Il predicatore
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Giallo fanatcreligioso
Romanzo gradevole, ma niente di eccezionale. A tratti complicato da seguire attraverso tutti i legami di parentela che si rincorrono passando allegramente tra incesti, tradimenti e scorrettezze amorose. Nel complesso, però il risultato finale è una trama ben studiata, abbastanza originale e pur nella sua follia anche credibile. Protagonisti del romanzo sono una coppia: lui investigatore, lei per il momento moglie incinta e poco attiva, ma mi dicono che col marito ha già risolto parecchie altre indagini tanto da aver già completato una collana di romanzi. La storia parte dal ritrovamento di tre cadaveri in un luogo piuttosto frequentato dai turisti. Uno è quello di una ragazza scomparsa di recente. Gli altri due appartengono a ragazze scomparse da decenni. Tutti e tre sono state torturate a lungo. L'impressione è che il carnefice abbia eseguito la stessa procedure su tutte le ragazze. Allora si tratta della stessa persona tornata in attività? Peccato che il principale sospettato dei primi due delitti sia morto da tempo. A questo punto la caccia è aperta: tutte le ipotesi sono valide e vanno verificate. Niente fretta all'inizio: tanto l'ultima vittima è morta. Ma poi scompare un'altra giovane e allora le indagini si fanno serrate e nonostante la polizia sembri girare in circolo va sempre a finire sulla porta di casa della stessa famiglia. Accurate la indagini anche se trovo che l'autrice abbia preso qualche scorciatoia, bello, inaspettato e particolarmente crudele il fiale.
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UN NUOVO CASO PER ERICA E PATRIK
Ho letto il secondo capitolo della serie gialla/crime dedicata a Erica Falck e Patrik Hedstrom.
Avevamo lasciato Erica incinta di Patrik e alle prese con la pubblicazione del suo primo romanzo che poi ha ottenuto un grande successo.
In questo libro viene ritrovata una giovane donna martoriata, ma sotto quel cadavere verranno alla luce degli scheletri femminili, probabilmente appartenenti ad altre due giovani scomparse nel 1979.
Qui inizia un’intricata indagine, che non sarà così facile da risolvere in quanto molte persone celano la verità e nascondono molti segreti.
Al di là del giallo di cui non voglio parlarvi ulteriormente, posso dire che ho iniziato questa lettura con positività, nonostante i molti pareri negativi che ho trovato nei commenti di alcuni lettori.
Devo dire che Erica, rispetto al primo libro, qui è un personaggio secondario se non marginale, non interviene molto nell’indagine dove indagherà per lo più Patrik.
E’ normale che l’autrice non l’abbia più di tanto coinvolta e credo sia una scelta anche coerente, Erica è incinta di otto mesi e sta vivendo nel bel mezzo di un’estate torrida e molto afosa. Come avrebbe potuto indagare? Sarebbe stata una scelta quanto meno discutibile, certo poteva discutere di più il caso con il suo fidanzato ma non ho trovato questo punto così negativo, ma solo realista.
Poi ormai i protagonisti sono due, Erica e Patrik e quindi è giusto che ci sia spazio anche per lui.
Con questo non credo che questo sia il miglior giallo che abbia mai letto, nel senso che secondo me è anche troppo intricato e alcune parti mi sono risultate pesanti.
Devo dire anche però che lo stile della Lackberg è sempre molto ricco di dettagli e molto curato nella descrizione dei personaggi, indagando soprattutto all’interno della loro psicologia, andando a raccontarci anche i loro lati oscuri.
Non mancheranno i contrasti tra Erica, la sorella Anna e l’ex marito di lei, che la continua a tormentare, ma credo che sia giusto anche parlare di quello che succede al di fuori del caso, ogni libro ha un giallo diverso ma quello che rimane è la storia in sottofondo.
Il rapporto invece tra Erica e Patrik proceda nel migliore dei modi, i due giovani si amano anche se intuisce come sia sempre Erica ad avere le redini del loro rapporto.
In questo romanzo è sicuramente il caso che la fa da padrone e trovo comunque interessante continuare a scoprire cosa succederà anche nel privato ai nostri due protagonisti.
E’ sempre piacevole tornare a leggere qualcosa di questa autrice che ti sa catturare, ha qualcosa nel suo modo di scrivere che ti fa proseguire la lettura, sebbene ci sia qualche piccolo ostacolo da superare.
Credo che sia molto intrigante e interessante scoprire qualcosa di nuovo sui paesi nordici, così sconosciuti e affascinanti.
Sono pronta quindi per leggere il terzo capitolo della serie!
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Parenti serpenti
“ Si troverà ad indagare su ladri, avari, prepotenti; la più detestabile collezione di individui che lei abbia mai conosciuto: la mia famiglia “.
La famosa citazione è tratta da “ Uomini che odiano le donne “ di Stieg Larsson. Più precisamente è l’ affermazione con cui l’ industriale Henrik Vanger affida al giornalista Mikael Blomqvist il compito di indagare all’ interno della propria famiglia alla ricerca del colpevole della scomparsa della nipote.
Il paragone tra il primo capitolo della trilogia Millennium pubblicato nel 2005 ed il secondo della celebre serie di Camilla Lackberg è tanto inevitabile quanto ingiusto. Anche “ Il Predicatore “ affida le sue fortune editoriali e commerciali al collaudato enigma a camera chiusa in stile Agatha Christie con al centro dell’ attenzione una famiglia celebre in un piccolo contesto ambientale. Verrebbe naturale dire che è una parzialmente riuscita scopiazzatura del capolavoro di Larsson. In realtà il confronto regge fino ad un certo punto; l’ opera del compianto scrittore è non solo dotata di un respiro ed un’ ambizione maggiori ma soprattutto è temporalmente successiva a quella della Lackberg, datata 2004.
L’ accoppiata sentimentale scrittrice-poliziotto tra Erica Falck e Patrick Hedstrom procede a gonfie vele, se si escludono le inevitabili fatiche vissute dalla protagonista giunta all’ ottavo mese di gravidanza. Nel bel mezzo delle ferie il dovere chiama, e Patrick è costretto a tornare in servizio per risolvere un caso insolito. Sotto al corpo di una giovane donna trovata senza vita vengono scoperti i resti di due ragazze scomparse ventiquattro anni prima nell’ estate del 1979. Il caso non era stato risolto ma aveva sconvolto l’ opinione pubblica. Gabriel Hult aveva dichiarato di aver visto il fratello Johannes in compagnia delle ragazze. Il successivo suicidio di Johannes era sembrata una tacita ammissione di colpevolezza. A complicare la faccenda il contesto familiare dei due fratelli, figli del discusso ed eccentrico pastore nonconformista Ephraim Hult che dopo la sua morte aveva lasciato tutto in eredità ad un solo ramo della famiglia trascurando l’ altro e creando non pochi dissidi.
Camilla Lackberg prosegue con un genere particolare di poliziesco che affianca l’ indagine alla vita quotidiana dei protagonisti donando alla lettura una sfumatura rosa in grado di allargare il bacino di lettori e lettrici affezionati. Rispetto al precedente “ La principessa di ghiaccio “ la riuscita è opposta. Il caso da risolvere è più affascinante e la qualità della trama migliore. La vicenda della famiglia Hult appassiona ed ho apprezzato il lento, razionale e realistico proseguire dell’ indagine affidato non solo alle intuizioni di Patrick e colleghi ma soprattutto alla parte scientifica e di laboratorio con l’ analisi delle prove acquisite, spesso trascurata nel genere. Lodevole anche il contrasto tra la spensierata tranquillità dell’ ambientazione marittima, l’ incantevole Fjallbacka, e l’ atmosfera cupa e opprimente che si respira nelle tenute padronali degli Hult.
Funziona meno invece l’ altro lato della medaglia. Nel primo romanzo la reciproca scoperta tra Patrick ed Erica e la storia della sorella di quest’ ultima, Anna, alle prese con un marito violento rappresentavano piacevoli diversivi. Stavolta il compito è affidato a ripetitive, evitabili e marginali comparse di parenti e amici desiderosi di approfittare dell’ ospitalità dei protagonisti per godersi le bellezze di Fjallbacka e piuttosto insolenti e improbabili nel pretendere di essere serviti e riveriti da una donna in avanzato stato interessante.
“ Il Predicatore “ resta un giallo intrigante, di facile e piacevole lettura che nonostante qualche riserva mi ha convinto a proseguire la serie di questa autrice di successo.
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Chi predica bene, razzola male...
E' proprio il caso di dire: 'chi predica bene, razzola male'.
Siamo a Fjällbacka, una ridente e coloratissima cittadina sulla costa ovest della Svezia animata da centinaia di turisti che la prediligono come meta per le vacanze estive.
E sembra sia consuetudine degli svedesi quella di approfittare della cortesia e gentilezza di parenti ed amici che abitano a Fjällbacka per intrufolarsi nelle loro case evitando così il soggiorno negli hotel sicuramente più costosi.
Ed è proprio quello che accade ad Erica e Patrik Hedström che improvvisamente si ritrovano il loro piccolo appartamento invaso prima da cugini di Erica, con terribili pargoli al seguito, e poi da amici di Patrick affetti da logorrea acuta; insomma, non certo piacevoli e gradite sorprese per i due padroni di casa, tanto più che Erica è incinta ormai da 8 mesi e prossima al parto mentre Patrick è a capo delle indagini per l'omicidio di una giovane ragazza tedesca, trovata morta e completamente nuda nei pressi di Fjällbacka in compagnia di due scheletri.
Un particolare interessante è che il cadavere della ragazza presenta numerose fratture ossee, analoghe a quelle riscontrate sugli scheletri che le analisi hanno dimostrato appartenere a due ragazze scomparse circa vent'anni prima.
Un caso alquanto complicato per Patrick su cui pesa anche il fattore tempo e la tensione dovuta alla scomparsa recente di un'altra ragazza che potrebbe subire la stessa tragica sorte se l'identità del killer non fosse individuata subito con certezza.
L'unica informazione nelle mani di Patrick è Johannes Hult, il nome di colui che vent'anni prima era stato sospettato del rapimento delle due ragazze e trovato morto poco dopo nella fattoria di famiglia, probabilmente suicidatosi per il peso della vergogna ed incoraggiando con tale gesto il sospetto sulla sua colpevolezza.
Per questo motivo le indagini proseguono nell'unica direzione possibile, quella cioè che parte da Johannes Hult e coinvolge poco alla volta tutti i componenti della famiglia Hult viventi e defunti, sino al capostipite Ephraim Hult, noto come il 'predicatore' per la sua straordinaria facondia e capacità dialettica, tale da infiammare gli animi di molti suoi concittadini divenuti poi seguaci in una comunità non conformista.
Inutile dire, come ben potrete immaginare, che diversi segreti e misfatti emergeranno scavando nella storia di questa famiglia.
E per chi, come me, ha amato la trilogia Millennium di Larsson il confronto è inevitabile: molte sono le somiglianze tra la famiglia Hult e la famiglia Vanger in "Uomini che odiano le donne".
Famiglie rispettabili, in apparenza, ricche e potenti: ma non è sempre oro ciò che luccica.
Larsson, però, mette a nudo le debolezze ed i peccati della famiglia Vanger calandoli in una trama fitta di vicende e ricca di personaggi magistralmente costruita tanto da mantenere sempre viva l'attenzione e la curiosità di chi legge: basti pensare all'ineccepibile colpo di scena finale o al personaggio di Lisbeth la cui 'tragedia personale' diventa quasi un romanzo nel romanzo, appassionando tanto quanto gli intrighi della famiglia Vanger.
Camilla Lackberg ci prova allo stesso modo con risultati apprezzabili ma, a mio parere, non comparabili con quelli raggiunti da Larsson.
In questo romanzo, l'autrice mostra sicuramente maggiore attenzione e cura nella costruzione della trama poliziesca, calibrando adeguatamente i tempi con cui si evolvono le indagini evitando così di lasciar trapelare con eccessivo anticipo il finale; e la parte poliziesca è sicuramente quella meglio riuscita, soprattutto se paragonata al primo romanzo della Lackberg “La principessa di ghiaccio” che ho portato a termine con grande difficoltà, per quanto scialbo e noioso.
E' il resto che fa la differenza con Larsson: decine di pagine in cui vengono descritte le sopra citate 'invasioni' estive di parenti e amici, completamente inutili ai fini della storia e difficilmente giustificabili se non dettate dall'esigenza di aumentare il volume del libro; oppure il personaggio di Anna, sorella di Erika, che compare improvvisamente nel romanzo ed altrettanto improvvisamente scompare lasciando insoluti e sospesi i suoi problemi sentimentali.
Insomma, non credo di sbagliarmi molto definendo "Il predicatore" come la brutta copia di "Uomini che odiano le donne".
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DAVVERO AVVINCENTE...
a me è piaciuto molto, anche più della "principessa di ghiaccio, molto piu' noir e intrigante secondo me, ed è vero, è stato piacevole come tornare a "casa" immaginarsi la cittadina di Fjallbacka in estate dopo la prima avventura in inverno... la storia è molto ben scritta e nonostante abbia avuto un pò di difficoltà a capire l'albero genealogico dei protagonisti poi è andato tutto al posto giusto... insomma un libro consigliatissimo, Camilla Lackberg si è rivelata una piacevolissima sorpresa.
Sto leggendo il terzo della serie e poi passerò all'ultimo (tradotto) sperando che i traduttori cerchino di fare in fretta con gli altri :)
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Cosa si nasconde dietro al predicatore
Non capisco davvero i commenti negativi in riferimento alla lunghezza e al contenuto. Quattrocento pagine io le ho divorate in tre giorni, trovando il libro piacevole e personalmente anche migliore della Principessa di Ghiaccio.
Il fatto che Erica, indiscussa protagonista del precedente episodio della serie, non venga coinvolta nelle indagini relative alle donne scomparse viene compensato dall'intrigo a cui i poliziotti di Tamumshede dovranno lavorare. Un vero rompicapo che appassiona e tiene col fiato sospeso rivelando ai lettori una storia familiare fatta di imbrogli e segreti, agli occhi di una società svedese che spazia dagli anni settanta ad oggi.
Valgono da soli le poche righe rigorosamente in carattere corsivo sparse per il libro, i flash-back che la Lackberg mette in evidenza mettendo ogni parola al punto giusto, come è solita fare da maestra del noir. Evidente il contrasto nella descrizione della natura rispetto al primo romanzo, quest'ultimo ambientato in estate ci mostra un lato inedito di Fjallbacka e della Svezia intera. Il ruolo della società: anche qui evidente un cambio di rotta, la storia si concentra quasi esclusivamente sulla comunità religiosa e sulla famiglia Hult. Insomma, è un libro diverso da La Principessa di Ghiaccio, chi si aspettava una replica del precedente rimarrà deluso, personalmente credo che la Lackberg si sia migliorata e abbia raccontato una storia nuova, inserendo al punto giusto le storie dei personaggi già protagonisti del primo romanzo.
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LE FALSE VERITÀ DEL PREDICATORE
“Le sembrava quasi che fossero passati mesi, ma sapeva che non poteva essere così. Eppure ogni ora trascorsa laggiù al buio era come una vita intera.
Troppo tempo per pensare. Troppo tempo per sentire il dolore che tormentava ogni nervo. Troppo tempo per riflettere su tutto ciò che aveva perso. O che avrebbe perso.
Ora sapeva che non sarebbe mai uscita da lì”.
Nell'estate del 1979 una ragazza diciannovenne, Siv Lantin, scompare il giorno della festa di mezz'estate senza lasciare tracce di sé... qualche settimana dopo anche Mona Thernblad è vittima dello stesso destino.
Siamo ai giorni nostri quando un bambino ritrova un cadavere di una giovane donna, distesa su una coperta che nasconde sotto di sé altri due scheletri umani di origine ed epoca incerta, ma senz'altro non dipartiti di recente.
Dell'indagine viene incaricato Patrick Hedstrom, che si dovrà destreggiare tra visite inaspettate di parenti e amici, una compagna, Erica, vittima degli ormoni (essendo all'ottavo mese di gravidanza), cene e barbecue da preparare, interrogatori e ricerche varie, ma che riuscirà ad occuparsi di tutto più che egregiamente. Fin da subito verrà coinvolto nella faida familiare che vede coinvolti Gabriel Hult e la cognata Solveig, ex reginetta del 1° maggio 1967 (e ora un'obesa morbosamente legata all'album di fotografie che racchiude e conserva i ricordi della sua giovinezza), entrati in contrasto quando il primo, in occasione della scomparsa della prima ragazza, dichiarò di aver visto il fratello Johannes in compagnia di quest'ultima; a seguito di questa “soffiata” Johannes verrà da tutti additato come il responsabile della sparizione delle ragazze e non potendo apparentemente sopportare queste dicerie, si toglierà la vita impiccandosi.
Come se non bastasse, a rendere il caso ancora più complesso, si aggiunge la sparizione di un'altra ragazza, che porterà la polizia a sospettare di una finta morte di Johannes e a riesumare la salma per poterne accertare il decesso.... da qui la svolta delle indagini! Verranno infatti a galla alcune verità che cambieranno drasticamente la vita di alcuni personaggi; già perchè la realtà dei fatti è ben diversa da quella che appare e alla fine, in un intreccio degno della migliore scrittrice di gialli, il finale lascerà alquanto sorpresi, grazie ai numerosi colpi di scena e al susseguirsi di verità celate per anni e poi svelate al momento giusto.
Un bel giallo, forse troppo lungo e a volte apparentemente lento, essendoci un intreccio tra indagini e vita privata dei numerosi personaggi coinvolti nella storia, che se a tratti rende più piacevole la lettura, cercando di “alleviare” la gravità del reato commesso, a tratti risulta forse un po' banale, ma nel complesso è comunque un bel romanzo che si legge volentieri, che apre una finestra sulla vita nella società svedese e che rimanda l'appuntamento alla prossima puntata, eh si, perchè dal finale e da altri riferimenti nel corso del libro si intuisce che non ci libereremo presto di Patrick e di Erica!
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Un po' deludente...
Questo libro l'ho trovato in casa, perchè l'aveva acquistato mio marito. Dopo la lettura de "La principiessa di ghiaccio" non avrei acquistato un altro romanzi della Lackberg, ma tant'è, era in casa e ho pensato di darle un'altra possibilità.
Purtroppo anche questa lettura mi ha abbastanza deluso. Il ritmo è molto lento. E gli avvenimenti mi sono parsi abbastanza scontati. Ci sono momenti in cui sembra che il romanzo finisca e invece poi l'autrice inserisce una divagazione e il racconto riprende. Però a me ha dato la sensazione che tirasse un po' a prolungare il numero delle pagine.
Ho trovato interessante: la trattazione della perversione a cui può portare il fanatismo ideologico, la descrizione non-truculenta dei delitti (... da un po' di tempo a questa parte mi pare ci sia una gara fra scrittori a chi è più truculento...), la descrizione della società scandinava.
Insomma, un libro che non consiglierei, ma non è nemmeno da scartare in toto... se si ha un po' di pazienza.
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- sì
- no
Caleidoscopio di personaggi
Thriller avvincente, stile scorrevole, personaggi caratteristici. Sono questi gli elementi fondamentali di questa storia che racconta forme di crudeltà assolutamente realistiche, visto la cronaca dei giorni nostri. Mi ha colpito molto il modo così diverso di vivere il dolore nella famiglia di Mona e nella famiglia di Siv: è inevitabile il confronto. Bello è l'intreccio delle coincidenze; originale è l'alternarsi di capitoli di cronaca del presente con brevi capitoli che raccontano, nel passato prima, e nel presente poi, il punto di vista delle vittime nei giorni della loro prigionia. Spicca la caratterizzazione dei personaggi della famiglia Hult, risalta il modo di vivere il dolore: c'è chi lo dimentica velocemente, c'è chi lo porta nel cuore, c'è chi lo supera perchè il tempo aiuta a smussarlo, c'è chi lo rielabora. Ma è il dolore l'indiscusso protagonista, in ogni pagina.
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Secondo capitolo delle indagini di ERIKA FALCK ?
Fiducioso in un miglioramento della scrittrice dopo "La principessa di ghiaccio", mi sono addentrato nella lettura de "Il predicatore". Ne sono rimasto deluso. Le prime 200 pagine sono indigeste, noiose, senza colpi di scena o suspense. L'autrice dissemina indizi che rivelano chiaramente il colpevole, ma poi cerca di depistare il Lettore con prove fasulle, talvolta al limite dell'impossibile, e vicende familiari intrise di disprezzo reciproco e rapporti interrotti. Intanto Erika è incinta e preoccupata per la sconsideratezza della sorella (che sembra non aver imparato dai suoi errori). Ma in questo libro il suo personaggio è come marginale, non interviene nel caso, non indaga, ma invece litiga con i familiari. E tra avvenimenti alquanto prolissi, si giunge nella parte finale del libro che si legge più velocemente, e si arriva all'identificazione dell'assassino e al chiarimento del suo oscuro movente, il quale, se pur relativo ad una mente malata come quella del colpevole, sembra quasi inverosimile. Per essere un'indagine di Erika Falck la protagonista appare molto poco, e i personaggi approfonditi (i poliziotti della stazione) non colpiscono, bensì lasciano indifferenti. Patrik lavora con il suo solito zelo, ma per reggere il peso di un intero romanzo è un personaggio, a mio parere, troppo scontato. (Vanno apprezzate le parti in cui una delle donne uccise dall'assassino, descrive la sua prigionia). Non lo consiglio né a chi vuole leggere la Lackberg per la prima volta, né a chi vuole leggere il secondo capitolo delle indagini di Erika Falck (?). Il 14 settembre uscirà il terzo libro della scrittrice: "Lo scalpellino", ma non so se lo comprerò (o perlomeno se riuscirò a terminarlo).