Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Il caso della sorella scomparsa
 

Il caso della sorella scomparsa Il caso della sorella scomparsa

Il caso della sorella scomparsa

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Quinto capitolo della fortunata serie I delitti Mitford. Nel 1937 i cannoni sparano ancora a salve in Inghilterra e in Germania. In Spagna però infuria la guerra civile, il primo capitolo della resa dei conti finale tra fascismo e antifascismo. Un conflitto che non risparmia nessun angolo del mondo, nemmeno il Regno Unito, e nemmeno nobili e illustri famiglie, come quella di Lord e Lady Redesdale e delle loro celebri figlie, le sorelle Mitford, abituate a muoversi a loro agio sul palcoscenico della Storia. Unity Mitford spasima per il Führer, Diana per Mosley, il capo dei fascisti britannici. Jessica, detta Decca, invece volta le spalle ai privilegi di casta e si vota anima e corpo al comunismo, tramutandosi all’istante nella pecora nera della famiglia. Tempi turbolenti, di inaspettate lacerazioni e altrettanto inaspettate trasformazioni, come quella che riguarda Louisa Cannon, ex bambinaia dei Mitford poi cameriera personale di milady, che ha aperto con il marito, l’ex poliziotto Guy Sullivan, un’agenzia di investigazioni e crede così di aver sciolto ogni legame con la rinomata famiglia. Un giorno però riceve una telefonata da Nancy Mitford, la sorella scrittrice. Decca è scomparsa, svanita nel nulla, e Lord e Lady Redesdale, sospettando una fuga della figlia scapestrata verso lidi spagnoli, non vogliono coinvolgere Scotland Yard nelle ricerche. Il fatto singolare è che subito dopo si presenta alla porta della Cannon&Sullivan una donna che denuncia la scomparsa della sorella, Petunia Attwood, sparita da almeno tre settimane. Di fronte a due casi all’apparenza separati, ma stranamente simili, Louisa e Guy avviano le indagini, scoprendo, a loro spese, che non soltanto in ogni matrimonio si celano segreti, ma che alcuni possono rivelarsi mortali.



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Il caso della sorella scomparsa 2022-09-24 10:28:31 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    24 Settembre, 2022
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La Mitford comunista alla guerra in Spagna

Louisa Cannon – ormai felicemente sposata con l’ex poliziotto Guy Sullivan e madre della piccola Maisie – non sta nella pelle in attesa di affiancare il marito nella gestione della loro neo-costituita agenzia di investigazioni privata. Non si aspetta, però, che la prima richiesta di intervento le giunga da Nancy Mitford, la primogenita della ingarbugliata e ingestibile nobile famiglia presso cui lei, da ragazzina, aveva lavorato come bambinaia e cameriera. Però, Nancy, con la quale ha conservato rapporti di amicizia, le chiede di indagare sulla scomparsa di Jessica, “Decca” per la famiglia. L’irrequieta ragazza, appena diciannovenne, che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per il comunismo come contraltare alle passioni per il nazi-fascismo delle sorelle Unity e Diana, è scomparsa da casa da alcune settimane. Sarebbe dovuta essere a Dieppe ospite presso alcune amiche, ma là non è mai giunta: l’invito era tutta una frottola per ottenere il consenso dai rigidi genitori, lord e lady Redesdale. Ora nessuno sa dove si trovi. La famiglia è nel panico, sia perché teme per la sorte della irruente ragazza, sia per la pubblicità negativa che travolgerebbe la nobile casata. Louisa e Guy si mettono a fare ricerche e, ben presto, scoprono che Decca è fuggita assieme al cugino Esmond, una delle pecore nere della famiglia, pure cugino di Winston Churchill e, anche lui, simpatizzante del comunismo sovietico. Forse i due vogliono recarsi in Spagna, per unirsi alle Brigate internazionali che combattono contro le truppe nazionaliste di Francisco Franco. Inizia così un’indagine tra Inghilterra, Francia e Spagna, complicata pure dal fatto che la famiglia vorrebbe il minor clamore possibile. Nel frattempo a Louisa viene chiesto pure di ritrovare una tal Petunia Attwood, impiegata presso una compagnia di assicurazioni, scomparsa su per giù nel medesimo periodo di Decca e, forse, anch’essa fuggita in Spagna o, comunque, nel sud della Francia. Le due indagini rischiano di incrociarsi.

Questo e il quinto romanzo dedicato alle irruenti sorelle Mitford, che, a modo loro, hanno scritto una pagina di storia nell’Europa della prima metà del Novecento. La protagonista della storia, però, non è la Mitford “comunista”, bensì l’inventato personaggio di Louisa Cannon che è la testimone, talvolta coatta, di tutte le intemperanze e follie delle sei nobildonne. Louisa si deve districare tra i doveri di madre, di donna che lavora e di ex dipendente dei Mitford che continuano a ritenerla una sottoposta. Le vicende investigative (quella di Jessica e quella di Petunia e di altre due donne svanite nel nulla) è piuttosto lineare e priva di grosse sorprese.
Peraltro, in questo caso, la storia di Jessica è più che altro il pretesto per parlare d’altro. Infatti mentre le vicende personali della Mitford “ribelle” occupano poco più spazio di quanto ne sia servito per compilare la scheda che la riguarda su Wikipedia, le vicende si diramano soprattutto a raccontarci la situazione dei profughi spagnoli in fuga dalla guerra civile e le peripezie di donne maltrattate da uomini violente e criminali.
Il difficile compito di un autore che si cimenta nel romanzo storico consiste nell’incastrare, nel complesso puzzle di vita reale, le tessere della vicenda “fittizia” in modo plausibile senza stravolgere la verità documentale. Nella fattispecie, le avventure di Louisa ben si adattano alla vita, di per sé decisamente avventurosa, delle Mitford Sisters, ma, forse proprio perché la realtà offrirebbe già troppi spunti di interesse, il racconto inventato aggiunge pochi elementi d’interesse, nonostante che il periodo storico scelto ne avrebbe a bizzeffe. Purtroppo m’è sembrato che, nonostante gli sforzi fatti, la tragedia del popolo spagnolo, schiacciato tra le schiere belligeranti di Nazionalisti e Repubblicani sia stata trattata con troppa frettolosità, con algida precisione, senza un particolare coinvolgimento. In pratica m’è sembrato di leggere le impressioni di un compilatore di un Baedeker storico, animato da asettica curiosità per ciò che lo circonda, piuttosto che di partecipazione al dramma delle persone coinvolte. La storia si sviluppa in modo ordinato e lineare, senza grandi sorprese, neppure nel finale.
In generale lo stile narrativo è fluido, curato e diligente, ma risente di un certo snobismo descrittivo, e di un metro di giudizio molto “british”, al punto che ci viene il dubbio che la moralità e la dignità delle persone venga calibrata in base allo stato di pulizia delle tendine alle finestre, dell’abbigliamento indossato (guai presentarsi con camicie sudate o colletti lisi!) o dal fatto che si possa ottenere una tazza di buon tè all’inglese ben caldo e zuccherato. Insomma l’A. continua a mostrarsi una scrupolosa narratrice dai toni leggeri e sofisticati (anche quando forse non sarebbe il caso!) più affine alle atmosfere ovattate della società aristocratica, che alle crude realtà degli anni Trenta che vorrebbe descrivere.
Insomma “La sorella scomparsa” è un romanzo gradevole e distensivo, ma forse fuori tono rispetto ai temi che potrebbero essere svolti in quelle specifiche ambientazioni storiche.

__________
Per la pagina del pignolo non posso esimermi dal biasimare un palese svarione storico, probabilmente da addebitarsi al traduttore. A un certo punto nella narrazione diviene centrale il ritrovamento, su un cadavere, di un soprabito tipo montgomery che, nel testo italiano, viene appunto ripetutamente definito “montgomery”. Ora, visto che la vicenda si svolge nel 1937, quel termine non poteva neppure essere pensato, infatti il cosiddetto “duffle coat”, il cappotto con cappuccio usato nella Marina inglese sin dalla I Guerra Mondiale, assunse quel soprannome solo durante la Seconda guerra mondiale, per l’abitudine del generale Montgomery di indossarlo sopra la divisa. Un clamoroso anacronismo!

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Il caso della sorella scomparsa 2022-09-22 20:04:43 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    22 Settembre, 2022
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IL MENO COINVOLGENTE DELLA SERIE

Negli ultimi anni l'appuntamento con la lettura di un romanzo della serie "I delitti Mitford" è diventata ormai un'abitudine.
Mi sono affezionata ai personaggi principali su tutti: Louisa Cannon, ex bambinaia e assistente personale di Nancy Mitford e il marito Guy Sullivan ex poliziotto. Ma soprattutto alla famiglia Mitford e alle sei sorelle che sono realmente esistente.
Sono passati quasi vent'anni dal primo romanzo i protagonisti sono cambiati moltissimo siamo alla soglia della seconda guerra mondiale, Louisa è diventata madre della piccola Maisie e insieme a Guy ha aperto un'agenzia investigativa anche se hanno difficoltà a trovare dei "veri" casi, per il momento si accontentano di divorzi e di tradimenti.
"Tornati in ufficio, Louisa si guardò intorno. C’era già stata parecchie volte, ma quel giorno lo vedeva con occhi diversi. Non era più il posto dove lavorava il marito, adesso era anche il suo ufficio. Sulla porta a vetri era impressa la scritta “Cannon & Sullivan”, un promemoria incoraggiante del fatto che lei, lì, era di casa."(cit.)
Sarà proprio Nancy Mitford ad offrire alla coppia di protagonisti il primo vero lavoro, ritrovare la sorella Jessica, chiamata Decca, che sembra essere scomparsa nel nulla. La ragazza doveva andare a trovare a Deppe, le gemelle Paget, ma loro non ne sapevano nulla e inoltre Decca, la sorella Deborah e una loro amica doveva partire a breve per una crociera.
Come sappiamo e anche la storia ce lo dice, la famiglia Mitford faceva parte della nobiltà inglese e nonostante i genitori delle sorelle fecero di tutto per salvare il buon nome della famiglia, le sei donne fecero delle scelte importanti che crearono degli scandali nell'alta società.
Parallelamente a questo, scompare anche Petunia Atwood, segretaria in un'agenzia assicurativa, che da un giorno all'altro non si presenta più al lavoro e la sorella chiede aiuto a Louisa affinchè la ritrovi.
Siamo nel 1937, in Spagna c'è già la guerra civile e il clima in Europa è molto teso e Louisa inizia a sospettare che la scomparsa delle due donne sia legata alla situazione che si sta vivendo in quel momento. Louisa e Guy iniziano a indagare e partiranno per Bayonne, una cittadina francese di confine con la Spagna dove pensano di trovare le risposte, di cui hanno bisogno, per risolvere il caso.
Jessica Fellowes era riuscita nei precedenti romanzi a unire in maniera semplice e convincente i fatti realmente accaduti nella vita delle sorelle Mitford con la parte romanzata, ma forse in questo libro qualcosa non ha funzionato.
Purtroppo ho trovato che la trama fosse piatta e poco coinvolgente, il ritmo della storia era lento, ci sono state delle parti troppo descrittive, un esempio può essere quando Guy parla del suo ufficio, per me tutte queste parti potevano essere tagliate.
Probabilmente l'ambientazione e il poco mistero attorno alla sorella non mi hanno coinvolto molto, in quanto conoscevo già la storia di Jessica e quindi sapevo cosa le sarebbe successo.
Devo essere sincera e dire che agli ultimi libri è mancato quel qualcosa che invece avevo apprezzato nei primi due, credo che l'idea di base di questa serie sia ottima, parlare delle sorelle Mitford e far conoscere la loro storia sia un omaggio doveroso per un inglese, però probabilmente non tutti i romanzi possano essere interessanti allo stesso modo. Come lettrice cerco qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo mentre l'autrice mi sembra percorrere sempre la stessa strada, per carità sono dei romanzi semplici, scorrevoli ma mi manca quel guizzo in più che me li faccia amare come i primi due.
Lo schema che segue l'autrice è sempre lo stesso e fa bene a farlo, ha trovato il suo gruppo di lettori che si aspettano una lettura di questo tipo, come dicevo all'inizio, è una serie a cui sono affezionata e che continuerò a leggere senza alcuna aspettativa.

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