Il presidente è scomparso
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Recensione della Redazione QLibri
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Una scomparsa autorevole
Il presidente è scomparso è considerato il thriller dell’anno, e reca in sé due autorevoli firme: uno è stato il Presidente degli Stati uniti nel 1992, rimasto in carica fino al 2001. Concluso il mandato ha creato la Clinton Foundation, dedicata al miglioramento delle condizioni di salute della popolazione mondiale, allo sviluppo delle pari opportunità per le donne, alla lotta contro l’obesità infantile e alla prevenzione in campo medico, allo sviluppo delle opportunità di crescita economica e allo studio degli effetti del cambiamento climatico. E’ autore di una serie di saggi che ha riscosso un grande successo di pubblico. L’altro, James Patterson, è un giallista di fama internazionale. Detiene il record dei Guinnes dei Primati per il numero di volte in cui i suoi romanzi hanno raggiunto il primo posto nelle classifiche del New York Times.
Insieme si cimentano nella scrittura a quattro mani, che diventa una ricetta perfetta per scrivere un thriller politico destinato a divenire un bestseller mondiale. Uno ha la competenza e una perfetta conoscenza dei meccanismi della politica americana e l’altro quelli della tecnica investigativa. Uniti sono questi gli elementi che caratterizzano e segnano fortemente tutta la narrazione, tramutandola in un thriller che non può non affascinare il lettore.
Il libro si apre con il Presidente degli Stati Uniti, Jonathan Duncan, impegnato a difendersi davanti alla Corte Costituzionale da un’accusa tanto grave quanto infamante, quella di impeachment:
“prima o poi, ogni presidente si trova a dover prendere decisioni in cui la scelta giusta da un punto di vista pratico è invece quella sbagliata sul piano politico. Se la posta in gioco è alta, bisogna seguire la propria coscienza e sperare che l’opinione pubblica cambi idea. In fondo è per quello che si viene eletti.”.
I suoi avversari politici sono furiosi e scatenati, vogliono assolutamente annientarlo. Lo accusano di aver avuto contatti telefonici ufficiosi ed equivoci con una delle pedine più importanti del terrorismo internazionale, tal Suliman Cindoruk:
“E il capo di questi Figli della Jihad non è forse un tale Suliman Cindoruk, signor presidente?
Ecco ci siamo. Cala l’asso.
Sì, Suliman Cindoruk è il loro leader.
Ed è considerato il cyber terrorista più pericoloso e prolifico del mondo, è così?
Mi sembra una buona definizione.
E’ nato in Turchia, ma non è musulmano. E’ un estremista laico e nazionalista che vuole combattere l’influenza occidentale sul Medio Oriente e sull’Asia Centrale. La sua jihad non ha nulla a che fare con la religione.”
Inoltre la scomparsa in Algeria di un importante agente americano, pare sacrificato alla causa, apre scenari inconsueti per il Presidente, che attaccato ovunque decide di sparire temporaneamente. Pare per salvare il suo stesso Paese e la sua integrità. Ma un Presidente può scomparire nel nulla, anche se per poco tempo, senza che nessuno ne sappia nulla? L’uomo più potente e difeso al mondo scompare, evanescente come l’acqua. Lo stesso Bill Clinton in alcune interviste ha specificato che in casi di grave ed assoluta criticità anche l’uomo più potente al mondo può scomparire, sebbene per periodi brevi e al fine di risolvere questioni spinose. Così operando anche ad essere protetto nel modo e ne tempi normalmente configurati. Il libro è molto intrigante, e traspare nettamente una conoscenza perfetta non solo dei meccanismi e dei sotterfugi della politica americana, ma anche del ruolo e della vita che si svolge all’interno della Casa Bianca. L’ambientazione è tratteggiata in modo sapiente, ad esempio quando parla:
“La “stanza” è la Sala Roosevelt, di fronte allo Studio Ovale. Perfetta tanto per le riunioni, quanto per la finta udienza della commissione speciale, visto che tra i cimeli appesi alle pareti campeggia sia il ritratto di Teddy Roosevelt a cavallo con l’uniforme dei Rough Riders, sia il Premio Nobel per la pace attribuitogli per la risoluzione del conflitto russo-giapponese. Non ci sono finestre, gli ingressi si possono chiudere e proteggere facilmente.”
Un thriller che scarica adrenalina, si sente e si percepisce la pressione degli eventi, il peso delle decisioni lampo, il ruolo determinante ed egemonico di una figura così importante. Di grande attualità per gli argomenti trattati, che spaziano dalla minaccia jhadista, al terrorismo internazionale alla minaccia del cyber e dell’hackeraggio. Un libro che narra con perizia e sapienza narrativa dei misteri e dei segreti celati intorno alla Casa Bianca, quella fortezza che pare inespugnabile agli occhi di tutto il mondo, ma che forse non è proprio così. Per non parlare delle difficoltà psicologiche, delle logiche astruse di potere, vissute da un uomo forse più potente al mondo, che in questo caso si rivela anche e soprattutto nel lato umano della propria personalità e della propria intima solitudine. Nessun dubbio che questo libro sia destinato ad avere un successo planetario.
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God bless America
Difficile stabilire quanto ci sia di James Patterson e quanto di Bill Clinton in questo romanzo techno-thriller fanta-politico scritto a quattro mani: certamente i due autori non hanno bisogno di presentazioni, il primo scrittore di thriller di grande successo internazionale tanto da trovarsi al primo posto nella classifica mondiale degli scrittori più facoltosi e l'altro ex presidente degli Stati Uniti per ben due mandati durante i quali ha raggiunto un elevato indice di gradimento popolare per le importanti riforme approvate in ambito sanitario e sociale.
E' come quando si tenta di individuare i tratti somatici dei due genitori in un bimbo appena concepito, spesso risulta impossibile distinguerli nettamente.. se si esclude, ovviamente, il giudizio inconfutabile delle suocere che riconoscono sempre nel neonato un clone perfetto del proprio figlio/a o comunque di un altro componente della propria stirpe.
Tuttavia se volessi azzardare un'ipotesi, a mio parere imparziale non essendo una suocera e non appartenendo (ahimè) nè alla famiglia Patterson nè a quella Clinton, sarei propenso ad attribuire allo scrittore statunitense il merito di aver impresso al racconto un ritmo incalzante che raggiunge picchi di tensione narrativa sin dalle prime pagine del libro e si mantiene costante per tutta la trama già di per sè ricca di peripezie e colpi di scena: il gruppo terroristico dei Figli della Jihad ed il loro leader Suliman Cindoruk mantengono sotto scacco gli Stati Uniti d'America con la minaccia di un attacco cyber senza precedenti nella storia, in grado di infettare con un virus di nuova generazione tutti i dispositivi connessi alla rete cancellando i dati archiviati e rendendoli così inutilizzabili:
"Sono Suliman Cindoruk. E sto per resettare il mondo."
Facile immaginare le conseguenze disastrose di una simile eventualità: tutti i servizi di primaria importanza per la popolazione non sarebbero più garantiti, banche, ospedali, acquedotti, tutto smetterebbe di funzionare e l'America prima, il resto del mondo poi, finirebbe nel caos e disordine assoluto. Senza tener conto che nazioni nemiche potrebbero approfittare dell'estrema vulnerabilità in cui cadrebbero gli Stati Uniti per condurre azioni di forza ai danni dell'Occidente.
“Uno dei paradossi dell’epoca moderna è che il progresso può renderci più potenti, ma anche più vulnerabili. Voi credete di essere all’apice del vostro potere, credete di essere in grado di fare cose senza precedenti. Ma io vi vedo all’apice della vostra vulnerabilità. E la ragione di tutto ciò è la dipendenza. La nostra società è diventata completamente dipendente dalla tecnologia”.
Pagina dopo pagina si delinea così uno scenario apocalittico in cui il presidente Jonathan Lincoln Duncan, al suo primo mandato e con un passato di valoroso marine, dovrà combattere contro il tempo, contro il rischio di trombosi a causa della sua malattia ematica degenerata nell'ultimo periodo, contro un gruppo di mercenari assoldati dai terroristi per eliminare l'unico hacker in grado di fermare il virus e contro un membro non ancora identificato del suo gruppo di collaboratori accusato di tradimento per aver divulgato informazioni riservate.
Ma se tutto ciò è frutto della penna adrenalinica di Patterson quale sarà stato dunque il contributo della penna di Clinton? Presumo l'accurata descrizione della complessa macchina burocratica che ruota intorno alla Casa Bianca, i complotti politici, gli stratagemmi e compromessi necessari per mantenere un governo stabile nel tentativo di salvaguardare quanto più possibile gli interessi del popolo americano e, ovviamente, anche i propri interessi, quelli del presidente, essendo il nostro protagonista oggetto di un tentativo di impeachment da parte del rappresentante dell'opposizione, come se non avesse già abbastanza guai da risolvere.
E certamente in tema di impeachment Clinton vanta un'esperienza non trascurabile considerato il suo coinvolgimento nello scandalo Lewinsky che tutti ricordiamo.
In definitiva, un altro colpo a segno per Patterson che non delude sicuramente le aspettative dei suoi lettori regalando loro un thriller ad alto tasso adrenalinico reso ancor più coinvolgente dalla 'consulenza specialistica' di Bill Clinton. Il quale, forse fin troppo desideroso di farlo durante la sua permanenza alla Casa Bianca ma non avendone avuto possibilità per mancanza di catastrofi, impatti di meteore vaganti o UFO in arrivo, non ha probabilmente saputo resistere qui alla tentazione di propinarci il solito discorso nazional-patriottico stile Armageddon o Indipendence Day che avrei preferito evitare di leggere. Ma, signori, l'America è anche questo e .. 'Dio benedica l'America e tutti quelli che la chiamano patria':
Al termine della Convenzione di Philadelphia, qualcuno del popolo chiese a Benjamin Franklin che tipo di governo ci avessero dato i nostri fondatori. Lui rispose: "Una repubblica, se sarete in grado di mantenerla." Questo è un compito che nessun presidente può svolgere da solo. E' compito di noi tutti mantenere quella repubblica. E trarne il meglio."
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Un'accoppiata di grande successo.
Due autori che metterebbero in soggezione qualsiasi opinionista: il primo, Bill Clinton, ex presidente americano, al suo primo romanzo, il secondo, James Patterson, lo scrittore di gialli più venduto al mondo. Devo dire che questa collaborazione senza precedenti e inaspettata funziona bene, un equilibrato e sapiente mix di due stili di scrittura diversi: da un lato Clinton che ci fa partecipi di eventi e di attività di personaggi istituzionali della Casa Bianca e della politica internazionale, con abbondanza di annotazioni e particolari curiosi e di osservazioni critiche, dall’altro Patterson, esperto giallista, che sembra occuparsi dei capitoli più brevi e concitati, ad alta tensione emotiva, ove prevale l’azione, ricca di colpi di scena, inseguimenti, sparatorie. La trama è presto detta. Un gruppo di prìncipi sauditi dissidenti trama per rovesciare il legittimo sovrano e spostare in suo favore gli equilibri mondiali: a tale scopo assolda, con i miliardari proventi del petrolio, alcuni terroristi Jihadisti esperti hackers per minare ed annientare con un sofisticato virus informatico i gangli più importanti della vita sociale, economica e militare americana. L’ora e il giorno dell’attentato cyberterroristico viene a conoscenza del presidente americano, Jonathan Lincoln Duncan, che, con vari accorgimenti abbandonerà la Casa Bianca sotto false spoglie, dando inizio ad un’avventurosa schermaglia con gli attentatori che si trascinerà per un centinaio di capitoli mozzafiato e si concluderà con successo, offuscato però da una sconcertante ed inattesa rivelazione. La mano di Clinton si avverte soprattutto nella prima parte del romanzo, quando il presidente Duncan (che narra in prima persona) indugia su vicende che ruotano attorno alla Casa Bianca: si allude ad un’indagine per impeachment, si tratteggiano i caratteri dei collaboratori, dai più fidati a quelli dal comportamento ambiguo, si raccontano vicende personali del presidente stesso, dalla morte dell’amatissima moglie Rachel e dall’amore per la figlia Lilli, al servizio militare di Duncan in Iraq, con la prigionia e le torture subite. Ne esce una figura presidenziale ( Duncan alter ego di Clinton) esaltata, leale verso il suo Paese e disposta anche al sacrificio della sua stessa vita. Non mancano giudizi, a volte stereotipati, su alcuni Grandi della Terra: il cancelliere tedesco dagli atteggiamenti militareschi, la presidente israeliana ed il feeling straordinario con Duncan, il primo ministro russo, infido e sospettato di collusione con il terrorismo jihadista. Nulla di nuovo, ma lo scrittore Clinton accentua forse volutamente i caratteri di alcuni suoi omologhi mondiali alludendo a vecchie, risapute e non dimenticate manovre politiche. Due annotazioni finali. Il presidente Duncan soffre di Trombocitopenia idiopatica, con livelli di piastrine bassissimi che necessitano di interventi farmacologici costanti, poco compatibili (e credibili) a mio giudizio con la sua attività frenetica e debilitante durante la scomparsa. L’annotazione positiva è che sembra già in allestimento una adattamento televisivo (rete americana ShowTime) del romanzo: non potrà essere che un grande successo.
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Il capo del mondo libero
"Ho giurato di difendere questo Paese e al momento sono l'unico in grado di farlo."
Tipica frase, nel solito, impeccabile stile alla James Patterson, che promette una trama fuori dagli schemi, sempre pronta a stupire con colpi di scena il proprio, fedelissimo seguito di lettori.
Il titolo è omografo di un classico del giallo di Rex Stout, ma è qualcosa di totalmente diverso.
Un thriller serrato, che inizia lentamente come una puntata di House of cards e poi ti travolge come se stessi seguendo una di Homeland. L'esordio alla scrittura del presidente Bill Clinton si rivela un successo, grazie alla collaborazione con James Patterson: un nome e una garanzia per far sì che IL PRESIDENTE È SCOMPARSO diventi l'ennesimo, riuscitissimo bestseller.
È un romanzo che cambia spesso ritmo, ma è narrato talmente bene che il lettore passa da una scena all'altra senza rendersene conto, accompagnato dalla sapiente dinamicità narrativa di Patterson.
Protagonista di questa nuova storia è un personaggio realmente inaspettato: il Presidente degli Stati Uniti, l'uomo più importante del mondo, il leader della società democratica. È lui che, in una corsa contro il tempo, deve sventare la propagazione di un virus informatico, risolvendo una catastrofe di portata mondiale. È soltanto lui, l'uomo giusto al momento giusto, destinato a risolvere una importante e vitale crisi internazionale. Soltanto lui può salvare la civiltà.
Nonostante una serie di problemi fisici ed avversità, che acuiscono la suspense, durante la narrazione, il Presidente non demorde, non abbandona il suo ruolo, tiene fede al giuramento fatto alla sua nazione.
È un thriller adrenalinico, ricco di colpi di scena, inedito nella trama, avvincente nello stile, coinvolgente nella scelta dei personaggi e dei temi trattati.