Il caso Agatha Christie
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Una nota scomparsa
Nina De Gramont, docente di scrittura creativa, vive sulla costa del North Carolina. Il caso Agatha Christie, sulla lista dei libri più venduti dal Times in Gran Bretagna , è il suo sesto romanzo. Un romanzo difficile da definire: un giallo, che però non è del tutto tale, un romanzo d’amore ma non troppo. Sicuramente è un libro di qualità, che si divora in un attimo, catturati dalla narrazione fluida, elegante e scorrevole.
Prende spunto da un fatto vero: la scomparsa della nota scrittrice Agatha Christie avvenuta nel dicembre del 1926. Dopo aver ricevuto la notizia sconvolgente dal marito, il colonnello Archie Christie, che vuole divorziare da lei per sposare la sua amante, che altro non è che la sua segretaria personale, la nota scrittrice scompare nel nulla. La sua auto viene ritrovata abbandonata sul ciglio di un fossato e null’altro. Così iniziano le ricerche che vedono impegnati sul campo migliaia di uomini. Inizia così questo romanzo, narrato, però, da un punto di vista particolare:
“Sono l’unica a conoscere la verità su questa scomparsa. Non sono Hercule Poirot. Sono l’amante di suo marito.”
Una vicenda ricca di colpi di scena inaspettati, avvolti in un mistero fitto e tenebroso. Una trama ben elaborata, personaggi abilmente tratteggiati, come ad esempio, il colonnello Archie, spavaldo ed arrogante, che muta improvvisamente colpito da una disperazione crescente:
“A un tratto Archie si incupì e scoppio in lacrime, lasciando di stucco il vicecapo Thompson.”
La stessa scrittrice è colta in quello che si rivela essere un ritratto inedito e splendido. Ad esempio:
“una delle qualità che più invidiavo ad Agatha era la sua abilità nel destreggiarsi nel mondo degli uomini, seguendone le regole o ignorandole a seconda dei casi. (…)
Agatha aveva un altro luogo in cui rifugiarsi: la scrittura. Un mondo separato da quello reale. Un nascondiglio sicuro, qualunque cosa le capitasse.”
Ne consegue una lettura diabolica ed intelligente, elegante e di grande aspettative. Da non lasciarsi scappare!
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UN ROMANZO RIUSCITO A META'
Al centro del romanzo "Il caso Agatha Christie" c'è la vicenda della scomparsa della famosa scrittrice inglese e cosa è successo in quei undici giorni secondo la versione dell'amante del marito, Nan O'Dea. Ma non solo conosceremo meglio chi era Nan, com'era la sua vita prima di incontrare Archibald.
La Christie scomparse il 3 dicembre 1926, dopo aver saputo che il marito la voleva lasciare, la sua auto venne ritrovata abbandonata e si pensò subito al peggio, tanto che venne avviata una ricerca a livello nazionale. Agatha non era ancora famosa come la conosciamo oggi, ma il decennio che va dal 1929 al 1939 la consacrò come una delle migliori autrici di crime del Novecento.
"Archie aveva violato il patto che c’era fra loro, e si aspettava che lei reagisse in modo razionale leccandosi le ferite in silenzio. E le chiedeva addirittura di proteggere la reputazione della rivale. Era davvero troppo! Agatha strinse i pugni e proruppe in un urlo ferino."
Anni fa aveva letto una sua biografia che parlava proprio di questo "Agatha Christie e il mistero della sua scomparsa" di Jared Cade, vi lascio qui il link della recensione, l'avevo trovata molto interessante sia per capire meglio chi era Agatha Christie, sia per gettare una nuova luce sui giorni in cui lei se ne andò.
La Christie fu ritrovata nel lussuoso hotel ad Harrogate nello Yorkshire, che nel libro è stato chiamato Hotel Bellefort, Agatha si è sempre chiusa nel silenzio e non ha mia raccontato il perché si sia fuggita dalla sua famiglia. Varie le ipotesi, un allontanamento volontario, una vendetta nei confronti del marito oppure un modo per farsi pubblicità per la sua nascente carriera. Questo rimarrà un mistero per noi.
"Sappiamo tutte e due che non possiamo raccontare la nostra vera storia senza rivelare quella dell’altra."
L'amante Nan O'Dea è molto lucida nel suo racconto, non ama Archibald Christie ma lo vuole sposare per un motivo preciso che scopriremo durante la narrazione, da questo testo sembra che Agatha fosse una donna fredda sia nei confronti del marito che della figlia, elegante ma snob. In contrapposizione con la storia di Nan, che andremo a conoscere, fatta di povertà, di sacrifici, di eventi molto dolorosi, ma non sono riuscita a entrare in empatia con lei e a capire le ragioni di quello che ha fatto.
La storia è romanzata quindi non tutto quello che abbiamo letto corrisponde a quello che è accaduto, ma l'autrice è partita da fonti reali per rendere la storia verosimile.
La narrazione si concentra principalmente su Nan, in alcuni punti l'andare avanti e indietro con i salti temporali ha creato un po' di confusione e la cosa che mi ha lasciato perplessa è il fatto che la O'Dea ci raccontasse come pensasse Agatha e quali fossero, secondo lei, i motivi della sua scomparsa. Non era amiche e quello che sa le è stato raccontato da Archibald, che francamente non è una fonte attendibile ma è sempre stato accecato solo dal fascino e dalla giovinezza di Nan e ha cercato di "denigrare" la figura della moglie. Non era preoccupato che le fosse successo qualcosa, ma solamente di divorziare e di risposarsi con la sua amante. In ogni testo che leggo dove si parla di lui, ne esce male come persona, nullafacente, traditore e nella storia rimarrà solo il suo cognome, con il quale Agatha ancora oggi viene ricordata.
«Non tutti possono essere felici» aggiunse. «C’è sempre qualcuno che non lo è, e questa volta non sarò io!»
L'idea di partenza è buona, soprattutto per chi non era a conoscenza della scomparsa della Christie e potrà conoscere un fatto vero della sua vita privata di cui non sapremo mai la verità.
Il problema della narrazione è che la storia viene raccontata da punti di vista diversi usando la prima persona, quando il POV cambia dovrebbe anche iniziare un nuovo capitolo altrimenti il lettore viene colto di sorpresa.
Lo stile dell'autrice è quello che mi è piaciuto di più, semplice ma coinvolgente come dovrebbe essere un romanzo, ma bisogna leggerlo senza pensare alla veridicità dei fatti, farsi trasportare dove la De Gramont ci vuole condurre. Devi però seguire bene la narrazione, alcune volte è necessario tornare indietro per riprendere il discorso e stare attenti ai cambi di POV.
"La memoria cuce insieme ciò che sappiamo, ciò che ci è stato riferito e ciò che immaginiamo. Non è molto diverso dal metodo investigativo che unisce fra loro i tasselli di un crimine."
Agatha Christie sarà sempre una grande scrittrice di crime e ogni volta che un autore moderno vuole scrivere su di lei, è inevitabile che si parlerà del romanzo nel bene o nel male.
Diventerà presto una serie tv, quindi spero un giorno di poterla vedere.
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Specchietto per le allodole
Agatha Christie è la mia scrittrice preferita, dunque questo romanzo che ipotizza cosa possa essere accaduto durante la sua scomparsa di 10 giorni realmente avvenuta mi incuriosiva molto.
Purtroppo quello che più mi ha deluso a conti fatti è proprio il personaggio della scrittrice. Non so quanto di vero ci sia nel suo carattere e nella sua personalità e quanto sia stato romanzato ai fini della trama, ma mi sembra impossibile che la donna capace di ideare trame così articolate e geniali fosse così approssimativa, svampita e a tratti "sciocca".
E nondimeno anche il colonnello e diversi altri personaggi sembrano cambiare spesso idea in modo repentino, innamorandosi e disamorandosi all'improvviso.
Il romanzo si sviluppa su due linee temporali, il presente (ovvero i giorni in cui Agatha è scomparsa) e i flashback del passato della vera protagonista del romanzo, Naan, l'amante e futura moglie del colonnello Christie. Questi ultimi per me in assoluto la parte più interessante della trama.
Le due linee temporali ovviamente finiranno per intrecciarsi fino a spiegare il perché delle azioni di Naan ed anche il movente degli omicidi avvenuti, a cui però viene dedicato uno spazio quasi nullo. Non mi aspettavo un giallo con indagine in piena regola chiaramente, ma la scarsissima professionalità del poliziotto unita al menefreghismo generale di tutti di fronte a omicidi e assassino mi ha comunque stupito.
In ultimo il finale lascia con l'amaro in bocca, l'ho trovato un po' inconcludente.
Probabilmente avevo aspettative troppo alte perché anche solo leggere il nome "Agatha Christie" in copertina alza l'asticella, è un libro tutto sommato gradevole che si legge in modo scorrevole, ma nel complesso non l'ho apprezzato perché ho trovato tutto davvero poco credibile. Peccato.