Il giudice e il suo boia
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SCACCO MATTO
Due individui hanno intrecciato indissolubilmente il loro destino durante la giovinezza per via di una scommessa avente per oggetto il diritto di esistenza del delitto perfetto. Accettandone i termini si macchiano entrambi di una colpa che li lega nel peggiore dei modi. La scelta di Gastmann è quella di compiere il delitto perfetto, quella di Bärlach di provare la colpa di costui. Non riuscendovi, trascorre l’esistenza a seguire e tentare di incastrare il vecchio amico ormai diventato il suo peggior nemico. È giunto ora il momento per il vecchio Bärlach, una vita da commissario, di giocare la sua ultima mossa …
Impossibile svelare oltre onde evitare inutili e dannose anticipazioni, il libro si gusta perché si rivela progressivamente regalando scorci paesaggistici elvetici e una non troppo velata polemica al sistema amministrativo e politico della Svizzera tendente a offuscare il classico rigore e l’efficienza che le si è soliti attribuire. Il romanzo adottando e insieme rigettando la tradizione del genere giallo e del poliziesco si fa portatore di una precisa visione dell’esistenza e con essa della giustizia. La vita è caos, la giustizia invano può porvi rimedio, la ricerca della verità raramente coincide con la giustizia. In questo romanzo quarant’anni non bastano per giungere ad una giustizia che purtroppo pare rivelarsi solo alla fine ma in modo imperfetto e arbitrario, creando a sua volta altra colpa, altra ingiustizia. Su tutti pare trionfare solo la morte come nell’incisione di Dürer “Il cavaliere, la morte e il diavolo”.
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Simenon
e a chi ha visto "Delitto perfetto"
assolutamente a leggere
avvincente, enigmatico, incalzante e molto di più. Ho letto questo libro in un giorno e ne sono rimasto affascinato. Gli intrighi psicologici sono formidabili, la stile è estremamente scorrevole, ogni azione e vicenda è perfettamente descritta e immaginabile, mai né troppo divulgata né troppo asciutta. se si vuole passare una giornata in cui si è particolarmente annoiati a fare qualcosa, consiglio vivamente di leggere questo libro che, alla fine, un sorriso di soddisfazione e di appagamento per il tempo trascorso è assicurato!
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Senza infamia e senza lode
Premetto di non essere esperta di gialli e/o polizieschi, perciò non sono in grado di fare le dovute differenze, ma parlo da ciò che ho sentito dire oppure ho letto di altri gialli et similia.
“Il giudice e il suo boia” (Der Richter und sein Henker – narrativa svizzera) è un giallo che si dipana su intrecci psicologici più complessi. Non serve il solito scenario truculento e sanguinoso per stendere un giallo. A Dürrenmatt è servito solo un assassinio, uno solo. E da là tutto ha avuto inizio. Anzi, sarà proprio la morte di Schmied che metterà fine ad una storia che ormai è andata avanti già per troppo tempo.
“Il giudice e il suo boia” è ambizione, affermazione di se stessi; è lotta per far trionfare la giustizia a qualsiasi costo, pur andando contro le regole; come si suol dire: “il fine giustifica i mezzi”. Questo giallo è un insieme di tante mosse azzardare, coraggiose e pericolose, è un insieme di incastri e di pezzetti che vanno insieme, devono andare per forza insieme. Ma sarà nella mente del commissario Bärlach che si intrecceranno i fili di quello che viene considerato un “giallo emblematico”, costituto da giochetti psicologici che sembrano non irreali, ma di sicuro non alla portata dell'uomo comune, quello quotidiano.
Per me si tratta di un libro senza lode e senza infamia, ma potrei non essere soggettiva perchè non sono affatto amante né di gialli, né di thriller e tantomeno di polizieschi. Non so perchè mi sono ritrovata tra le mani queste 109 pagine. Forse sarà stata quella recensione invitante che mi ha portato a dire “perchè no?”. Di sicuro mi hanno aiutato quelle sole 109 pagine, altrimenti non so come avrei fatto.
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