I lunghi coltelli I lunghi coltelli

I lunghi coltelli

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Ray Lennox, ispettore che conosciamo dai tempi di Crime, è in una fase cruciale: le cose con Trudi vanno bene e pare che finalmente convoleranno a nozze, ha chiuso con la cocaina e sul lavoro si prospetta addirittura una promozione. Ma le ombre del passato lo perseguitano: Lennox ha sbattuto in galera il famigerato serial killer a cui aveva dato a lungo la caccia, però sa che il mostro non ha vuotato il sacco fino in fondo; e poi ci sono gli incubi angoscianti su quella notte nel tunnel, tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino. Riuscirà a voltare pagina? Nel frattempo l'ispettore è alle prese con una nuova, intricata indagine: Edimburgo è sconvolta dall'omicidio di Ritchie Gulliver, membro del parlamento britannico, il cui cadavere mutilato è stato rinvenuto in un magazzino di Leith. Chi lo conosceva bene non si stupisce: vizioso, razzista, corrotto, Gulliver nella sua vita aveva pestato i piedi a molti. Mentre Lennox cerca di vederci chiaro, i morti si susseguono, sempre con lo stesso modus operandi, sempre nelle alte sfere; inoltre, il killer sembra agire con l'aiuto di qualcuno e perseguire un suo macabro disegno di giustizia. Finché un giorno sparisce Fraser, il nipote di Lennox, e la faccenda si fa maledettamente personale... Ambientato tra Londra e Edimburgo, questo thriller possiede tutti gli ingredienti che hanno portato al successo Irvine Welsh: spregiudicatezza, inventiva linguistica, humour nero al servizio di una trama avvincente e implacabile, che trascina il lettore alla resa dei conti finale.



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I lunghi coltelli 2023-03-14 17:31:57 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    14 Marzo, 2023
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Lennox

«A parte i boxer, è nudo. Bloccato sulla sedia di plastica. Polsi e caviglie sbiancati dalla stretta dei lacci. Pelle d’oca floscia e tremula. Oltre a quelle mutande rosse a strisce ha addosso solamente un’altra cosa: il cappuccio di cuoio marrone che gli abbiamo calato sulla testa. Ma è muto, adesso, mentre lo guardo dall’altro capo del grosso magazzino vuoto. Rifletto sul suo silenzio come uno specchio, seduto qui su una sedia, uguale per studiarlo da lontano.»

Con “I lunghi coltelli”, edito da Guanda, Irvine Welsh torna in libreria con un thriller la cui traduzione si deve a Massimo Bocchiola – critico, saggista e poeta. Classe 1958, Welsh è un autore poliedrico ma anche noto ai più per il celebre “Trainspotting” che ne rappresenta tanto l’esordio quanto un memorandum indimenticabile stante la trasposizione in pellicola. Tante le opere che sono succedute e che negli anni hanno colorato il pubblico e coccolato i lettori più affezionati.
Caratteristica cara e comune al narratore è quello di narrare della strada e sulla strada, scrive parlando alle persone con un linguaggio diretto e privo di fronzoli e che per questo lo fa o amare o odiare. Non teme di trattare storie di miseria e di sfruttamento, di violenza e disperazione, di perdizione e di desiderio di rinascita.
Tra queste pagine torna a far capolino Ray(mond) Lennox, sbirro dell’Anticrimine di Edimburgo, nativo di Leith, tifoso degli Hearts e già conosciuto in “Crime” – 2008. Lennox indaga ne “I lunghi coltelli” su un caso di omicidio efferato. Nello specifico il parlamentare conservatore Ritchie Gulliver, sospetto pedofilo, viene torturato e brutalmente seviziato. Chi potrebbe averne desiderato la dipartita? Chi può essersi macchiato di un siffatto crimine? Per venire a capo della matassa è necessario indagare nel mondo politico, mettere le mani in questa realtà marcia, capire l’origine di un delitto che va oltre i sospetti e le apparenze. Lennox non si tirerà indietro e prenderà in mano la situazione con l’intelligenza del detective e la durezza dei suoi modi. Seguirà anche una analisi introspettiva in cui egli si porrà davanti limiti e dubbi ma arriverà anche a conclusioni inaspettate sul suo essere.

«Quando si offusca l’amore, subentrano il senso del dovere e un assillo molesto.»

Quello proposto da Welsh è un romanzo in pieno stile Welsh. È un thriller ma non solo, emerge e spicca l’ideologia radicale del narratore, un pensiero che non ammette mediatori e mediazioni, che non teme di sconfinare nel pulp. Lo stile è tagliente, duro, crudo ma in grado di delineare senza troppi problemi le caratteristiche principali dei protagonisti.
Il ritmo è calzante e ben cadenzato. Non mancano citazioni di brani musicali quasi come a crearne una vera e propria colonna sonora. Lennox è specchio tramite Welsh di un’epoca disordinata e nula risparmia. Un libro che divide proprio perché o lo si ama o lo si odia.

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