Il bambino
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Metempsicosi
Un buon romanzo di Sebastian Fitzek, nel suo stile che lo contraddistingue. Purtroppo dopo due capolavori come Il Ladro di Anime e La Terapia, era fisiologico un piccolo calo.
Il tema di base è molto interessante. Ritengo che la traduzione non renda merito al romanzo, piena di ripetizioni che rallentano un po' la lettura.
La storia di per se è inquietante e non priva di colpi di scena, il finale per me è stato illuminante. Infatti quello che più mi piace di Fitzek è la cattiveria con la quale gioca con il lettore portandolo fuori pista per l'intero romanzo ma prendendo infine tutti i tasselli e ricollocandoli nella loro giusta posizione. Da questo punto di vista lo considero al pari del mio amato Carrisi, con una buona dose di cinismo in più.
La parte centrale è un calderone di idee mal gestite, fughe rocambolesche e situazioni anche inutili allo svolgimento stesso della trama. Alcuni personaggi che arricchiscono la storia sono tratteggiati fin troppo sommariamente.
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Sebastian Fitzek - Il ladro di anime
Sebastian Fitzek - La terapia
Cosi' cosa'
Un bambino malato di tumore al cervello, dopo una seduta di regressione ipnotica, si convince di essere stato un assassino nella vita precedente. Fossero solo sogni, si potrebbe pensare al progressivo incedere della malattia che si espande nel suo piccolo cranio, ma il momento onirico e' rimpiazzato da quello concreto, nei luoghi indicati vengono rinvenuti dei cadaveri di soggetti periti per morte violenta dodici, quindici anni prima.
Simon Sachs ha solo dieci anni.
E ha terribilmente bisogno di un avvocato difensore.
Eccellente incipit per uno psico-thriller di origine tedesca, l'inizio e' quel che piu' ho apprezzato del libro. Concedendo licenza poetica all'autore, che decide che ad un bambino malato terminale di cancro un'infermiera possa "regalare" per il compleanno una seduta di ipnosi come fosse un Kinder Cereali, l'argomentazione invitante d'esordio scema via via col trascorrere delle pagine per passare a qualcosa di molto piu' terreno.
Forse un po' troppo forzato, un po' troppo artificioso, non posso dire sia un brutto libro, posso dire che non lo rileggerei. Non bastassero i motivi precedenti , ben conscia che optando per un un thriller si sceglie il male, c'e' male e male con cui posso intrattenermi.
La pedofilia e' infatti il peggiore tra i mali, una piaga inquietante che mi disturba in maniera morbosa e di cui leggo mal volentieri, l'argomento in questo libro ha una rilevanza non indifferente e di certe immagini avrei fatto a meno. In genere evito di scrivere piu' di quello che si dice in quarta di copertina onde evitare lo spoiler, permettetemi solo questo piccolo accenno che a me sarebbe stato utile: se avessi saputo qualcosa di piu' sul contenuto sicuramente non lo avrei scelto.
Questi ovviamente sono solo i miei gusti ed i miei limiti , in vox populi direi non male, si fa leggere velocemente.
Buona lettura.
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IL VENDICATORE
Simon Sachs ha dieci anni, ha la voglia di vivere tipica dei bambini, sorride, gioca, disegna come ogni suo coetaneo, ma non è esattamente come loro: è stato abbandonato dalla madre in tenera età ed è costretto a vivere in un ospedale… perché? Chiederete voi; ebbene la causa di questo ricovero forzato è un tumore al cervello, causa di frequenti disturbi che necessitano interventi istantanei degli infermieri.
Carina è una di questi ultimi; si è affezionata al piccolo e per il suo decimo compleanno gli ha fatto un regalo speciale… peccato che si sia rivelato dannoso per la mente di Simon, che pare abbia iniziato a ricordare di eventi accaduti in una vita passata, in cui lui non era un bambino ma un adulto che uccideva delle persone…
E qui entra in gioco Robert Stern, un avvocato di successo, con una triste storia alle spalle, mai superata. Dopo aver conosciuto Simon, la sua vita cambierà drasticamente… riuscirà a voltare pagina e a tornare a sorridere alla vita?
Questo libro è classificato come psycothriller: è davvero inquietante entrare nella mente di un bambino, malato terminale, che ha la consapevolezza e la certezza di avere compiuto efferati crimini in una sua vita precedente e che è talmente disperato da volersi costituire per non fare più del male alle persone.
Che crediate alla reincarnazione, alle sedute di regressione o meno, se vi piacciono i thriller in cui fino all'ultima pagina non si riesce a capire come andrà a finire e se vi piacciono le trame con una sorta di “lieto fine” o una morale nascosta, questo libro fa per voi: momenti di tensione, colpi di scena e cambi di rotta improvvisi, vi accompagneranno nella lettura di questo thriller di un autore tedesco da tenere, a parer mio, sotto controllo!
Buona lettura!
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Un passo avanti...
Fitzek fa un passo avanti rispetto ai precedenti romanzi pieni di colpi di scena, dal ritmo serrato , ma poverissimi di introspezione dei personaggi, pura adrenalina ma spesso solo quella. Un limite non da poco considerando gli argomenti cari allo scrittore tedesco (l'ipnosi, le stranezze della mente, la deviazione dalla realtà...). In questo romanzo c'è meno azione, ma i personaggi sono più curati , si riesce ad immedesimarsi a provare qualcosa per loro. L'argomento è molto delicato e difficile da trattare in maniera non superficiale ma al tempo stesso senza sconvolgere e lasciare un che di malsano nell'aria. Fitzek ci prova riuscendo anche a rimanere ad un livello accettabile di iperboli relative alla manipolazione della mente, il ritmo delle vicende è buono e la trama interessante, non sposta un granello di polvere dai capolavori del genere ma è comunque un buon thriller psicologico.
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Inchioda e commuove
Pochissimi libri sono capaci di tenere inchiodato il lettore fino all'ultima pagina. E questo psycothriller è proprio uno di questi libri. "Il bambino" che dà il nome al romanzo può essere più di uno di quelli di cui il romanzo parla: Simon, figura delicatissima, Felix, il figlio che Robert ha perso, il bambino "fantasma" di 10 anni, il bambino finto sul ponte. Tante sono le chiavi di lettura di questo titolo. Il libro è un percorso che Robert compie, fra gli spazi vuoti della propria anima, attraverso il filo dei suoi ricordi, attraverso le regressioni e i viaggi nel subconscio di Simon. La prima parte del libro è superlativa, c'è un pò di calo quando si apre il mondo della pedofilia, per poi riprendere ritmo e vigore fino al granf inale, dell'ultima pagina, ultima riga. E' una storia irrazionale, ma con un senso, con una "voce" misteriosa che sembra il regista, come nel film "Saw". La capacità narrativa è eccezionale e in questo libro c'è un fattore in più, nuovo. Non solo l'ipnosi, non solo i segreti della mente, ma l'incredibile e commovente dolcezza di Simon.