Il mistero del lago
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Incubi che riemergono dal passato
Primo romanzo che leggo di Nora Roberts e primo romanzo di tale genere; per il sottoscritto si tratta di un neologismo il “rosa crime”.
Reece Gilmore è una ristoratrice che ha vissuto un’esperienza orrenda, in una nota città dela costa orientale degli Stati Uniti, causata da un’incursione di malviventi nel ristorante in cui lavorava che hanno effettuato una strage la cui unica sopravvissuta è proprio lei. Il trauma che ha dovuto sopportare è stato trascinato per alcuni anni fino a quando decide di cambiar vita e trasferirsi in una cittadina sperduta nel selvaggio stato del Wyoming.con l’intento di potersi lasciarsi alle spalle ciò che ha terribilmente vissuto e, inoltre, cercare di guarire dalle fobie e dagli incubi che vivono nel suo stato interiore al fine di iniziare una vita “normale”.
Durante il suo soggiorno in tale piccola cittadina, dopo aver trovato lavoro come cuoca in un diner, è testimone involontaria di una scena delittuosa; protagonista una coppia che discute in maniera animosa, in prossimità delle rive di un lago nelle vicinanze alla cittadina, fino al punto quando l’uomo uccide la donna strangolandola. Sconvolta dalla scena, Reece corre per chiedere aiuto e da questo momento inizia una vicenda con alti e bassi al cardiopalma che la conduce a dubitare di sé stessa e di ciò che è reale o solamente frutto della sua immaginazione a causa dei traumi, non ancora risolti, provenienti dal passato :
La storia raccontata da Reece non è totalmente creduta dalla comunità in cui vive in quanto lo sceriffo del posto non riesce a trovare alcuna prova inerente l’ipotetico misfatto; inoltre saltano fuori i pregiudizi sulla personalità di Reece e tutto il suo passato in cui fa da cuspide un ricovero in una clinica psichiatrica. La vicenda si dipana in un clima di suspense e di temporanea astrazione dalla realtà; i personaggi che circondano Reece Gilmore sono numerosi e con tratti caratteriali molto diversi. Sarà solo la determinatezza e la forza d’animo della protagonista a sciogliere ogni dubbio in merito fino a dare un importantissimo contributo per la soluzione dell’omicidio in maniera strabiliante.
Un romanzo che si legge bene ma non particolarmente affascinante, almeno per i miei canoni di lettura. Molto belle le descrizioni della natura selvaggia e incontaminata con le sue foreste, gli animali e le sue montagne.
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Perché leggere un rosacrime?
La risposta ci viene data, tra le righe (in senso assolutamente non figurato), dalla stessa autrice. Non cito letteralmente perché ho la versione elettronica del libro ed è tediosissimo e complicatissimo sfogliare un’epub alla ricerca di una frase, ma il concetto, che la Roberts butta lì tra un omicidio e un brasato, pressappoco recita: la vita è difficile, concediamoci il lieto fino perlomeno nella lettura. Purtroppo o per fortuna, solo i romanzi rosa hanno il lieto fine certificato. Ci sono tanti motivi in realtà per non sottovalutare un rosacrime, soprattutto se a scriverlo è Nora Roberts. La sua penna scorrevole e il suo equilibrio narrativo ci lasciano liberi di gustare la storia. Il rosa e il giallo sono colori che in generalmente non si amalgamano bene, ma l’autrice opera la magia e si avvale delle due tinte per dipingere un bel romanzo. La parte thriller, a dire il vero, ricalca copioni già visti al cinema o in libreria. In un clima di costante tensione psicologica l’assassino si avvale delle debolezze, delle paranoie della protagonista per far vacillare le sue certezze e screditare la sua testimonianza. Un tema già visto, ma pur sempre apprezzabile.
La parte rosa si prende una buona percentuale del romanzo. Anch’essa ben sviluppata, trova il suo punto di forza nella caratterizzazione dei personaggi. Fragile, ma determinata lei, burbero, ma acuto lui. Il clima di suspense viene stemperato dagli arguti e simpatici dialoghi tra i protagonisti e poi tra questi e i -meravigliosamente tratteggiati- personaggi secondari. Mi sono affezionata a tutti loro durante la lettura. Vien quasi voglia di comprarsi un biglietto aereo per il Wyoming e chiedere indicazioni stradali per raggiungere questo paesino arrampicato su un paesaggio spettacolare, di una natura lussureggiante e incontaminata.
Per concludere: pur non essendo particolarmente originale, la storia è ben narrata e ne consiglio la lettura a chi non disdegna la componente romantica.
Indicazioni utili
Un buon posto per morire
Chi sceglierebbe un autentico paradiso naturale per farsi ammazzare? Il paesaggio, nel quale Nora Roberts ambienta la sua storia ricca di suspense e romanticismo, è un posto incantevole, il paesino di Angel’s Fist, nel Wyoming.
La protagonista, Reece Gilmore, è una donna fortemente traumatizzata da un evento terribile che ha sconvolto la sua vita e l’ha portata a fuggire dal suo passato doloroso, fino ad approdare nell’incantevole cittadina, circondata dai monti e sulle rive di un lago.
Reece si sente accolta dalla comunità, trova subito lavoro e tutto sembra procedere per il meglio, finché non assiste all’omicidio di una donna, il cui cadavere scompare misteriosamente. Inizia, così, ad emergere il suo passato, fatto anche di cure psichiatriche. Accadono eventi strani, che portano Reece a dubitare di se stessa, ma lei è determinata a non arrendersi neanche all’evidenza. (“Forse era leggermente pazza e sicuramente nevrotica, fobica e un po' paranoica, ma c'erano tasche di sé che era di nuovo riuscita a riempire e frammenti della sua persona che aveva rimesso a posto.” e “Non so più cosa voglio. Voglio tornare ad essere una persona normale e smettere di avere paura. Voglio essere quella che ero due anni fa e che non sarò più. Perciò sto cercando di capire che razza di persona sarò per il resto della mia vita.”)
È un po’ come trovarsi nel film di Alfred Hitchcock, La finestra sul cortile. Reece assiste ad un delitto che non riesce a provare.
La trama si sviluppa, alternando scene più rilassate ad altre con atmosfere prettamente thriller.
Ad aiutare Reece, c’è Brody, uno scrittore di gialli, che ha scelto Angels Fall per ambientare le sue storie criminali, non immaginando di rimanerne coinvolto per davvero. Ad appassionarlo è l’indifesa e sensibile Reece che, sin da subito, lo attrae e lo coinvolge nella sua personale indagine per scoprire se quello che ha visto è stata un’allucinazione o se è realmente accaduto un crimine violento. Reece ha bisogno di fare luce su IL MISTERO DEL LAGO per ritrovarsi e ricominciare daccapo, insieme a Brody.
Da quando Nora Roberts ha iniziato a scrivere romanzi ha sfornato tantissimi successi romance, ma da quando ha iniziato a scrivere romantic suspense l’apprezzo ancora di più, perché quel brivido sottile di crescente tensione, unito al suo stile elegante, avvincente, intimo, credo sia il massimo.
“È la cosa che mi piace di te. Capisci il punto della situazione.”