Il cielo sopra l'Everest
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Recensione della Redazione QLibri
Il canto delle sirene
“Il cielo sopra l'Everest”, scritto da David Lagercrantz e pubblicato da Marsilio nel maggio 2018, racconta una immaginaria spedizione sull'Everest, svoltasi nel 2000. Gli avvenimenti narrati nel libro prendono liberamente spunto da una reale vicenda che si svolse nel 1996 ed ebbe come drammatico epilogo la morte di ben 8 alpinisti, colti da una tempesta mentre scendevano dalla vetta più alta della Terra.
Il testo di Lagercrantz è un “page turner”, un libro che si legge tutto d'un fiato: gli eventi sono raccontati con lo scopo evidente di catturare l'attenzione del lettore, uno scopo che viene pienamente raggiunto.
Un gruppo di alpinisti, la maggioranza dei quali non professionisti, si accinge a raggiungere la vetta dell'Everest. Per poterci riuscire hanno dovuto pagare delle somme esorbitanti ed affidarsi a guide e portatori esperti di alta quota. Tutti sembrano avere una motivazione ineccepibile per tentare quest'impresa un po' folle: è nella natura dell'uomo sognare di oltrepassare i propri limiti e molte persone di quella sfortunata spedizione sono incuranti di rischi e pericoli e vogliono solo aggiungere un'altra sfida vinta alla loro collezione. All'interno del gruppo però la solidarietà e l'amicizia sono soltanto apparenti, sotto la superficie covano invidia, rancore, gelosia, disprezzo di sé e desiderio di vendetta. Tutto questo, unito alla completa mancanza di rispetto verso lo spirito della montagna, non può portare di sicuro al buon esito dell'impresa.
Lagercrantz padroneggia con maestria l'intreccio della narrazione alternando analessi e prolessi che tengono il lettore incollato alla pagina. Inoltre dimostra di essersi documentato scrupolosamente sull'argomento: leggendo si ha quasi l'impressione di trovarsi sull'Everest, a quote non propriamente confortevoli per l'essere umano, tra mancanza di ossigeno, probabile congelamento, perdita di liquidi, rischio elevato di pazzia e morte. Tuttavia ho avuto l'impressione che la psicologia dei personaggi sia stata descritta in maniera un po' superficiale e talvolta banale. Ed anche lo stile dell'autore mi è sembrato un pochino anonimo, con ripetizioni frequenti delle stesse frasi e degli stessi concetti.
Quindi, in conclusione, consiglio “Il cielo sopra l'Everest” a chi è in cerca di un romanzo d'avventura dal ritmo serrato e dall'ambientazione affascinante. Chi cerca qualcosa in più potrebbe rimanere deluso.