Il negoziatore
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Il negoziatore
A New York, i funerali della moglie dell'ex presidente degli Stati Uniti si trasformano in un eccezionale sequestro di decine di partecipanti; politici, personalità del cinema e dello spettacolo sono tenuti in ostaggio da parte di un gruppo di rapitori/terroristi armati, spietati, organizzatissimi, all'interno della cattedrale di San Patrizio. I contatti con i rapitori, per le trattative, sono in mano a Michael Bennett. Michael sta attraversando il periodo più brutto della sua esistenza; la sua amatissima moglie è in ospedale, malata terminale, con pochi giorni di vita, ma per negoziare con abilità e freddezza deve dimenticare che sta perdendo la cosa più preziosa che ha.
James Patterson, “l'autore di thriller più venduto nel mondo”, ci propone un'idea sicuramente non originale, il negoziatore già pieno di problemi personali, che deve far ricorso a tutta la sua freddezza per trattare proficuamente con i rapitori e cercare di salvare delle vite. Il personaggio di Michael non esce poi così profondo e complesso, i cattivi sono proprio cattivi, senza cedimenti, e gli ostaggi, ricchi e famosi, con la minaccia di morte sotto il naso, non sono poi così sconvolti. Si poteva offrire di più, ma nel complesso il libro tiene attaccati alle sue pagine. Patterson è bravo ad attingere a piene mani nei “classici elementi” che siamo abituati a conoscere da anni e anni di libri e film dagli States; Fbi, NY Police Department, ultimatum e corse contro il tempo, The Big Apple e le sue contraddizioni, violenza, azione. Piacevole svago.