Il debito
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Recensione della Redazione QLibri
Cal Donovan e IL DEBITO.
Cal Donovan, docente nonché ricercatore specializzato dell’università di Cambridge, gode di un pass d’onore presso la Città Stato del Vaticano ed in particolar modo per i suoi archivi segreti. Si trova nella Santa Sede per portare avanti una ricerca sul Cardinal Lambruschini, segretario di Stato durante il papato di Gregorio XVI e sulla sua decisa opposizione ai moti rivoluzionari del 1848 quando, dall’esame di una strana missiva rinvenuta per caso, viene a conoscenza dell’esistenza di un inspiegabile prestito. A quanto pare, infatti, l’ecclesiastico avrebbe avuto un ruolo decisivo nella concessione di una sostanziosa somma di denaro durante il papato di Pio IX, e più precisamente, una somma di denaro pari ad almeno trecentomila sterline. Una cifra considerevole, per il tempo. Eppure, più l’indagine va avanti e più è chiaro che quel prestito è in qualche modo collegato al presente, che quel debito, contratto dalla Chiesa con una banca posseduta da una famiglia ebrea, probabilmente non è mai stato restituito. Celestino, il Papa, chiede a Cal di indagare in merito e di ricavare tutte le prove necessarie a dimostrare che quella posizione passiva è ancora valida. La richiesta del pontefice è alquanto strana e non manca di sollevare dubbi nei membri della Curia. Questi ultimi, ancora, ritengono che dalla risoluzione di questo enigma derivi la sopravvivenza o la disfatta della Chiesa stessa. Tanti i coinvolgimenti, tanti i punti di collisione tra passato e presente. Ma cosa è successo nello ieri per avere un ruolo così determinante nell'oggi?
E’ da questo breve assunto che ha inizio “Il Debito” ultimo libro a firma Glenn Cooper. Sin dal principio chi legge si trova di fronte ad un romanzo che caratterizzato da un linguaggio fluente che ben bilancia il mistero e che quindi invoglia ad andare avanti. L’autore, inoltre, ben calibra i salti temporali. Certo, talvolta, il narratore tende a dilungarsi in dettagli evitabili, o comunque di interesse minore per il lettore, ma ad ogni modo la scorrevolezza del testo non viene eccessivamente inficiata. Se dal punto di vista stilistico l’opera non colpisce per erudizione ma nemmeno disdegna, da quello contenutivo, purtroppo, pecca un scontatezza. L’autore non brilla particolarmente di originalità, anzi, non solo si fossilizza su un tema trito e ritrito su cui è stato detto e ridetto, supposto e non supposto, ma vi inserisce una miriade di cliché sostenuti e costeggiati da qualche inesattezza storica e giuridica.
In conclusione, “Il debito” è un elaborato adatto a chi cerca una storia di facile lettura con cui trascorrere qualche ora piacevole, è uno scritto dall’evoluzione statica e di facile intuizione, è un componimento con cui è impossibile gridare al capolavoro.
Indicazioni utili
- sì
- no
No = a chi non è un passionista del filone e/o ama romanzi di una diversa tipologia.
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Il piacere di leggere Glenn Cooper
Dopo alcune romanzi di Glenn Cooper che non mi avevano convinto fino in fondo, ritorno con piacere a leggere le opere di questo autore.
Ho trovato Il Debito un romanzo ben strutturato con una trama per niente banale e dal finale non prevedibile. Come al solito i suoi romanzi sono ricchi di riferimenti storici ed ho apprezzato l'ambientazione italiana che ha reso tutto più vicino. Il ritmo non è propriamente incalzante ma, anche se lentamente, cresce in modo progressivo.
La descrizione dei luoghi, molto dettagliata, ha smosso i miei ricordi di qualche anno fa quando ebbi modo di visitare i Musei Vaticani.
In alcune recensioni hanno affiancato questo romanzo ad Angeli e Demoni di Dan Brown ma sinceramente, a parte l'ambientazione, non trovo altri punti in comune.
Un antico obbligo della Chiesa
Dopo Il segno della croce, Glenn Cooper torna in libreria con Il debito, il cui protagonista è ancora una volta il professor Calvin Donovan, che tanto successo aveva riscosso nel precedente libro. Calvin è insegnante di Storia della Religione ed Archeologia ad Harvard, un ex militare, sempre in ottima forma e gode della stima di un corposo giro di donne. Nonostante i suoi consueti appuntamenti con la vodka, non disdegna saltuariamente, di salire sul ring. Qui è alle prese con Papa Celestino VI (che tanto assomiglia in certe caratteristiche a Papa Francesco, ), che grato per il ruolo assunto ne Il segno della croce, gli conferisce l’accesso illimitato alla Biblioteca Vaticana e soprattutto all’Archivio Segreto Vaticano. Per il nostro professore è un invito a nozze. Pensiamo alla vastità e alla quantità di dati contenuti in chilometri di scaffali sui quali sono conservati, da secoli, centinaia di migliaia tra manoscritti, documenti antichi e reperti di incalcolabile valore. Calvin inizia le sue ricerche sul famosa cardinal Lambruschini, uomo rigorosamente conservatore e papa mancato, a cui è stato preferito Pio IX. Luigi Lambruschini fu un cardinale italiano vissuto a metà dell’800, testimone ed accanito rivale dei moti rivoluzionari che sconvolsero l’ordine e la legalità dell’Italia e dello Stato pontificio stesso. Ma il professore, nel consultare le carte, scopre presto che un pericoloso mistero , che in passato ha portato morte, e l’annuncia minacciosamente nel presente. Testimone di questo è una lettera privata del cardinale Antonelli, segretario di stato dell’epoca, in cui si fa riferimento ad un banchiere e alla necessità di trasferirlo in gran segreto fuori Roma. Dopo un ulteriore approfondimento il docente viene a conoscenza di un fatto inquietante: esisterebbe un grosso e gravoso debito, mai restituito, contratto dalla Chiesa, previo avvallo di Pio IX, con una banca ebrea. Celestino VI, informato, ordina un ulteriore studio, ma in realtà quali sono le sue reali intenzioni? Se lo domanda lo studioso, ma non solo. Per alcuni esponenti corrotti della Curia, la scelta di restituire in qualche modo quel prestito metterebbe in gioco la sopravvivenza stessa della Chiesa, e sono pronti ad usare qualsiasi mezzo pur di ostacolare i progetti del Santo Padre….
Un libro curioso, dallo stile scorrevole, ma dallo scarso ritmo. L’intera vicenda si trascina un po’ troppo a lungo, per giungere alle vere conclusioni un po’ troppo tardi. Coinvolge ed incuriosisce il lettore, che ad un certo punto, però, si annoia un po’. Troppe riunioni, continue ricerche in biblioteche. Scarsa avventura, troppe elucubrazioni che non conducono a nulla.
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