Il passaggio
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Recensione della Redazione QLibri
On the other side
"Il passaggio" rappresenta l'ennesima avventura di Michael Connelly e del suo ormai pensionato detective Harry Bosch.
Con un ritmo incalzante e una trama abbastanza coinvolgente e interessante, Connelly riesce a ridare un po' di brio al suo personaggio più rappresentativo, dopo le ultime uscite abbastanza deludenti.
I personaggi sono caratterizzati molto bene e riescono a suscitare sia empatia che disprezzo (nel caso dei soggetti negativi della storia). Soprattutto i due protagonisti, Bosch e l'avvocato Haller, contribuiranno a rendere vivo il contesto e la storia nella quale si muovono, che non va mai per le lunghe e tiene il lettore incollato alle pagine. Certo, non si tratterà di un racconto originalissimo, ma con la miriade di storie che ci sono in giro quanti autori possono vantare questo diritto?
Bosch si è quasi rassegnato alla sua vita da pensionato: la sua unica occupazione è rimettere in sesto una vecchia Harley Davidson e cercare di entrare nelle grazie della figlia ormai prossima al diploma. Peccato che quando il dovere chiama, Bosch non sia capace di ignorarlo.
Quando il fratellastro e rinomato avvocato Mickey Haller gli offre un lavoro, ovvero scagionare un suo cliente che ritiene accusato ingiustamente dell'omicidio di una donna, Bosch si mostra palesemente contrario, almeno all'inizio. In una vita intera, si era sempre trovato dalla parte dell'accusa, e passare alla difesa era considerato un vero e proprio tradimento, sia dalla sua coscienza che dai suoi ex colleghi. Ma quando si ritrova a osservare i dettagli del crimine e nota più di un particolare sospetto, comincia a farsi strada la prospettiva che un assassino si trovi a piede libero a discapito di un innocente, e perciò l'anima del detective torna a farsi sentire. Si rimetterà in carreggiata, sfoggiando sul campo tutte le sue grandi capacità di deduzione e la sua esperienza, seguendo una scia di morte e misteri che sembrano legati da un unico filo conduttore.
Ritmo serrato e una storia che susciti un buon interesse sono ingredienti fondamentali per un buon thriller, e stavolta Connelly ci è piaciuto.
"Lascia perdere, Haller, questa storia imbarazzante. Qualsiasi avvocato di difesa dice quello che stai dicendo tu. Non c'è cliente che non sia innocente. Sono trent'anni che sento la stessa solfa ogni volta che entro in un'aula di tribunale. Ma sai una cosa? Non c'è una sola persona che mi pento di aver ficcato in galera. Eppure tutti in un momento o nell'altro si dichiarano innocenti."
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Uno sguardo dall'altra parte
Harry Bosh, contro voglia si è ritrovato in pensione. con una causa pendente contro il dipartimento di polizia di Los Angeles e poco da fare, si lascia trascinare dal fratellastro avvocato dentro una causa che sta seguendo. Non ne vuole proprio sapere di passare dalla parte della difesa, convinto chi scavalchi quel muro sia solo un traditore. La noia, il suo istinto, però gli impediscono di rifiutare. così inizia la sua nuova carriera di investigatore al servizio di un presunto omicida. Come al solito Connelly non perde un colpo e confeziona un romanzo ad alta tensione, coinvolgente e capace di catturare e trattenere il lettore. Peccato, che come sempre si sia lasciato tentare dall'inserire anche una sparatoria con tanto di fuga rocambolesca, che secondo me nulla ha aggiunto a un romanzo già completo così.
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Harry Bosch pensionato
Dopo il finale del libro precedente, eravamo tutti rimasti col fiato sospeso su quello che poteva essere il futuro di Harry Bosch. Ed eccolo che lo ritroviamo in pensione, a cui è stato costretto dopo l'ennesimo problema coi suoi superiori, invecchiato e intenzionato a rimettere in sesto una vecchia Harley.
Un giorno però si fa vivo il suo fratellastro Haller, sta difendendo un uomo accusato di omicidio, gli chiede di aiutarlo con le indagini. Bosch reagisce male, dopo aver passato una vita a lavorare per l'accusa, non concepisce l'idea di lavorare dall'altra parte, anche perché questo comporterebbe il disprezzo di tutti i suoi ex colleghi e una grande vergogna per lui stesso. Poi però pian piano si rende conto che la cosa fondamentale per lui è la ricerca della verità, e che se quell'uomo fosse davvero innocente, allora il vero colpevole è ancora in circolazione, e lui non può fare finta di niente. Così, in barba a tutti i tentennamenti precedenti, segue la sua vera natura di detective e si mette a indagare privatamente, quello che scopre è un vero e proprio vaso di pandora, da cui fortunatamente riuscirà a tirare fuori la verità.
A differenza di molti altri romanzi di Connelly, in questo caso scopriamo subito chi sono i veri colpevoli, non abbiamo idea di come siano andate le cose, di cosa ci sia dietro, ma pagina dopo pagina il quadro si completa. Resta da capire se Bosch, questa volta, riuscirà a dimostrare la verità anche senza un distintivo in tasca, se riuscirà a farsi ascoltare o se il tutto gli si rivolterà contro.
Mi sarebbe piaciuto una presenza maggiore della figlia e in certi punti anche di Haller, forse è un romanzo meno intrigante di altri di Connelly, ma il finale tiene comunque col fiato sospeso.