Il criminale pallido
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Bernie Gunther capitolo II
«È ormai vicino il tempo in cui tutti dovranno fare la stessa cosa. Non c’è posto per l’agnosticismo nella Germania che Himmler e Heydrich hanno programmato per noi. Non ci sarà scelta: in piedi e fatevi contare o accettare le conseguenze. Ma è ancora possibile cambiare le cose dall’interno. E al momento giusto ci serviranno uomini come te. Gente della polizia, di cui si può fidare.»
È il 1938 in quel di Berlino. L’estate è calda, l’aria torrida. La capitale tedesca, come tutta Europa, è in attesa di sapere se Hitler, a seguito della conferenza di Monaco, darà o meno inizio ad una nuova guerra. Bernie Gunther è un investigatore privato adesso in società con Bruno Stahlecker. Il clima sta cambiando, lo sanno entrambi molto bene. Sta mutando il modo in cui viene fatta la propaganda al lavoro, adesso per mezzo della forma di annunci e tutti con caratteri antisemiti, sta mutando il soggetto a cui questa è diretta e soprattutto le leggi stanno diventando sempre più stringenti per quel che riguarda il non ariano e in particolar modo l’ebreo.
In questo contesto Gunther riceve una impensabile richiesta: Heydrich esige che lui faccia rientro nella Kriminalpolizei per indagare sulla scomparsa di molteplici ragazze adolescenti emblema della perfetta razza ariana. Prima ancora, però, Gunther è investito dalla signora Frau Lange, proprietaria di una importante casa editrice, per far luce sul un misterioso ricatto che ha ad oggetto il figlio omosessuale. La donna ha infatti ricevuto ben cinque missive con richieste di denaro a partire dai mille marchi per rientrare in possesso di quelle lettere che Reinhard si è scambiato con l’amante. Se non avesse acconsentito al ricatto quelle prove di dichiarata omosessualità sarebbero finite in mano alla Gestapo con annesse e connesse conseguenze.
«I figli sono il riflesso della nostra vecchiaia. Sono il modo più veloce di invecchiare che io conosca. Lo specchio del nostro declino. Del mio, soprattutto.»
Il dover poi rientrare all’interno della Kripo non è una scelta semplice per Bernie. Tanti sono i tasselli da far combaciare, tanti i punti su cui far luce. In particolar modo per quel che riguarda il presunto perfetto colpevole delle sparizioni: un membro della comunità ebraica.
Ha da qui inizio una indagine serrata che porterà il nostro protagonista a doversi calare nei meandri più oscuri della società, in quelle oscurità fatte di prostituzione, estremismi, pornografia che si nasconde dietro una facciata di perbenismo e decoro. Una depravazione che è insita nell’animo della collettività, nell’animo umano. Una depravazione che non ha confini e che non può essere arginata. Al tutto si somma il clima politico sempre più tagliente e pericoloso e che ci fa respirare l’aria di quella ormai imminente Notte dei cristalli.
«Marianne», le dissi, «è bello far quadrare i conti, ma è ancora meglio se avanza qualcosa»
Con “Il criminale pallido” ci reimmergiamo tra le pagine della storia per mezzo della voce di un autore che in questo secondo episodio si dimostra nuovamente un perfetto pokerista. Torniamo indietro nel tempo, assistiamo ad una inchiesta intrisa di colpi di scena e dove niente è come appare. Tante le intuizioni, tanti i depistaggi che si susseguono, tanta l’ironia che intride questo secondo episodio della trilogia che ha avuto inizio con “Violette di marzo”.
“Il criminale pallido” è un thriller storico che non perde mai il ritmo, che tiene alta l’asticella della suspense dall’inizio alla fine. È un elaborato dove il lettore è colpito da una trama solida, fluida, rapida, dove il lettore è trascinato dalle avventure e ne è conquistato con naturalezza e senza difficoltà. Ancora, è affascinato da questo protagonista antieroe che conquista grazie alle sue imperfezioni, alla sua satira, alla grande irrisione e all’infinito sarcasmo. Non teme di essere scorretto, non teme di essere un antinazista e di manifestarlo pubblicamente.
In conclusione, “Il criminale pallido” è un componimento che non delude le aspettative, che avvince e resta. Più maturo rispetto al precedente episodio di cui è il perfetto e naturale seguito.