Il libro della vita e della morte
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Opinioni inserite: 4
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una lettura che mi ha catturato completamente
Ok, sembrerebbe che io sia fuori dalla massa con il mio commento...ma ogni tanto è bello esserci credo. ;)
Il libro della vita e della morte o meglio, A Discovery of Witches, si è dimostrato una scoperta -per modo di dire dato che era parecchio che lo tenevo relegato nella wishlist senza degnarlo di un’occhiata- bellissima. E’ uno di quei romanzi che a colpo d’occhio…si, ok, sembrano carini e mediamente interessanti. Romanzi che possono essere letti…ma si, la prossima volta! Quei libri su cui si passa e ripassa davanti senza decidersi e che alla fine restano a prendere la polvere. Quei libri che anche se tuoi amici, che ti conoscono e sanno cosa ti piace, te lo hanno consigliato restano nello sfondo.
Ed effettivamente A discovery of Witches è un libro che piace o non piace.
E’ corposo (750 pagine, ecchecaspita!), con un ritmo lento, vischioso, per la prima metà…ma che una volta ingranata la marcia, o la giusta disposizione mentale, è completamente e interamente da assaporare.
Discovery è la parola che effettivamente lo caratterizza. La lentezza della prima parte infatti aiuta il lettore ad immedesimarsi, ad entrare nella scoperta che Diana, una studiosa ma anche una strega, stà lentamente rivelando. Un mistero secolare che si trascina e, pagina dopo pagina, porta nuovi giocatori sul campo. Un mistero strettamente legato a Diana stessa e al suo passato, alla morte violenta dei genitori. Al suo rifiuto deciso della magia.
Ad un libro che compare e scopare di sua volontà.
Il mondo creato dall’autrice, poi, è quello che cattura definitivamente l’anima mistica e appassionata di fantastico che molti di noi possiedono.
E tante cose, questo romanzo. E’ romantico, mistico, misterioso, storico, avvincente.
Chiaramente, non tutte le ciambelle nascono col buco, e pertanto anche qui alcuni punti -o come in questo caso, scena- “no” ci sono. Quella a cui mi riferisco (non preoccupatevi, non faccio spoiler), e che per me è stata abbastanza grave, si trova nell’ultima parte. Ripeto però, non ho ancora trovato il romanzo perfetto e non credo lo troverò mai, pertanto l’ho cancellata dalla mia mente come uno breve scivolone dell’autrice e sono passata oltre…a fatti ben più interessanti. Eh si, perchè la fine è col botto e la voglia di proseguire è veramente tanta. A presto quindi col seguito Shadow of Night (L’Ombra della Notte).
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Serie "All Souls" vol. 1
Ho iniziato la lettura di questo libro con le migliori intenzioni, la sinossi mi intrigava, le opinioni lette in rete mi davano la quasi certezza che "Il libro della vita e della morte" fosse un romanzo valido, superiore alla media. Inizio a leggere e come premesse iniziali non è davvero niente male: un mondo popolato da 4 specie (umani, vampiri, streghe e demoni), una strega studiosa storica che cerca di vivere una vita normale, un libro misterioso e stregato che all'improvviso la mette in grave pericolo... insomma, mi sembrava davvero un ottimo inizio. Da qui la mia mente ha iniziato a fantasticare su come questi elementi avrebbero potuto mescolarsi assieme ed evolversi in un romanzo unico e indimenticabile, ero curiosissima di scoprire cosa l'autrice avesse in serbo per noi lettori, ero elettrizzata al pensiero di ciò che avrei scoperto.
Tuttavia fin da subito ho notato che la tendenza dell'autrice di "tergiversare" un po'. Gli argomenti narrati venivano affrontati un po' alla larga, c'era un tentativo di togliere l'attenzione sui punti salienti per puntarla invece su particolari di poco interesse, spendendo pagine e pagine nella descrizione di avvenimenti di nessuna importanza. Mi son detta "Pazienza, il libro è piuttosto lungo, ci sarà tempo per affrontare ogni cosa" e sono andata avanti nella lettura fiduciosa che qualcosa di interessante finalmente sarebbe accaduto. Mi sono dovuta sorbire interi capitoli di "corteggiamento" in cui la protagonista e l'avvenente vampiro di turno flirtavano e cenavano, con descrizioni chilometriche e dettagliate dei menù, infinite disquisizioni sui vini, sulle sfumature di odori e sapori di ogni singola bottiglia di vino che si scolavano (ed erano tante! Sì avete capito bene: in questo libro pure i vampiri mangiano e bevono vino!). Finita questa fase (che mi aveva dato l'impressione di leggere un libro di degustazione vinicola, anziché un romanzo urban fantasy) vi è poi la fase in cui finalmente l'amore tra i due viene palesato, decine di capitoli su quanto si amino, presentazione alla famiglia, gite a cavallo e a "caccia" dove le scopiazzature da romanzi tipo Twilight appaiono fastidiosamente evidenti.
E io che continuavo a domandarmi: "Ok, ma quand'è che il romanzo entra finalmente nel vivo?"
Ma, con il senno di poi, avrei invece dovuto chiedermi: "Nel vivo ci entrerà mai?"
NO, questo romanzo, primo di una trilogia, non decolla MAI, è solo una lunga, lunghissima, interminabile INTRODUZIONE. L'autrice continuerà imperterrita a divagare inutilmente per tutte le 750 pagine che lo compongono, inserendo personaggi opinabili, dialoghi al limite dell'assurdo, scenette ridicole e parti romance al saccarosio, mentre la parte veramente interessante della storia, il VERO POTENZIALE del romanzo continua a rimanere in sospeso. E... dulcis in fundo, il finale sarà un non-finale, che lascia tutti gli interrogativi aperti e rimanda TUTTO al libro successivo. Se l'obiettivo dell'autrice era quello di creare curiosità e incentivare la lettura dei sequel con me ha ottenuto il risultato opposto: sono rimasta talmente tanto DELUSA, ESASPERATA, ARRABBIATA per aver letto tutte queste pagine inutilmente che con questa trilogia ho definitivamente chiuso!
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Buongiorno lentezza...
Chi è che diceva fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio?
Questo libro me lo hanno prestato, dichiarandomi che era bellissimo...ma vatti a fidare!
Diana Bishop, strega-che-cerca-di-non-essere-strega, si ritrova ad Oxford a studiare alcuni manoscritti, quando un giorno tra le mani le capita un antico volume di alchimia, l'Ashmole 728, che scoprirà presto non essere un libro qualunque... ma non è la sola a sospettarlo, e coloro che l'hanno capito non ci metteranno molto a causarle una serie di grattacapi.
E come se non bastasse, la povera Diana si imbatterà anche in un certo vampiro (razza astiosissima alle streghe), anche lui incuriosito dal libro, ma si sa... l'amore è una questione di alchimia!
Intanto puntualizzo che questo libro fa parte di una trilogia, quindi il finale è aperto e funge da introduzione al seguito.
Ed ora passiamo ai molteplici punti tragici.
Vi assicuro che per proseguire capitolo dopo capitolo questo libro 'infinito' mi ci sono volute un coraggio, una tenacia e una pazienza al di fuori dal comune. E perché? Perché in 750 pagine praticamente non succede niente di niente: nessun evento memorabile, niente azione, niente suspance, gli unici due momenti clou non erano neanche descritti bene. Ho proseguito pensando 'successivamente qualcosa accadrà' ma niente! Non c'è stato nulla che mi invogliasse a proseguire, solo l'ostinazione dettata da un'illusione.
E allora vi domanderete: come ha fatto la Harkness a riempire 750 pagine?
Ebbene, eccovi la spiegazione: l'autrice è una studiosa laureata. Con tutte le varie nozioni alchemiche, storiche, biologiche e letterate che ha citato un altro po' e la laurea l'avrei potuta prendere anche io! E' bello che un autore sappia ciò che scrive, ma tutta questa serie di conoscenze mi è parsa superflua, soprattutto contando che spesso citarle non è servito a nulla ai fini della storia, ma solo a indurmi a un sonno profondo.
Oltre a questo aggiungiamo descrizioni su descrizioni, ripetute, dilungate nei momenti meno interessanti e troppo brevi nei pochi attimi di suspance, messe in modo da non lasciare nulla all'immaginazione potete comprendere che la mia delusione è andata crescendo sempre più.
Per non far ulteriore danno sarò breve riguardo i personaggi: lei una strega superpotente ma frustata, lui un vampiro con sbalzi d'umore degni una sindrome premestruale, la loro una storia d'amore spudoratamente simile a Twilight e poi tutte le altre comparse gelide, che non trasmettono alcuna emozioni, fantocci messi lì giusto a far volume.
L'unica cosa che salvo è lo stile: si legge facilmente nonostante i contenuti pesanti, il lessico è appropriato e non difficile. Ma per il resto... evitatelo.
Il 'piano piano, buono buono' va bene per il panettone ma non va bene per tutti i libri...
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Una sfoltita
Non so perché la Piemme abbia optato per una copertina da thriller storico-religioso (questa è stata la mia impressione quando l'ho vista per la prima volta) quando invece si tratta di un romanzo fantastico per adulti con vampiri, streghe e demoni.
Romanzo d'esordio e primo di una trilogia in cui la protagonista è Diana Bishop, una giovane storica e potente strega ma che rinnega la magia (cerca di vivere come un'umana) a causa dell'omicidio dei suoi genitori. Durante una delle sue ricerche ritrova per puro caso un testo misterioso e da quel momento la sua vita non sarà più la stessa infatti tutto comincia con la comparsa di Matthew, un vampiro antico e professore di genetica. Naturalmente tra i due scatta qualcosa e questo causerà non pochi problemi...
Le vicende sono narrate dal punto di vista di Diana (in prima persona) e da Matthew (in terza persona) ma il ritmo è decisamente molto lento soprattutto nella prima parte del romanzo (il volume è composto da 752 pagine e ci sono troppe spiegazioni e situazioni inutili a fini della vicenda).
C'è però da dire che alla fine invoglia il lettore a prendere il prossimo volume (una bella dose di colpi di scena nell'ultima parte) perché come molte trilogie/serie finisce proprio sul più bello.
Bisogna inoltre considerare che l'autrice è una storica, proprio come la protagonista, per cui non è difficile comprendere perché la storia contiene numerosi riferimenti storici, scientifici e letterari.
Passiamo ai personaggi: Diana è una donna testarda, intelligente, indipendente invece Matthew è un uomo riservatissimo, brillante, ricco, conosciuto ma quando conosce Diana comincia a provare una forte attrazione e vive con la paura di farle del male a causa della sua natura. Per quasi tutto il romanzo viene sottolineato più volte che streghe e vampiri non possono amarsi perché attirerebbe l'attenzione degli umani.
Per quanto riguarda l'idea che ha dato di vampiri, demoni e streghe mi è piaciuta e l'ho trovata originale.
Potrebbe piacere a chi non si spaventa davanti a lunghe descrizini e agli amori travagliati tra creature immaginarie.
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