Il lato oscuro dell'anima
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L'Impala della morte
Avevo appena finito un altro noir (Respiro Corto), e come ho scritto non era stato il top, anzi. Così visto che questo periodo seguo il genere, provo ad andare sul sicuro, Lansdale. E non sbaglio. È il secondo libro che leggo dello scrittore texano (il primo è stato "Il mambo degli orsi") e comincio quasi ad amarlo. Stavolta però decido di non seguire nessuna "saga" ("Hap e Leonard" o "Drive-in"), ma di puntare ad uno dei suoi primi libri, così scelgo questo. Il romanzo, che poi scoprirò essere più un horror che un noir, racconta della storia di 5 ragazzi che, viaggiando su un Impala nera, seminano morte per le strade del Texas. Si scoprirà poi che in realtà hanno un obiettivo ben preciso, cercare la donna che ha fatto arrestare e poi suicidare il loro "capo" e ucciderla. Il racconto non segue una cronologia temporale, ma inizia nel presente, poi c'è un lungo flashback che ci riporta alla formazione della gang, e poi ancora si torna al presente. Ma ciò che mi fa impazzire di questo scrittore sono principalmente due cose, la prima è l'uso di metafore, a volte iperbole, che anche se spesso sono estranee al racconto riescono a farti capire in pieno cosa vuole esprimere l'autore. La seconda cosa che adoro di Lansdale è la descrizione dei personaggi. In Respiro Corto, ad esempio, Carlotto in duecento pagine di romanzo non era riuscito a delineare bene tutti i personaggi che vi erano. Lansdale invece in questo ha una capacità unica, perché per descriverti il poliziotto, parte dalla moglie. Per descriverti il vecchio che sta per morire, parte dal lavoro che faceva. Esce completamente dal racconto principale per farti entrare nel particolare, e ci riesce stupendamente. Senza poi parlare di quando descrive l'Impala nera. Ogni volta che la macchina compare riesce a darti un brivido di quelli che se fossi al cinema ti inchioderebbe alla poltrona. Semplicemente unico, un horror di duecentocinquanta pagine che si brucia in poche ore. Lansdale ha uno stile tutto suo, può piacere o meno, ma nessuno può affermare che non sappia scrivere.
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B- side
Forse un pò troppo splatter o troppo poco, non mi ha nè disgustato, nè infastidito e nè fatto ridere. Lansdale è bravo, sono di parte lo so, ma questa volta ha "cannato", la parte iniziale della storia è bella, esplosiva come solo lui le sa raccontare col suo classico stile inconfondibile, poi diviene piatta, banale e poco credibile.
"Nessun uomo ha mai arrecato deliberatamente un danno a un altro senza infliggerne uno ancor più grande a sé stesso."
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Al tramonto, chiudetevi in casa e caricate i fucil
"Il mondo di oggi è prossimo alla fine. Il nostro solo compito è di saccheggiarlo". Adolf Hitler
Lansdale cita proprio il "Mein Kampf" di Hitler nelle pagine di guardia
del suo romanzo e "saccheggiare" è proprio quello che fanno gli adolescenti
protagonisti di questo romanzo. Brian/Clyde aiutati da Stone e Loony
saccheggiano supermercati,scuole,sentimenti,sangue e vite umane.
Sono la rappresentazione più macabra e cattiva di quegli adolescenti
borderline che spesso assurgono agli "onori" della cronaca nera americana,
perchè armati di fucile , ad un certo punto della loro vuota vita, decidono
di portare all'inferno con loro anche decine di persone innocenti rendendosi
protagonisti di stragi assurde. Joe R. Lansdale ha la capacità di vivisezionare,
il male, il maniaco schizofrenico depressivo che corre a tavoletta veso l'inferno
cercando di portare con se tutto e tutti. Siamo a Minnanette, quattro ragazzi difficili
a bordo di una chevrolet Impala nera del '66 sfrecciano lungo la statale,
il loro obbiettivo? Raggiungere lo chalet della Professoressa Becky e sventrarla come il tacchino il giorno del ringraziamento per vendicare la morte di un loro degno compagno finito in prigione per averla stuprata.
Ma in questa storia non tutto quello che sembra scontato si rivelerà tale.