Il codice del destino
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CITADEL
Il nuovo romanzo di Kate Mosse ci porta a viaggiare nel tempo, siamo a Carcassone nel 1942 e conosciamo una rete di resistenza armata composta solamente da donne chiamata “Citadel”, che è anche il titolo originario del libro.
Questa storia è dedicata a “Martiri di Baudrigues”, diciannove prigionieri francesi che furono giustiziati dalle forze armate naziste in ritirata il 19 agosto 1944, pochi giorni prima che la Linguadoca fosse liberata.
Di queste persone ancora oggi due donne rimangono ignote e su questo l’autrice ha scritto il suo libro, questo fatto storico si va ad aggiungere ad altri che risultano essere attualmente poco conosciuti o almeno io non ne avevo mai sentito parlare.
Senza dilungarmi troppo sulla trama, a capo di Citadel c’è Sandrine, che si unirà a Raoul che è a capo di un’altra rete di resistenza francese, ma loro oltre a voler liberare il paese dai nazisti, devono difendere un antico codice eretico che i tedeschi stanno cercando.
Tutto ruota attorno alla guerra e alla ricerca del codice ma nella narrazione possiamo trovare anche le difficoltà dei francesi durante la guerra per riuscire a sopravvivere, i drammi famigliari legati ad un parente che non torna dal fronte, e anche l’odio antisemita e i campi di concentramento.
Nella storia, come la stessa autrice ci spiega, non sono mai esistite reti tutte femminili di partigiane come Citadel, ma nel conflitto il ruolo della donna è stato fondamentale o almeno molto importante anche se molte volte i libri non ce ne hanno mai parlato come avrebbero dovuto.
Per me quest’ idea è stata veramente azzeccata e a mio avviso è stata raccontata in maniera realista ed è stato giusto voler omaggiare e far conoscere il contributo che le donne hanno dato nella resistenza.
Questo romanzo mi ha da subito affascinata in quanto racchiude nelle sue pagine, storia, mistero, avventura e amore elementi che di per sé attirano molta la mia attenzione.
La narrazione prosegue veloce e il lettore vuole sapere come succede, come prosegue la storia, ma ho trovato delle difficoltà soprattutto nella prima parte dove i capitoli sono brevi e conosciamo moltissimi personaggi e in più abbiamo uno sbalzo temporale notevole passiamo dal 1942 al 342 dell’anno domini.
Questo crea nel lettore moltissima confusione che vi via si attenua perché poi chi legge viene reso partecipe della storia, però credo che ugualmente l’autrice abbia inserito moltissimi temi non sviluppandoli in maniera adeguata, nel senso che ha iniziato a raccontarli per poi lasciarsi sospesi senza avere una vera e propria conclusione.
Questo a me non è piaciuto mi ha lasciato l’amaro in bocca, è come se sali su una montagna ma quando arrivi in cima non vedi il panorama che ti aspettavi.
Ho apprezzato moltissimo il coraggio di Sandrine, e anche della sorella Marianne come di Lucie, Suzanne e Liesl, tutte queste donne hanno veramente avuto un ruolo fondamentale nella lotta per liberare il paese occupato e con la loro forza sono state al pari degli uomini.
Ogni volta che leggo dei libri sulla guerra resto sconcertata dal dolore, dalla crudeltà e dalla sofferenza che hanno dovuto subire le persone come noi, i cosiddetti civili, e quanto la loro vita sia stata difficile e il dover andare avanti lo era ancora di più..
Vi consiglio questo romanzo se volete leggere una storia piena di avventura e mistero ma anche che vi lascerà molte domande senza risposta e con un finale aperto.