Il libraio di Parigi
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Opinioni inserite: 4
Un cammeo sui bouquinistes
Libro d’esordio di un autore che promette bene. Il protagonista è Hugo, alle dipendenze dell’ambasciata degli Stati Uniti a Parigi, che si trova suo malgrado ad indagare sulla scomparsa di un libraio suo amico e su altre successivi misteriosi delitti. Si apre un vaso di Pandora sulla criminalità della città ed il libro si dipana con una scrittura facile da seguire, intrecciando crimini difficili da penetrare. Hugo è un bel personaggio, dai bei valori, dall’indole rispettosa, con un sano umorismo e di grande umanità. Capace di unire i puntini fra i vari eventi casuali, alla ricerca di un disegno di senso compito. Capace di osservare e di fare collegamenti. Interessanti gli intermezzi con le curiosità, anche storiche, sui tipici 250 bouquinistes parigini. Copertina graficamente non originale.
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Sherlock Holmes texano
Sicuramente non è un libro di spessore, consigliato forse a chi si avvicina alla lettura di gialli senza immergersi sin da subito in trame inaccessibili o difficili da seguire.
In generale il romanzo è ben strutturato, sicuramente scorrevole e piacevole nella lettura. Quello che tuttavia si perde è quel brivido tipico del thriller facendo pendere il genere leggermente più verso un poliziesco/azione. La trama per me non è per nulla scontata, i nodi cruciali si dipanano pian piano lasciando spazio al lettore per alcune deduzioni.
Simpatico il confronto tra il protagonista ed il suo "mentore" Sherlock Holmes, come questo infatti Hugo prosegue le indagini mediante un'attenta analisi deduttiva. Non me ne vogliano i fans di Conan Doyle ma per quanto io adori i suoi libri, l'eccessiva arroganza mascherata da sapienza di Sherlock Holmes non mi è mai stata simpatica. A differenza di Hugo che a parer mio è un buon personaggio.
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Buona la prima
Primo romanzo di Pryor Mark. Tutto sommato il romanzo è ben riuscito nonostante alcuni peccati dovuti forse all'inesperienza.
I personaggi sono un po' troppo stereotipati: i francesi vedono gli americani come cowboy che sparano per le città tutto il giorno, gli americani vedono i francesi un po' imbranati nel condurre le indagini, e gli italiani, naturalmente, mafiosi. Tutto questo si aggiunge al super duro e alla super bella descritti da "Civetta delle Nevi". Tuttavia la trama l'ho trovato interessante. Tutto si sviluppa intorno a due storie. Controllo della droga sul territorio e libri misteriosi che celano chissà quale segreto. A parer mio l'autore gioca bene con questi due ingredienti. La sensazione è quella vedere ruotare una moneta sul tavolo cercando di indovinare su quale faccia cadrà, e quando siamo pronti a scommetterci, cade rovinosamente sull'altro lato. E' interessante, quanto attuale, che l'autore abbia affrontato (sfiorato a ragion del vero) il delicato argomento dell'omosessualità. L'autore infatti ci pone di fronte ad un personaggio turbato dal fatto che non sarà accettato dalla società e soprattutto dalla religione Cristiana, in cui crede fortemente. Il romanzo fa emergere fatti di storia recente che ancora rimescolano gli animi, tutto contornato dal fascino dei bouquinistes. Sarò un sentimentale ma chiunque scriva (bene) di storia e di libri non può che non avere la mia approvazione.
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Thrillerino ... giallino ... niente di che
Il titolo sembrava affascinante, e sull'onda della curiosità l'ho acquistato. L'ambientazione di una nebbiosa Parigi, di una storia sugli storici librai di questa città e dei loro banchetti pieni di storia e poesia mi aveva creato molte aspettative ....
I protagonisti sono pochi e creati quasi frettolosamente. Il personaggio principale di questa storia è Hugo Marston, capo della sicurezza dell'ambasciata americana, bello, alto forte, separato, colto e con gli stivali da cowboy; la coprotagonista è Claudia Roux, giornalista, bella, nobile, brava, single e di nobili origini ...... sfondo ..... la bellissima Parigi.
Il signor Marston si trova ad essere testimone del rapimento del libraio dal quale si forniva di libri antichi per la sua collezione, e oltre a cercare di difenderlo e sventare il rapimento, chiama i soccorsi e cerca di essere coinvolto nelle indagini.
Purtroppo a distanza di qualche giorno, un altro banconista libraio viene ritrovato cadavere. La trama si infittisce, (si fa per dire), e Marston cerca di coinvolgere la polizia che sembra non credere alle sue parole e che si sente infastidita dall'intromissione di un americano nelle indagini.
Nel frattempo, a causa del suo lavoro di cronista di nera per Le Monde, Claudia Roux fà la conoscenza del signor Marston.
Cosa si nasconde dietro queste morti e sparizioni misteriose ? Non vi tolgo quella poca souspance che c'è in questa opera, ma l'epilogo sarà nella migliore delle tradizioni ....
Il bel detective chiama in aiuto un amico dell'FBI, Tom, la bella si invaghisce, la polizia francese capisce e ovviamente il protagonista da la svolta nelle indagini per catturare i cattivi.
Non vorrei sminuire il lavoro di chi, con tanto impegno, ha creato un romanzo thriller, ma io per il mio gusto personale l'ho trovato un po' piatto e scontato, senza verve.
Belle le descrizioni dei luoghi di Parigi e dei bistrot, ma con gli elementi caratteristici e le basi che aveva gettato in questo libro, ha però concluso e creato un thriller con tanti stereotipi e poco pathos.