Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Il collezionista di bambini
 

Il collezionista di bambini Il collezionista di bambini

Il collezionista di bambini

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Il collezionista di bambini narra le indagini del sergente Logan McRae, del dipartimento di polizia di Aberdeen. La città è gettata nel panico da una catena di orrendi omicidi di bambini. Tutto ha inizio in una tipica giornata scozzese: piove e il sergente McRae è impegnato con altri esperti a ricostruire la scena del delitto. In un sacco di plastica giace il corpo del piccolo David Reid; una domanda tormenta il cervello del protagonista: “E adesso, come racconterò questo alla madre?”. David Reid è solo il primo delle piccole vittime del serial killer pedofilo. Il collezionista di bambini è un thriller coraggioso, che esplora uno dei temi più delicati e sconvolgenti della nostra società: la pedofilia. La violenza con cui il protagonista deve fare i conti, la crudeltà dei carnefici e il terrore delle vittime sono descritti con uno stile penetrante, capace di scuotere il lettore fino al midollo.



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Il collezionista di bambini 2016-07-11 05:08:38 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    11 Luglio, 2016
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lupi ovunque

Prima scompare un bambino, poi si trova un piccolo cadavere, ma è diverso da quello che la polizia sta cercando. E poi, ancora ed ancora. i reati si susseguono, ma hanno tutti come protagonisti delle piccole vittime. La città di Aberdeen inizia a perdere il controllo, i giornalisti si lanciano in iniziative personali, i genitori si armano di torce e forconi e partono a caccia del mostro. I dirigenti politici si scaldano e gli agenti non sanno cosa fare. Le indagini del primo, e poi dei seguenti reati è afidata a Logan McRae, che qui fa la prima comparsa tra le pagine di un libro. Ancora convalescente nel corpo e nello spirito, come risultato di una precedente indagine, piuttosto distratto dal fascino delle due colleghe ed ammaliato da un viscido giornalista, l'investigatore porta comunque a termine egregiamente il suo compito.
Trama complessa, ma agile da seguire. parecchi i personaggi, tutti ben delineati e con una loro precisa collocazione. Potrei dire che il finale sia ben costruito e non scontato. In realtà i reati di cui si indaga in questo volume sono molti, non necessariamente collegati uno con l'altro e con motivazioni anche molto diverse tra loro. Quindi ci sono tanti finali. uno per ogni vittima. Piuttosto crude alcune scene: sia per lo stato in cui sono trovati i corpi sia per le modalità di attuazione dei delitti. Non trovo comunque che l'orrore ed il sangue descritti siano fini a sé stessi. L'autore non indulge in particolari inutili solo per gratificare il desiderio di sangue del lettore. Descrive in modo asciutto ed sesenziale quanto c'è da sapere e lascia all'immaginazione quanto è troppo oscuro per essere messo su carta.

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Il collezionista di bambini 2015-09-02 08:27:25 Melantha
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Melantha Opinione inserita da Melantha    02 Settembre, 2015
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Storia di un timore quotidiano

“Il collezionista di bambini” è il romanzo d’esordio dell’autore, Stuart MacBride. Nella contea piovosa di Aberdeen, il sergente Logan McRae, rientrato da poco in servizio, indaga su una catena di omicidi che vedono protagonisti dei bambini. Tra la popolazione serpeggia il panico del contatto con un serial killer pedofilo e la stampa inneggia all’incapacità delle forze di polizia, che sembrano impantanate in ricerche prive di risultati. A complicare il tutto si aggiunge il ritrovamento di un cadavere di un uomo con le rotule tagliate; ma il sergente Logan McRae saprà, come ogni protagonista di romanzi polizieschi, essere abbastanza tenace ed analitico da concludere ambedue i casi.

Lo stile di MacBride, mi piace e mi piace veramente molto: trovo che sappia unire essenzialità e descrittività in maniera magistrale. Non mancano i dialoghi serrati, i botta e risposta incalzanti, ma allo stesso tempo descrive i luoghi, le sensazioni, i personaggi con dovizia di particolari, senza scadere nel monotono o nel prolisso. Tra gli scrittori di gialli, rientra a livello tecnico tra i miei preferiti.

La trama regge, è ben strutturata e svolta, anche se il finale l’ho trovato leggermente frettoloso. La storia tiene, comunque, il lettore incollato al romanzo sino alle ultimisse pagine e, soprattutto, si avventura lungo un tema scabroso, che nella società attuale è fonte di preoccupazione e disgusto: la pedofilia. Per questo colui che legge si ritroverà inevitabilmente ad odiare il vero o presunto stupratore, in attesa che giustizia legale o divina sia fatta.

Una nota di merito va al personaggio principale, il sergente Logan McRae: non è il poliziotto senza macchia e senza paura, non è il prode investigatore semidivino senza vizi e crucci, ma è un uomo assolutamente normale, un antieroe quotidiano di cui è pieno il mondo. Trovo anche questa scelta molto azzeccata.

Lo consiglierei? Certamente sì. Per un appassionato di thriller o di gialli, trovo che sia un ottimo titolo, capace di far stare sufficientemente col fiato sospeso.

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Il collezionista di bambini 2013-06-25 18:21:28 Marghe Cri
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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    25 Giugno, 2013
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Un thriller duro

Un giallo che affronta un tema delicato in modo diretto e senza ipocrisie.
Bambini piccolissimi rapiti, violentati e uccisi nell'atmosfera buia e cupa di una cittadina scozzese nel pieno dell'inverno.
Stuart Mac Bride scrive un'opera prima di tutto rispetto, con prosa asciutta e soprattutto con la capacitá di gestire la trama fino all'ultima pagina, senza perdere ritmo nè tensione e conservando il mistero fino alla conclusione.
La soluzione alla fine arriva nei tempi giusti, senza accelerazioni o utili perdite di tempo.
Il personaggio principale, il sergente Logan McRae è l'eroe antieroe, uno qualsiasi, uno come noi, talvolta timido e confuso nei suoi rapporti con le donne ma analitico e freddo nella caccia al serial killer.
È un thriller duro, teso, violento. Ma bello nella sua crudezza.
Logan McRae ha la stoffa per diventare un personaggio con una lunga vita (letteraria).


[…]
Per lui le cose morte avevano sempre avuto qualcosa di speciale. La loro delicata freddezza. La loro pelle. L’odore pieno, dolciastro che emanavano nella putrefazione. Mentre tornavano a Dio.
La cosa che aveva in mano era morta da poco. Poche ore fa era stata piena di vita. Era stata felice. Era stata sporca e lurida e impura. Ma adesso era pura.
Delicatamente e con reverenza la sistemò sul mucchio delle altre cose. Cose che erano state tutte vive, che avevano gridato e giocato, sporche e luride e impure. Ma adesso stavano con Dio. Adesso avevano trovato la pace.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente, immergendosi negli odori. Alcuni freschi, altri più robusti. Ma tutti piacevoli. Guardando benevolmente la sua collezione pensò: questo deve essere l’odore che ti circonda quando sei Dio. Questo deve essere l’odore che ti circonda quando sei in paradiso. Circondato dai morti.
[…]

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