Il metodo 15 33
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Lisa
Lisa è una giovane sedicenne incinta che un giorno viene sequestrata e gettata sul pianale di un furgone, per essere portata in una fattoria sperduta nell'Indiana. Ma durante il lungo viaggio invece di supplicare il suo rapitore di lasciarla andare, se ne sta seduta tranquilla a pianificare la sua fuga.
Dopo la sua vendetta.
Già perché quello che non sanno i rapitori è che Lisa non è come le altre persone, lei riesce in qualche modo a tenere lontano tutte le emozioni, concentrandosi solo sul suo piano di fuga, per salvare lei e il bambino che porta in grembo. Infatti il suo progetto non è solo quello di salvarsi ma è anche quello di far soffrire i suoi rapitori, e per farlo usa il suo "Metodo 15/33", dove ogni oggetto per lei diventa una "risorsa" utile per farla diventare una potenziale arma,catalogandola e numerandola nella sua mente.
Che cosa significherà mai quel numero 15/33?
Riusciranno gli agenti del FBI Roger Liu e la sua assistente Lola a porre fine a questa storia,e a salvare la vera vittima?
I fatti vengono narrati da due punti di vista quello di Lisa e da quello dell'ispettore Roger Liu e la sua assistente, ad una distanza di circa quindici anni dopo il rapimento,incanalandosi cosi verso la fine in unica storia sommando tutti gli stati d'animo dei vari protagonisti rivivendo quell'esperienza.
Trama avvincente e l'idea originale mi hanno immediatamente incuriosito a leggere questo esordio dell'autrice Shannon Kirk, che purtroppo non ha appagato completamente le mie aspettative.
La scrittura scorrevole e di facile comprensione mi ha agevolato parecchio sul racconto troppo descrittivo nei minimi particolari, distogliendo a volte l'attenzione sul caso vero e proprio, andando a pescare nel passato dei vari protagonisti tutta la loro storia per spiegare alcuni concetti sulla loro personalità, alternando cosi il passato al presente. Non ho trovato dei veri e propri colpi scena da rimanere "spiazzato" durante la lettura, tutto mi è sembrato molto prevedibile e a volte un po’ forzato. Neanche sul finale ho riscattato quella suspense conclusiva, rimanendo in linea con tutto il racconto.
I dialoghi tra i vari personaggi li ho trovati piacevoli e adatti alle varie situazioni facendomi percepire le varie paure e artriti tra i vari protagonisti. E anche il ruolo di Lisa mi è piaciuto da come è stato descritto.
Se l'autrice non si fosse dilungata troppo sulle descrizioni e dettagli, dando a questa storia il giusto "tiro", sarebbe stato un bel thriller da rileggere appena finito.
Se consigliare questo libro probabilmente direi di no,ma la mia opinione si basa sulle emozioni che ho provato leggendolo, ma ognuno di noi percepisce le emozioni in maniera differente, perciò per chi vuole avventurarsi nella lettura di questa storia segua il suo istinto, ma sarebbe interessante avere un confronto.
Buona lettura