Il bucaniere della Giamaica
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Esploratore, storico, romanziere, Tim Severin è nato nel 1940. A ventun anni, ancora studente a Oxford, partecipa alla Marco Polo Expedition, un viaggio in motocicletta da Venezia alla Cina. Questa esperienza lo convince a perfezionare gli studi storici e geografici, nonché a dedicarsi completamente alle esplorazioni. A partire dagli anni '70, organizza infatti una serie di spedizioni al limite della sopravvivenza umana: attraversa il Nord Atlantico con una imbarcazione fabbricata rispettando le conoscenze del VI secolo; sulla copia di un galeone dell’Età del Bronzo, va dalla Grecia alla Georgia, «imitando» Giasone e gli Argonauti; percorre il tragitto da Troia a Itaca, sulla scorta delle vicissitudini di Ulisse; attraversa a cavallo le desolate steppe mongole, territorio di Gengis Khan... I libri e i documentari tratti dalle sue imprese hanno riscosso un enorme successo di pubblico e gli sono valsi numerosi premi, tra cui la Gold Medal della Royal Geographical Society, e la laurea honoris causa dal Trinity College di Dublino. Attualmente vive a Timoleague, nella campagna irlandese.
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Fratelli della costa
Seguito del romanzo “La rotta dei corsari” edito circa un anno fa, il libro di Tim Severin, è un buon romanzo storico e d'avventura sui bucanieri, in un Mar dei Caraibi pieno di pericoli, dove la legge era ancora latitante o comunque applicata in maniera molto approssimativa a seconda delle convenienze politiche o economiche. Linguaggio scorrevole, con una minuziosa descrizione degli usi “democratici” dei bucanieri del tempo, riesce a calare il lettore con efficacia nell'epoca descritta (1679-1680), narrando le gesta e le disavventure della figura immaginaria Hector Lynch e dei suoi amici. Vi sono tutti gli elementi tipici di un romanzo d'avventura, non mancano quindi scontri armati, arrembaggi, situazioni pericolose, tradimenti ed intrighi a vivacizzare l'intero racconto.
Manca, a mio parere, una caratterizzazione maggiore dei protagonisti incontrati nel corso del romanzo. Degno di nota è l'enorme lavoro di documentazione e ricerca svolto dallo scrittore, in quanto i vari capi dei bucanieri (John Coxon, Bartholomew Sharp, Peter Harris, Sawkins), le loro scorrerie e le vicende narrate, sono storicamente reali ed il tutto è riportato con grande precisione.
Forse proprio questa fedeltà storica ha però imbrigliato un pó la narrazione e ha portato, in diversi episodi, ad un racconto frettoloso e a volte superficiale.