Il dardo e la rosa
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PIU' DE BELLO GALLICO CHE GAMES OF THRONES
Piu De bello gallico che Game of thrones! Nel primo volume della trilogia di Jacqueline Carey il male esiste, il suo obiettivo è la conquista del potere e si concretizza negli intrighi di nobiluomini e gentildonne al fine di sottrarre la corona a colei cui spetta di diritto. Ci sono dunque da una parte della barricata i cospiratori e i malvagi, contro cui si ergono, coraggiosi, i difensori dell’ordine e i loro alleati. La schema nella sua classicità è però rimpolpato da alcuni elementi inconsueti: in primo luogo il lato oscuro nella psiche dell’eroina protagonista, Phèdre, simboleggiato da una macchia scarlatta nell’occhio sinistro. Educata a esercitare una sorta di prostituzione sacra in nome del Dio delle sue genti essa prova una masochistica attrazione nei confronti dei suoi carnefici, soprattutto verso Mélisande, la perfida donna che ha massacrato i suoi protettori e l’ha resa schiava. E’Phèdre stessa a narrare le sue avventure in prima persona e la scelta di farne la voce narrante ha consentito all’autrice di dilatare il racconto, di aprire ampie digressioni sugli usi e i costumi dei popoli del regno fantastico rappresentato, vagamente somigliante all’Europa, suddiviso fra i civili angeline e i barbari skaldi. Ci sarà ovviamente battaglia, ci saranno amori e abbandoni, i buoni vinceranno, i cattivi perderanno in attesa della rinascita/riapparizione nella prossima puntata.
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"Non sempre chi accondiscende è debole"
Terre d'Ange, città di Elua. Phèdre è destinata fin da bambina a una delle Case del piacere del paese, destinata a diventare un Fiore Notturno al servizio di Naamah. Peccato che la sua bellezza sia corrotta dal raro e inquietante dardo di Kushiel, una piccola macchia scarlatta all'interno dell'occhio sinistro, che la designa come prescelta di Kushiel, l'angelo castigatore, e come anguisette, ovvero una creatura quasi mitica, capace di dare piacere con dolore e dolore con piacere. La Priora della Casa a cui è affidata, sfruttando la rarità della sua protetta, la vende a Anafiel Delaunay, misterioso e affascinante nobile che diventerà il suo mentore.
Insieme al suo pupillo, Alcuin, bellissimo ragazzo dai capelli argentei, Delaunay farà di Phèdre uno strumento micidiale al servizio della ricerca della verità: le insegnerà a vedere, ad ascoltare, a osservare, a riflettere su tutto quello che vede. Lui le fornirà il cibo per l'anima, lei darà a sé stessa e ai suoi patroni quello per il corpo: diventare una serva di Naamah, adepta di Casa Valeriana, una concubina d'eccellenza al servizio del piacere masochista che, con le sue particolari doti, otterrà quello per cui il suo mentore l'ha presa con sé.
Tutte le macchinazioni di Delaunay vertono verso il mantenimento di una promessa legata ai discendenti della corona e saranno proprio questi i patroni a cui Phèdre verrà donata: re, principi, conti e personaggi carismatici come Mélisande Shahrizai, che diventerà la nemesi di Phèdre.
La sua vocazione la condurrà lontano dalla sua amata città, in un viaggio che rivelerà tutte le maschere che Phèdre può indossare: schiava degli skaldi, fuggiasca tra i ghiacci, ambasciatrice della regina, mediatrice di guerra, salvatrice di flotte reali, scaltra cortigiana, ammaliatrice, boia e voce del regno, martire volontaria ed eroina, riuscirà a fare da collante alla trama, grazie al suo cuore d'acciaio rivestito di apparente accondiscendenza e arrendevolezza.
Collante creato anche grazie ai personaggi che girano intorno a Phèdre: Hyacinthe e Joscelin sopra di tutti, il primo dolce amico d'infanzia, principe dei Viaggiatori, il secondo fedelissima guardia del corpo, ombra costante dei passi di Phèdre.
Ho trovato questo libro molto stimolante dal punto di vista della psicologia dei personaggi, soprattutto della protagonista: Phèdre potrà apparire, ad un occhio superficiale, lenta, docile, eccessivamente conciliante, sconfitta da un destino che sembra marchiare la sua vita come la marque sulla sua schiena, ma non vi ingannate! è un fiore delicato e prezioso, raro e seducente, ma dall'animo duro e forte come la pietra. Non vi lasciate sviare dal fatto che lei non decanti le sue doti e i suoi successi ai quattro venti: la sua modestia non sminuisce il suo valore e la portata del suo coraggio. E' un'eroina silente, solo in apparenza condiscendente, ma non per questo meno amabile. E lo stesso vale per i suoi amici di avventura.
Il ritmo della narrazione è buono, rallentato solo di tanto in tanto dalla parti relative alle discendenze e dai tanti nomi che poi acquisiranno un volto. Di certo potrà risultare un tantino pesante a chi non ama gli intrighi di corte, l'araldica e tutte quelle storie di matrice medievale.
La vocazione masochista della protagonista non mi ha affatto disturbato, anzi credevo che l'accento su questo particolare sarebbe stato più forte, invece è assolutamente accettabile, a mio avviso.
Per il momento non leggerò il seguito ( il libro fa parte della trilogia di Phèdre), ma sicuramente lo farò più in là, perché il finale lascia un'ombra sulla trama che voglio assolutamente sapere come verrà dissipata.
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Le apparenze ingannano
Sono approdata alla lettura de -Il Dardo e la Rosa- in maniera casuale, in quanto stavo ultimando la lettura di The Beauty Series, di Anne Rice,( rivisitazione "erotica" de "La Bella Addormentata" scritto con lo pseudonimo di A. N. Roquelaure )
Questi libri, volgarissimi e monotematici, privi di trama e di qualsiasi altro pregio renda un libro interessante, venivano appunto criticati in un gruppo di lettura che mi consigliò , di contro, di dedicarmi a - Il Dardo e la Rosa -, in quanto , benché trattasse argomenti abbastanza spinti, conteneva anche un’importante trama e tanti personaggi ben descritti.
Quindi, dopo aver letto La Bella Porno Addormentata, non posso proprio dire che invece Il Dardo e la Rosa sia un romanzo “spinto” o “volgare” o basato su un unico argomento, cioè la leggera tendenza masochista della protagonista.
Ho letto di peggio in quanto a volgarità o a scene di sesso descritte con abbondanza di particolari in parecchi altri libri catalogati quali Thriller, o Horror etc.
Questo è un fantasy ben fatto, con personaggi importanti, caratteristiche ben definite e peculiarità che li rendono fondamentali per lo svolgersi della trama.
La civiltà stessa è ben sviluppata, e possiede anche una propria letteratura, con miti, leggende, racconti , canzoni e poesie
Essendo un fantasy è ovvio che le basi su cui fonda tutto un mondo non debbano essere per forza somiglianti al nostro quotidiano.
Pertanto, la creazione di una civiltà che non considera “negativo” mercanteggiare il proprio corpo non deve certo essere un punto a sfavore. Considerando che viene ampiamente raccontato e spiegato il perché la civiltà degli “Angeline” viva in un certo qual modo…
E’ un fantasy ed in quanto tale si può “fantasticare”.
Direi quindi che la caratteristica masochista della protagonista è affascinante e contribuisce a conoscere meglio questa civiltà e i lati più oscuri del desiderio umano.
Infatti, nonostante la maniera “estrema” di affrontare il piacere, gli episodi masochisti vengono raccontati con molto garbo, senza mai utilizzare termini volgari o scontati da: “50 sfumature di…” e neppure senza spingersi in dettagli splatter o puramente cruenti.
In questo libro c'è un popolo , ci sono delle classi sociali, ci sono degli avversari barbari che vogliono usurpare un regno, ci sono dei traditori, e degli intrighi di corte, ci sono amori , amicizia e anche battaglie e morte.
Per alcuni dettagli l’ho trovato simile alle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, in quanto anche alcuni nomi o personaggi sono molto vicini ai libri di Martin: vedi Melisande Shahrizai/Melisandre di Asshai ; Eamonn/Aemon; Selig / il Re oltre la barriera etc.
E’ particolarmente prolisso nelle descrizioni dei luoghi e degli intrecci politici, ho trovato qualche difficoltà a comprendere i gradi di parentela (chi fosse figlio di , e di quale regno o casata fosse questo o quel personaggio) , sicuramente sarebbe stato un buon libro anche con 200 pagine in meno.
Con un po’ di coraggio mi accingo a leggere il secondo libro di questa particolare trilogia.
Lo consiglio perché rientra nel genere Fantasy , quindi chi vuol leggere questo genere si troverà a proprio agio. Chi vuole leggere un mero racconto erotico invece troverà ben poco materiale.
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un fantasy diverso
La storia è molto intrigante e affascinante e mi ha rapita, tutto l'erotismo che è descritto in questo libro, inizialmente mi ha infastidita e un po' imbarazzata, ma andando avanti ho capito che era anche la condizione della ragazza a rendere la tensione narrativa.
Fin qui tutto fantastico, peccato che sia stato condito con troppe descrizioni; pagine e pagine per descrivere il mondo in cui vivono i protagonisti che, inoltre, per somiglianza di nomi e di fatti assomiglia molto al nostro! Diciamo che delle quasi 900 pagine, se lo avesse ridotto a 500 avrebbe preso tutto molto più ritmo e leggerezza!
Detto ciò, ora sono molto combattuta tra la voglia di leggere il seguito e il terrore di dover affrontare nuovamente un altro mattone che non si riesce mai a finire!!
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un pò troppo spinto
sono rimasta un pò perplessa:la trama fantasy è costruita benissimo, così come le ambientazioni e i personaggi,però c'era davvero bisogno di basare un intera società sul una pseudo religione che si fonda solo sul sesso e sulle perversioni.la protagonista alla fine sarebbe anche una donna interessante se non fosse una ninfomane masochista che si prostituisce per il piacere di essere malmenata.gli intrighi per il potere e una bella storia d'amore potevano essere una trama già vista ma che comunque poteva tenere insieme lo stesso un buon romanzo senza tutta questa esaltazione del sesso fine a sé stesso.non voglio essere puritana ma certe scene potevano essere evitate come alcune considerazioni della protagonista che in conclusione rimane anche un pò antipatica... si innamora del suo"bodyguard" ma non si fa scrupoli ad andare a letto con i più depravati, giustificandosi che è la sua natura.a me non è piaciuto un gran che per questo motivo,ma altri lo potrebbero apprezzare.fatemi sapere.
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Il dardo e la rosa
E' un libro avvincente che trascina all'interno della storia è vero, ma è anche totalmente impudico.
Ho avuto pareri contrastanti leggendolo, ma alla fine mi sono fatta prendere perché, per quanto Phèdre sia un masochista, una cortigiana senza vergogna e se così si può definire, un personaggio che divaga senza problemi nella depravazione, resta pur sempre una gran donna.
Gli angeline hanno i propri dei, ognuno fedele al più grande tra loro, Elua, che ha lasciato ai suoi sudditi un unico comandamento "ama a tuo piacimento". Phedrè è stata concessa a servaggio a una delle case di piacere dedite alla dea Naamah ed è stata istruita alle arti, come le chiama lei, del boudoir.
Ecco, da qui non si può più dire che sia un libro che non vale niente. Si arriva a detestare Phèdre, eppure si riesce anche ad amarla. Perchè, oltre ad essere una cortigiana compiacente e masochista è anche una donna coraggiosa e fedele alla propria patria, una persona molto intelligente, una detective coerente e arguta.
Sono benevola e ben disposta nei suoi confronti, perché Phèdre, nella sua controversia, è un soggetto affascinante.
E alla Carey concedo tutto il resto: tutti i personaggi hanno un carattere proprio, sono delineati con maestria tanto da sembrare facilmente reali. La parte fantasy-avventura-poliziesca è degna dei più grandi capolavori del genere, le ambientazioni, i paesaggi sono descritti benissimo, è facile immaginarli e ritrovarli nella gran cartina d'Europa (e non solo) in cui sono collocati. La suspence c'è, nella giusta dose e la scrittrice riesce sempre a tenerci sulle spine, così come il mistery. L'unico eccesso che c'è è la parte erotica, ma credo si possa pure perdonarla, visto che Phèdre è una spia delicata e tenace in ogni situazione. C'è proprio di tutto, e per tutti i gusti. Lo posso quasi definire un libro intelligente.
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