Il codice Rebecca
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 6
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La cruna dell'ago in Egitto. Con più sesso.
"Il codice Rebecca" è un thriller storico che mi ha riportato verso un autore che generalmente apprezzo per il suo stile. Di Ken Follett avevo affrontato (e gradito) “La cruna dell'ago” l'anno scorso, opera con la quale questo "nuovo" romanzo ha in comune molti aspetti, in primis l'ambientazione: siamo sempre nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, ma questa volta lasciamo le coste inglesi per il deserto del Sahara.
E già qui non ci siamo: la sinossi e i primi capitoli portano il lettore a pensare che lo scenario prescelto sia il deserto, tra le dune infinite e le rotte delle tribù nomadi, ma in effetti il resto del romanzo si svolge nella metropoli de Il Cairo. Anche il titolo è un po’ fuorviante, e ciò mi ha stupito perché tutti i libri di Follett hanno dei titoli molto azzeccati ed accattivanti.
La trama ripropone lo stesso schema de “La cruna dell’ago”, con il continuo inseguimento tra la spia tedesca, infiltrata nel territorio controllato dagli inglesi per una missione che potrebbe cambiare le sorti del conflitto, e l’agente britannico, disposto a tutto per assicurare la propria nemesi alla giustizia. Diversamente dal romanzo procedente, l’autore non si sforza troppo di farci entrare in empatica con l’antieroe, portando palesemente il suo favore verso il militare inglese. Nel quadro non può poi mancare un’affascinante protagonista femminile, che anche in questo caso ho apprezzato molto per la sua caratterizzazione, preferendola di gran lunga ai suoi omologhi maschili.
Il romanzo è arricchito da altri interessanti personaggi, come una versione egiziana del Fagin dickensiano che invia i suoi giovani borseggiatori in giro per la città, e in generale tutti risultano caratterizzati in modo convincente. A convincermi decisamente meno sono stati la serie di colpi di fortuna che ottengono entrambe le parti, la presenza di pochi personaggi storici (l’unico rilevante è Rommel) e la storia d’amore che come al solito è fulminea e poco realistica.
Indicazioni utili
- sì
- no
L'eroe perdente
Il protagonista, quello che fino almeno a metà della narrazione è “l’eroe” del romanzo, è un spia tedesca, Alex Wolff, che raggiunge il Cairo passando per il deserto, compiendo già un’impresa solo per arrivarci, in Egitto. D’altra parte, avendo vissuto con la madre e il patrigno per diversi anni proprio in Egitto ed avendo quindi una buona conoscenza del territorio e dei suoi abitanti, Alex era in questo avvantaggiato. Il suo avversario è il maggiore Vandam, inglese, che, anche in base a delle coincidenze fortunate, oltre che al suo intuito, sospetta per primo che al Cairo sia arrivata una spia tedesca e fa di tutto di impedirgli di agire. Il tedesco ottiene anche il sostegno di egiziani, in primis della più famosa e bella, nonché viziosa, ballerina del ventre del Cairo e poi anche di alcuni ufficiali nazionalisti, tra i quali il futuro presidente Sadat, e riesce a inviare preziose informazioni al generale Rommel, grazie alle quali egli riesce a sfondare le linee nemiche, fino ad arrivare a poche decine di chilometri da Alessandria. Ma, come sappiamo, le sorti della guerra ben presto si capovolgeranno; quindi il maggiore Vandam riuscirà alla fine del romanzo a mettere le mani sulla spia tedesca e sul suo codice segreto, il codice Rebecca, dal titolo del libro omonimo di Daphne du Maurier, che sta alla base dello stesso codice, grazie soprattutto all’aiuto di un’altra donna, un’ebrea egiziana, che aveva dei buoni motivi per aiutare gli inglesi contro i tedeschi.
Indicazioni utili
bond o indiana Jones?
Appassionante romanzo del sapore orientale, un mix tra lo spionaggio e l'avventura, dalla penna di quel maestro di Follett, abilissimo nel dare vita a personaggi dotati di grande spessore e carisma, tessendo una trama ricca di intrecci e coincidenze come solo lui sa fare.
La narrazione è coinvolgente per tutta la durata della storia; ci si affeziona facilmente ai protagonisti della storia e con loro si rivive un'avventura caratterizzata da parecchi colpi di scena e da un tasso di suspance sempre elevato.
Lo stile dell'autore è particolarmente scorrevole e ispirato: i personaggi (Wandam, Alex e Sonja su tutti) convincono e risultano essere assai credibili e ottimamente caratterizzati.
La lettura è consigliata chiunque voglia assaporare una piacevole storia sullo sfondo del mistico Egitto agli albori della seconda guerra mondiale, senza troppe pretese, ma risultando appassionante e godibile.
Indicazioni utili
The Key to Rebecca
Siamo nel 1942, in estate, e Rommel soprannominato la “volpe del deserto” sta mietendo successi ripetuti attraverso i posti più sperduti del nord Africa.
Questo generale tedesco sembra a dir poco imbattibile, ma a quanto pare la sua arma segreta è una spia davvero particolare che si fa chiamare Alex Wolff.
Questa spia ha un compito davvero importante, si deve impadronire di tutti i piani strategici dell’esercito britannico e comunicarli per tempo al generale attraverso un codice segreto che ha come chiave un romanzo intitolato “Rebecca”.
La Germania nazista sta per prendere il sopravvento, e solo l’aiuto di un valoroso ufficiale inglese di nome Vandam può far cambiare le sorti della guerra altrimenti saranno davvero disastrose.
Vandam dovrà provarle tutte per poter impedire il peggio e cercherà in tutti i modi di rubare ad Alex la chiave del codice segreto.
Si tratta di un thriller ricco di suspense e magnificenza.
Lo stile è sempre impeccabile e la storia è stata ben congeniata.
L’ambientazione è a dir poco stupenda ed a tratti sembra quasi di trovarsi tra le vie del Cairo o tra le dune del deserto.
Ken Follett con la sua bravura riesce a far immergere completamente il lettore nella scena.
L’autore inoltre è riuscito ad inserire una piccola storia d’amore che fa scoprire il suo lato migliore proprio alla fine del romanzo.
Un libro tutto da gustare, magari sdraiati in spiaggia con una buona bibita fresca di fianco.
Buona lettura a tutti!
Indicazioni utili
non delude mai
Assolutamente meraviglioso. Follett si riconferma il grande scrittore che ho imparato a conoscere con "i pilastri della terra", non delude mai. La trama è avvincente e la scrittura assolutamente scorrevole e piacevole.Un libro che ti cattura fino all'ultima pagina con una scena finale assolutamente "magica". Straordinaria la capacità dello scrittore di farti immedesimare con tutti i protagonisti della storia. All'inizio mi sono sentita molto "vicina" alla spia Alex Wolff, ma alle ultime pagine del libro ho odiato questo personaggio, e questo grazie alla capacità dello scrittore di farmelo vedere con altri occhi, da un altro punto di vista. Finale leggermente scontato, ma sinceramente se non fosse finito cosi ne sarei rimasta delusa. Lettura assolutamente piacevole...
Indicazioni utili
Divertirsi leggendo non è reato
Nei libri del genere spy story “Il codice Rebecca” è tra quelli che ho amato di più. Sarà che l’ho letto in un momento in cui avevo assoluto bisogno di evadere, sarà che Follett ha, a volte, la capacità di tenere il lettore incollato al libro fino all’ultima pagina, fatto sta che man mano che procedevo nella lettura la mia realtà oggettiva andava sparendo per lasciare il posto all’assolato paesaggio nordafricano nell’estate del ’42.
Alex Wolff, tedesco di nazionalità egiziana, è la spia che deve comunicare al generale Rommel, la famigerata Volpe del deserto, gli spostamenti delle truppe britanniche attraverso un codice nascosto nel libro “Rebecca” di Daphne Du Maurier. Questo porterà i nazisti ad accerchiare gli inglesi e quindi a vincere la guerra, a meno che il maggiore William Vandam non riesca ad identificarlo e a neutralizzarlo.
Nel susseguirsi di rincorse, scontri all’ultimo sangue, rapimenti e colpi di scena c’è posto anche per l’amore tra Vandam e la bella e sfortunata Elene e, come contrappeso, per il più erotico rapporto tra la danzatrice del ventre Sonja e il “cattivo” Wolff.
Eppure non lo sentiamo così diverso da noi, il cattivo Alex Wolff. Ne ammiriamo la forza e l’astuzia, ne seguiamo le avventure quasi dispiaciuti, alla fine, che combatta dalla parte sbagliata della barricata.
Ho trovato indimenticabile la scena finale della fioritura del deserto e i due personaggi femminili, così
diversi, eppure anche loro due facce della stessa, complessa umanità.
I detrattori di Follett, gli intellettuali, direbbero che è un libro facile e che, come polemizza Piero Citati, è meglio non leggere piuttosto che leggere chi scrive best-sellers come Faletti e Follett. Peccato che con la maggior parte dei libri che apprezzano gli intellettuali io mi annoio e che con “il codice Rebecca” mi sono, invece, divertita immensamente.
Visto che di Shakespeare non ne nasce uno all’anno, e che è molto difficile unire profonde riflessioni ad una trama avvincente, se proprio voglio riflettere, approfondire, preferisco darmi alla saggistica piuttosto che a libri noiosi.
C’è un tempo e un libro per tutto, per filosofeggiare e per divertirsi, e se la vostra esigenza oggi è quest’ultima, Il codice Rebecca è il libro che fa per voi.