Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Il mistero della donna tatuata
 

Il mistero della donna tatuata Il mistero della donna tatuata

Il mistero della donna tatuata

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Intricato, misterioso, affascinante, torbido: Il mistero della donna tatuata è uscito originariamente nel 1948 ed è il capolavoro di Takagi Akimitsu, autentico autore di culto, maestro del mystery giapponese. Questa è la prima traduzione italiana. Il corpo di una donna viene ritrovato in una stanza chiusa dall'interno. O meglio: quasi tutto il corpo. La delicata pelle di Kinue era ricoperta da uno splendido tatuaggio, il capolavoro di un artista leggendario ed elusivo: suo padre. Ma ora dal cadavere manca il torso, e forse la soluzione del caso è legata proprio a ciò che quel lembo di pelle riproduceva. Siamo nell'immediato dopoguerra: Tōkyō è ancora sconvolta dalla recente fine della Seconda guerra mondiale e a indagare viene chiamato l'ispettore Matsushita. Ad aiutarlo nelle indagini il fratello medico legale, Kenzō, che metterà al servizio della polizia le sue competenze scientifiche e le sue intuizioni. Ma Kenzō, tormentato da un disturbo bipolare reso ancora piú acuto dagli orrori vissuti al fronte nelle Filippine, ha anche un altro motivo per scoprire chi ha ucciso Kinue: è stato il suo amante e presto il suo ruolo nelle indagini sarà più intricato dei serpenti che adornavano il corpo della donna. Inizia così una discesa nei labirinti più oscuri di una Tōkyō mai tanto notturna, tra truppe di occupazione e assassini, perversioni millenarie e terrore atomico, artisti bohémien e sapienti prostitute.



Recensione della Redazione QLibri

 
Il mistero della donna tatuata 2020-07-14 10:49:08 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    14 Luglio, 2020
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Un indovino gli disse

La pelle eburnea, bellissima e liscia come seta.
Implora il maestro tatuatore fino a che lui cede, aghi ed inchiostro, così il padre inizia ad incidere la sua arte sul giovane corpo della figlia.

Conosci la tripla maledizione?
Il serpente ingoia la rana, la rana ingoia la lumaca, la lumaca fa sciogliere il serpente.

Il corpo di Kinue, privo del torso, viene trovato in un bagno chiuso dall’interno.
Sul davanzale della finestra una lumaca scivola lentamente.

Una breve nota alla biografia dell’autore che pare essa stessa nata dalle pagine di un romanzo, Takagi Akimitsu nacque nel 1920 e dopo la laurea in ingegneria decise di abbandonare la professione per diventare scrittore, a seguito della profezia di un indovino.
Divenne uno dei più famosi giallisti giapponesi, questa è la prima pubblicazione italiana.

Edito nel 1948, sebbene la letteratura giapponese di quell’epoca mi sia particolarmente gradita, la lettura è stata controversa. Da un lato spicca affascinante l’incipit, che richiama miti e leggende dell’epoca Edo, immergendo le radici del delitto nel mondo sommerso ed illegale dei tatuaggi nel Giappone del dopoguerra. Dall’altro l’incedere lento e piuttosto dozzinale dell’indagine rende la lettura a tratti soporifera. Purtroppo, la caratterizzazione dei personaggi è poco incisiva ed il taglio psicologico blando, come pure le descrizioni della Tokyo occupata e sconfitta sono piuttosto scialbe.

Chi cerca un buon giallo vintage legga Agatha Christie, chi è affascinato dal mistery nelle atmosfere del Sol Levante e ritiene di assecondare le profezie di un indovino troverà in questo Takagi un apprezzabile compagno, seppur con riserva.

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Il mistero della donna tatuata 2021-11-01 16:44:09 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    01 Novembre, 2021
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L'arte del tatuaggio giapponese

Takagi Akimitsu, uno dei più importanti autori di gialli e misteri giapponesi, al punto da essere considerato come “il Simenon giapponese”, ha creato il personaggio del detective Kamizu che esordisce nel libro intitolato Il mistero della donna tatuata, edito da Einaudi. Un giallo classico nella sua struttura interna, singolare nei contenuti e nell’evidenziare la particolarità della cultura giapponese.
Il romanzo racconta la storia di Kinue, una donna bellissima, figlia di un noto tatuatore che le ha ricoperto tutto il corpo di tatuaggi. Così , in tale veste partecipa ad un concorso, che proprio per la sua singolarità insita a lei non può che vincere. Ma quella sera stessa viene trovata morta in bagno, con la porta chiusa. Il suo corpo è smembrato e il torso è scomparso. Sul davanzale una lumaca. Che cosa simboleggia? Sono indagini difficili e senza sbocco per il detective Kamizu, che tuttavia inizia con lo scoprire che la donna e la sua famiglia paiono essere colpiti da una maledizione:
“il serpente, la rana e la lumaca. Jiraiya è connesso a rane e rospi, Orochimaru ai rettili e Tsunadehime cavalca un lumaca. Se le tre figure vengono tatuate sul corpo di una stessa persona, questa morirà, lacerata dal conflitto fra i tre stregoni. Un tatuatore deve rifiutare di farlo, anche se glielo chiedono in ginocchio …”
Riuscirà il nostro investigatore a ricomporre il mistero di questa donna bellissima ma così avversa alle regole? E a quale prezzo?
Il romanzo, oltre all’indagine vera e propria, condotta secondo i canoni classici, ruota la sua attenzione intorno all’arte del tatuaggio e alla sua storia:
“Per i giapponesi- educati, secondo il pensiero confuciano, a preservare intatto il corpo ricevuto dai genitori- non è facile capire perché attualmente, nelle società occidentali, i tatuaggi siano diffusi soprattutto negli strati sociali più alti e non il contrario. Ignorano che fino a un’epoca recente erano in voga nell’aristocrazia europea e apprezzati da dignitari e teste coronate.”
Un libro affascinante, adatto a chi ama il mistero, ma anche l’arte giapponese del tatuaggio, i suoi significati reconditi e i misteri che vi sono racchiusi. Una panoramica perfetta, curiosa e precisa su un mondo altro, quello giapponese, descritto con precisione e sapienza narrativa. Un misto tra giallo, mystery , destinato a lasciare il segno nella narrativa di genere, con un proprio preciso distinguo che facilmente attira, inesorabilmente, il lettore.

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Il mistero della donna tatuata 2020-12-21 22:44:34 rosa
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Opinione inserita da rosa    22 Dicembre, 2020

Il mistero dell'Irezumi

Se si desidera legge un romanzo giallo diverso dal solito, quanto meno per ispirazione ed ambientazione, Il mistero della donna tatuata rappresenta un'ottima occasione per esplorare un mondo noir piuttosto inconsueto.
Si tratta del romanzo con cui nel 1948 debutta lo scrittore giapponese Akimitsu Takagii, diventato famoso come autore di romanzi polizieschi, ambientato in una Tokyo appena uscita dalla disfatta del conflitto dove gli scenari della vicenda narrata portano i segni della devastazione e fanno intravedere una popolazione dolente e disorientata.
L'ambiente culturale è quello dell'IREZUMI, l'antica arte del tatuaggio giapponese che si alimenta delle più tradizionali figure dell'immaginario popolare. Il libro si apre con un digressione storica sull'arte del tatuaggio alla quale è dedicata la sala che conserva i campioni di pelle umana tatuata presso la Facoltà di Medicina a Tokio voluta dal prof. Hayakawa, uno dei personaggi di spicco del libro, prigioniero dalla passione incontenibile per l'arte del tatuaggio.
Il primo misterioso e raccapricciante fatto di sangue in cui ci imbattiamo è il rinvenimento delle membra e della testa di un corpo femminile privo del torso: si tratta di Kiune, l'affascinante figlia di quello che era stato un abilissimo maestro di IREZUMI. La donna, che compare come misteriosa titolare dell’ambiguo bar Serpent affondato nei meandri di una squallida Tokyo postbellica, aveva partecipato, pochi giorni prima della sua morte, a un concorso di tatuaggi, vincendolo grazie all'esibizione del sontuoso IREZUMI raffigurante un serpente che il padre le aveva anni addietro tatuato sulla schiena.
Dal forte e insolente potere seduttivo destinato alla perdizione, questo personaggio femminile incarna sia il ruolo di vittima che di donna incantatrice.
Molti nel libro i riferimenti alle donne, numerose ma relegate in ruoli subalterni in una condizione di sudditanza, di prostituzione, di perdizione accentuata dall'avvilimento e dalla miseria derivante dalla guerra.
Tra le altre, la sorella gemella di Kiune descritta come “uno degli innumerevoli fiori velenosi e sterili che sbocciavano nella notte della Tokyo del dopoguerra il cui corpo, per anni venduto e comprato, non le apparteneva più”, e la loro madre “una ex prostituta scappata con un uomo più giovane per poi finire malamente”.
Anche la bella e misteriosa Kiune non sfugge a questa sorte: il suo passato, già prima della guerra, era di geisha a Yokohama, complice il disonore che nel XX° sec. in Giappone si abbatteva sulle donne tatuate.
La stretta concatenazione dei delitti che costellano la storia si snoda tra gli echi delle credenze magiche evocate dalle terrifiche figure impresse sui corpi dall'IREZUMI...come la triplice maledizione "il serpente ingoia la rana, la rana ingoia la lumaca, la lumaca fa sciogliere il serpente", quasi un fil rouge nella narrazione dei fatti.
La struttura della vicenda è piuttosto complessa e si sviluppa nel susseguirsi di oscuri eventi i cui principali protagonisti sono legati da rapporti di parentela.....in questo può scorgersi l'ombra di ancestrali maledizioni che trascinano verso un destino ineluttabile.
Le indagini sono condotte dall'ispettore capo Matsushita Eiichiro con l'aiuto del fratello Kenzo, giovane medico segnato dalla tragica esperienza bellica.
Eiichiro presenta i tratti del diligente funzionario, privo di guizzi intuitivi e lontano da smanie di potere, esclusivamente preoccupato dalla complessità dell'indagine.
Questa figura, pur lontana dall'investigatore intraprendente e perspicace, è quella che presenta la personalità più lineare tra gli altri personaggi maschili che popolano la storia, taluni mossi da sentimenti spesso oscuri se non torbidi, altri che presentano l'abiezione di una società segnata dalla guerra .
Kenzo, il fratello medico legale ancora disturbato dai ricordi dell'esperienza al fronte delle Filippine, ha conosciuto Kiune pochi giorni prima dell'assassinio ed è tormentato dal ricordo di una notte di passione passata con lei di cui non ha osato parlare nemmeno al fratello sia per paura che per vergogna. E' un giovane uomo dalla personalità incerta, sostanzialmente animato dal desiderio di perseguire la strada dell'ortodossia sociale.
Le investigazioni procedono faticosamente inciampando su sospettati che risultano successivamente estranei ai delitti e nuovi indiziati, arenandosi su ricostruzioni che non reggono. Il mistero è fitto, alimentato da passioni e ossessioni che agitano i vari personaggi.
La soluzione finale è affidata alle geniali intuizioni del giovane Kamizu Kyosuke, ex compagno di liceo di Kenzo e anch'egli reduce dalla guerra. Kenzo, che si imbatte casualmente nell'amico, ricordando la sua brillante intelligenza, decide di raccontargli l'intricata vicenda affidandosi alla perspicacia dell'amico per la risoluzione dell'enigma. Non lo contrasterà il fratello investigatore, che si conferma non solo zelante ma anche modesto.
E la risoluzione arriverà rapidamente per rispondere all’urgenza dell’autore di dare degna conclusione ad una vicenda dalla struttura molto elaborata. L’acume del giovane Kamizu è lo strumento utilizzato da Takagi, acume che si avvale anche dello studio psicologico dei sospettati, francamente piuttosto superficiale e sbrigativo. Basti pensare che il pretesto per sottoporre ad un esame psicologico ciascuno degli inconsapevoli sospettati sarà una partita di go (gioco popolare di origine cinese che si svolge su una scacchiera) a cui Kamizu li invita e durante la quale ne giudicherà il comportamento.
La spiegazione finale degli enigmi avviene da parte di Kamizu a beneficio dell'investigatore Eiichiro e del fratello Kenzo nella convenzionale forma didascalica che Agatha Christie ha reso celebre nei suoi gialli.
In definitiva questo di Takagi è un giallo intricato dotato di buone invenzioni narrative, reso con una prosa fluida e coinvolgente. Il lettore viene introdotto in un'atmosfera torbida e affascinante, nella quale si possono intravedere alcune delle tradizioni e alcuni dei pregiudizi giapponesi. Il finale, affidato allo spiegone conclusivo del giovane investigatore, può risultare un po’ deludente.

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