “i conti” sia con parte della nomenklatura sovietica che preferisce lo “status quo” al fine dei propri interessi personali e di carriera, sia con il fedele e ligio agente del MI6 il cui solo scopo è salvaguardare l’incolumità dei cittadini della sua nazione. I colpi di scena si susseguono in maniera complessa e intricata; nessuno è più affidabile e il doppio-giochismo ha la meglio sulle varie vicissitudini e accadimenti traumatici e letali.
Da questo romanzo è stato tratto un film “Quarto protocollo” i cui principali attori sono Michael Caine e Pierce Brosnan rispettivamente il “buono” (agente segreto inglese) e il “cattivo” e senza scrupoli (infiltrato del KGB).
Indicazioni utili
tensione "fredda"
C'è un aggettivo che accomuna tutti i libri di Forsyth: verosimile. I romanzi di questo autore non sono popolati da macho-men con i bicipiti extrasviluppati, ma sono costellati di persone dall'aspetto comune; giacche di tweed e pantaloni di velluto per gli uomini, normalissimi tailleur per le donne. Queste persone non hanno il grilletto facile, ma un acutissimo spirito d'osservazione, discrezione e tanta tenacia nel seguire una "pista". Detta così sembrerebbe che il libro sia noioso, invece il pathos c'è ed è una tensione "fredda", che deriva dalla meticolosità con cui l'autore ci spiega i dettagli del "mestiere" di spia. Tutti gli accorgimenti con cui i buoni non "bruciano" una buona preda, tutte le sottigliezze che l'organizzazione adopera per mantenere la massima segretezza e per trarre ottimi risultati anche con l'inganno.
Riguardo alla trama specifica di questo romanzo, senza svelare nulla, dico che la caduta del muro di Berlino ha segnato la netta fine di un epoca buia per l'umanità. Inevitabilmente però, qualche vittima l'ha lasciata sul campo: le migliori spy-story di sempre. Forsyth è uno che in questo genere è un maestro e questo è uno dei suoi maggiori successi sul filone guerra fredda. E' un romanzo dalla tensione gelida come la neve dell'URSS, silenzioso e penetrante. Un piccolo capolavoro.