I custodi della biblioteca
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La fine del mondo
La giusta fine della trilogia. Anche in questo caso Glenn Cooper non delude i suoi lettori. Non che questo libro sia un capolavoro, l'eccellenza a parer mio resta al "La Biblioteca dei morti", però il romanzo resta comunque interessante. Più che il mistero in questo caso c'è l'azione che definirei un po' esagerata, specialmente rispetto ai precedenti. Il meno sobrio da questo punto vista rispetto alla serie, tuttavia la lettura è comunque piacevole grazie alle doti dell'autore che rende sempre tutto interessante dosando accuratamente la suspense. Mi lascia un po' incerto l'intenzione di lasciare il finale aperto che però, in questo caso, non aggiunge ulteriore tensione.
Fondamentalmente va letto come trilogia completa e, solo a quel punto, assume una bellezza tutta sua.
Con questo romanzo Glenn Cooper ha voluto concludere la trama principale che, con incredibile genialità, ci trasporta dal passato al futuro ricordandoci che si ha paura di ciò che non si conosce e di ciò che è oscuro come lo è il futuro di tutti noi.
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DELUSIONE
Che dire del capitolo conclusivo di questa trilogia? molto poco...
Dopo aver letteralmente divorato "la biblioteca dei morti", colpita dall'originalità della trama e dalla maestria di Cooper che con continui sbalzi temporali costruisce una trama a dir poco affascinante, si passa al "libro delle anime" che perde di originalità ma cattura il lettore in egual misura.
Il terzo e ultimo capitolo invece è un'assoluta delusione.
L'intera trama si potrebbe riassumere in una pagina. Ci sono fin troppe situazioni già abbondantemente descritte e spiegate nei libri precedenti e di nuovo c'è davvero ben poco.
Lettura sicuramente da evitare.
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Una delusione assoluta
Dopo "La biblioteca dei morti", originale, coinvolgente e davvero ben architettato, e "Il libro delle anime", cui mancava ovviamente l'originalità dell'idea ma tutto sommato quasi altrettanto piacevole e comunque autocoerente, leggere "I custodi delle biblioteca" è stato, diciamocelo pure, una delusione pressocché assoluta.
Non si parte male, ma con lo svolgersi degli eventi si ha la sensazione che l'autore fosse totalmente a corto di idee e si scade in decine e decine di pagine di avvenimenti inverosimili, scenari politici al limite del ridicolo, effetti senza cause e cause senza effetti.
Eliminati "i riassunti delle puntate precedenti" e interi paragrafi che, anche dopo attenta rilettura, non si capisce bene che scopo abbiano all'interno della storia narrata, restano 4 o 5 ore di lettura, di cui nemmeno la metà mi sento di definire come "accattivanti". La sensazione è che, scritte un paio di centinaia di pagine, all'autore sia stata imposta una deadline di pochi giorni per terminare l'opera.
E in effetti la seconda parte del romanzo è quasi comica: del tutto risibile l'idea che tre eserciti siano lì bloccati da (e perfino costretti a trattare con) una famiglia di zotici delle Highlands (attenzione alla signora di casa armata con una rivoltella della seconda guerra mondiale, vale a dire di 80 anni prima !?!), e che questi ultimi abbiano avuto per secoli in mano un "tesoro" (?) di quella portata senza avere la minima idea su cosa farne e senza avere altro scopo che... averlo? perpetrarlo? nasconderlo? boh...
E ancora: per oltre sette secoli nessuno se ne accorge (passi che ciò possa accedere in pieno medioevo, ma nell'era moderna?), poi arriva l'eroe di turno, in pensione da una vita, appena uscito da un infarto che lo tiene in ospedale per 6 settimane, e scopre tutto in poche ore, anzi, anche meno, dato che ogni donna che si imbatte sulla sua strada, di qualsivoglia età, cade ai suoi piedi facendogli perdere del tempo prezioso cercando di portarselo a letto, ma lui riesce sempre a "sfuggire" (che gentleman). Patetica poi, perfino stupida, la via d'uscita che il nostro eroe escogita, e l'esito per i protagonisti in generale ma non svelo di più, anche se non è che resti poi molto da dire.
Purtroppo per noi, il finale lascia intendere che per Cooper la storia della "biblioteca" non sia finita con questa terza puntata. Spero vivamente che cambi idea.
Ribadisco che si tratta di una delusione totale e vi consiglio vivamente di investire altrimenti i vostri Euro.
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I Custodi di Cooper
Confesso che sono stato molto in dubbio se acquistare il terzo volume del ciclo della Biblioteca dei morti. Dopo le ultime disastrose esperienze con la più recente produzione di Cooper avevo deciso di cancellare definitivamente quest'autore dalla mia lista: "il Marchio del Diavolo" dovrebbe essere condannato all'oblio imperituro!
Tuttavia, da collezionista compulsivo, alla fine non ho saputo resistere alla tentazione di completare (speriamo!) il ciclo.
In ogni caso il volume è rimasto per mesi ad occhieggiare dalla biblioteca perché avevo il timore d'aprirlo: dopo aver letto le recensioni temevo un'ennesima buggeratura. Alla fine, però, debbo dire che sono rimasto favorevolmente colpito dall'opera.
Intendiamoci è ben lungi dall'essere un capolavoro, ma è assai meno peggio di quanto pensassi.
Detto ciò bisogna fare queste considerazioni: "La biblioteca dei morti" è pressoché perfetto: c'è lo stile fluido e incalzante; l'accattivante linea narrativa su tre livelli temporali; la suspense, il thriller e quel pizzico di arcano che sopravvivono sino alla fine e ne fanno un libro davvero interessante. De "Il Libro delle Anime", al contrario, nessuno sentiva la mancanza (se non, forse, i portafogli di Cooper e dell'editore): perché cerca di spiegare cose già dette o che sarebbe stato meglio lasciare non dette. Riempie vuoti narrativi che era meglio lasciare nel vago per conservare quell'aura di mistero. Insiste sui tre livelli temporali, che saranno pure il marchio di fabbrica di Cooper, ma dopo un po' diventano un tormentone insopportabile.
"I Custodi della Biblioteca" continua l'opera distruttiva già iniziata con il secondo volume e sotto questo profilo non fa che peggiorare la situazione. Tra l'altro il libro gira tutto attorno ad un'unica domanda: cosa avverrà dopo il febbraio 2027? Ma sin da subito si intuisce quale sarà l'epilogo e, quindi, addio suspense. Ricordo, al proposito, che Isaac Asimov, commentando alcuni interventi non graditi di un editor su un suo racconto, ebbe a dire che la "frustata finale" che aveva preparato per il lettore veniva data con un fascio di spaghetti cotti! Beh, Cooper è passato direttamente al semolino.
Nonostante questo peccato originale, il libro non è totalmente disprezzabile. Intanto ci si concentra soprattutto sugli avvenimenti moderni e di questo si deve essere grati all'autore. Poi il ritmo e lo stile narrativo sono buoni. I personaggi, già collaudati, funzionano bene e le situazioni sono tutte piuttosto verosimili (nei limiti dell'idea di base, ovviamente) e ben descritte. In sintesi si può dire che è un discreto romanzo pulp, non certo indispensabile nell'ottica generale, ma che si fa leggere agevolmente e con discreto interesse.
Insomma non mi sono dovuto pentire troppo di averlo acquistato. Comunque, detto tra noi, forse è il mio ultimo Cooper.
P.S. Un consiglio finale a Mr. Cooper, che sicuramente non mi leggerà mai: le descrizioni delle tecnologie militari le lasci a gente come Tom Clancy che prima di scrivere due righe si preparava leggendo tutta la documentazione disponibile sull'argomento. Nella descrizione della battaglia finale ho trovato almeno quattro/cinque "sfondoni" in meno di una pagina. Ovviamente non scendo nei particolari per non rivelare parti della trama a chi non l'ha già letto, ma gli errori sono proprio grossolani e dovuti a pressappochismo. Peccato, bastava davvero un po' più di attenzione.
delusione totale
che dire di questo orrore!!! poco ahimè, molto poco, Glenn Cooper aveva iniziato alla grande, 'La Biblioteca Dei Morti' era stato un debutto a dir poco entusiasmante, ottima la tecnica di scrittura, piacevole la trama intrigante la storia... come in tutte le saghe che si rispettino il bello di esse è anche avere il piacere di rileggerle magari tra qualche anno e ritrovarle sempre e comunque interessanti e coinvolgenti... bene Cooper in questo ha miseramente fallito, già il secondo libro aveva fatto trapelare una poca chiarezza delle sue idee, molto improbabile la trama e addirittura fantozziana la conclusione, questo invece ha toccato ampiamente il fondo, mette completamente in discussione tutto ciò scritto nei precedenti e lo fa in maniera anche discutibile, perchè gli spazi vengono coperti in maniera fantasiosa (si vola per gli aeroporti senza controlli di rito), è aberrante la scelta dei personaggi, famiglie sconosciute al mondo che nascondono segreti mondiali in un sottoscala... insomma Cooper sembra aver voluto scrivere questo libro solo per vendere ed incassare altro denaro piuttosto che provare a intrigare ancor di più i propri lettori. Vera delusione, mi pento anche di aver letto i precedenti perchè l'ambiguità dei testi successivi sminuisce ogni favorevole opinione che avevo avuto... insomma 12,80 euro buttati...
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È il momento di conoscere la verità
Siamo al 3° capitolo di una saga davvero emozionante ma, al contempo, un po' ridondante.
Lo stile di Glenn Cooper, con più storie narrate in un ampio arco di tempo, sono il marchio di fabbrica dello scrittore. Anche in questo romanzo abbiamo a che fare con flashback nel passato e collegamenti con gli altri 2 capitoli.
A mio avviso il tentativo di costruire la storia un un futuro prossimo (2027) ha alcuni punti sfavorevoli nella descrizione della tecnologia (possibile) utilizzata in quel periodo.
Notevole l'introduzione-tema riassuntivo dei primi due capitoli utile per rinfrescare la memoria.
La storia è, come le altre due, ricca di imprevedibilità e suspance, lasciando al lettore l'immaginazione degli stati d'animo dei personaggi.
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Il libro delle anime
Soddisfatto...ma non troppo!
Avete presente quando a pranzo vi servono un piatto che soddisfa la vista ma che delude il palato?
E' esattamente ciò che ho provato io con questo libro!
Ma tanto si sa, una volta entrati nel circolo delle saghe è difficile uscirne fuori, perché provi sempre quel dovere morale (che in realtà si chiama curiosità) che ti spinge ad andare fino alla fine, sperando che questa sia una fine!
Tanto mi è piaciuto e ho amato "La Biblioteca dei Morti", tanto, invece, sono rimasto insoddisfatto del seguito della storia, sebbene questo libro superi di gran lunga il secondo episodio della saga.
Per quanto concerne lo STILE, è l'ormai classico Stile-Cooper con la storia raccontata su tre livelli temporali, che spiegano in maniera esaustiva gli sviluppi in ognuna delle tre epoche da cui è nata la storia. Devo ammettere che questi salti temporali mi piacciono, anche perché gestiti piuttosto bene dall'autore e non fanno perdere la scorrevolezza della storia, anzi la rendono anche più interessante.
Passando al CONTENUTO, invece, va fatta una premessa: questo libro non può essere "giudicato" in senso assoluto, ma soltanto tenendo conto che dei precedenti episodi. Pertanto, in quest'ottica, credo che sia superiore al secondo per idee e sviluppo della storia ("Il Libro delle Anime" l'ho trovato fin che mai scontato e prevedibile!) sebbene presenti qualche pecca e qualche punto negativo.
Innanzitutto, ottima l'idea di iniziare la nuova avventura utilizzando il tema del figlio per riassumere gli episodi precedenti, che, tra l'altro, non risulta nemmeno essere un mezzuccio fine a se stesso per riportare la mente del lettore sulla strada per...Vectis, bensì la scintilla da cui parte il tutto!
Ma ci sono alcune cose che mi hanno lasciato un pò con l'amaro in bocca:
1) Va bene non dipingere Will Piper come un supereroe con superpoteri, ma nemmeno stampargli addosso un alone di fascino che gli apre tutte le strade...
2) la visione così esageratamente futuristica del 2027. Nemmeno Kubrick nel 1968 con "2001 - Odissea nel spazio" ha osato così tanto!!!
3) una crisi internazionale, con risvolti quasi apocalittici. Non lo so, sarà che a me i libri di azione non mi suscitano interesse a prescindere, però mi è sembrato un pò fuori luogo. (Forse chi ha già letto il libro, mi può capire! Non voglio aggiungere altro.)
Inoltre, avrei da ridire sul finale...ma me lo tengo per me!!!
Per questi motivi ho valutato 3 la PIACEVOLEZZA, che è una media tra un 4 pieno dell'inizio, che mi ha preso davvero tanto, e degli altri periodi storici e un 2 per come si è sviluppato il finale.
In definitiva, un libro che si fa comunque leggere volentieri ma che va letto solo da chi ha letto anche gli altri due.
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9/2/2027
Siamo arrivati al capolinea a quanto pare o forse no?
Con questo romanzo l’autore dovrebbe aver completato la sua trilogia che aveva come titoli precedenti “La biblioteca dei morti” e “Il libro delle anime”, ma forse non è così. Perché proprio con questo libro Gleen ci ha lasciati un po’ spiazzati.
Si tratta di un’altra storia che ha come protagonista Will Piper e la sua famiglia.
Anche in questo caso la vicenda corre su due binari: il passato, precisamente nel 1296 nell’abbazia di Vectis e nel futuro, sì avete capito bene proprio nel futuro, per la precisione nell’anno 2026.
Nelle precedenti vicende, lo scrittore ci aveva lasciato la possibile data della fine dei tempi, il 9 febbraio del 2027, nessuno di preciso sapeva cosa sarebbe accaduto e tutto ciò aveva messo scompiglio nell’animo di tutti.
Will è invecchiato e gli acciacchi anche per lui si fanno sentire anche se rimane comunque un bell’uomo e riesce ancora a far breccia nel cuore delle donne.
Però non ha una vita matrimoniale fantastica colpa soprattutto della distanza e del suo carattere egocentrico.
Nancy, la moglie, continua il suo lavoro come agente federale e vive con il figlio Phillip a molti chilometri di distanza da lui.
A sconvolgere il tutto sono un’altra serie di cartoline, le stesse che avevano fatto aprire il caso Doomsday. Questa volta però i destinatari di questo tipo di posta sono tutti cinesi che abitano da molti anni in America.
Nel frattempo Phillip viene contattato da un’enigmatica ragazza e scompare nel nulla.
Will anche se in pensione si metterà sulle tracce del figlio però nello stesso istante verranno smosse anche le forze politiche di altri paesi.
Sull’altro binario temporale, nel 1296, c’è Clarissa una delle giovani prescelte per procreare gli scrivani dai capelli fulvi. Si capirà infatti che attraverso alcune sue scelte influenzerà non di poco il futuro.
Anche questa volta l’autore ci fa tenere il fiato in sospeso e ci fa sempre pensare al peggio, inoltre ci fa comprendere che l’unico modo per sfuggire alla morte è di non pensarci.
Che altro dire? Se vi sono piaciuti i precedenti libri non potete farvi sfuggire anche questo e magari in un futuro non troppo lontano Cooper deciderà di continuare questa storia.
Buona lettura!
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E poi.....?Come andrà a finire?
In questo nuovo lavoro di Cooper ad esser sincero non ho trovato grandi novità a livello di originalità, visto che si continua a parlare di questa biblioteca,però si poteva perlomeno evolvere questo sequel in qualcosa di diverso, perché dal momento che ho letto il finale posso già immaginare di cosa parlerà il prossimo libro.
Anche questo libro è scritto in maniera fluida e scorrevole, rendendo una lettura piacevole, lasciando alla fine di ogni capitolo (o paragrafo) la curiosità di continuare a leggere come andrà a finire,Dove questa domanda se la si pone una volta arrivati alla fine.
Ottima l'idea di integrare nella trama un riassunto dei libri precedenti,cosi per chi come me li ha letti è stato un modo per ricordarsi di qualche passaggio sfuggito,invece per chi non li ha mai letti può benissimo partire anche da questo,buona anche la descrizione dei personaggi (anche se tanti),e i dialoghi degli stessi.
Se dovessi trovare dei difetti a questo lavoro direi che la mancanza di veri e propri colpi di scena, suspense da thriller, qui non l'ho trovata, infatti lo paragonerei più ad un libro d'azione,dove esplosioni,cospirazioni, sequestri, e sparatorie di certo non mancano.
In conclusione non è un brutto libro, difficilmente annoia chi lo legge, però personalmente non ho trovato nessuna novità,vedremo se nel prossimo lavoro ci saranno.(speriamo!...)
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Caro Glenn...
...se per il primo libro della saga l'idea che fondava il romanzo era accattivante e nel secondo ho trovato un buon movimento sia nella trama che nelle idee, nel terzo mi sono trovato spiazzato!
Secondo me, tecnicamente, se tu avessi tralasciato tutte le descrizioni, ricordi e commenti, per i soli fatti ti sarebbero bastate più o meno un centinaio di pagine... Poi i cinesi!....
Finale di una trilogia che non ci lascia un senso di compiuto: sembra di assistere a un test di gradimento per cui si lascia una porta aperta a una seconda trilogia, a un prequel e chissà a quali altri ritrovati del marketing.
Si, come ha detto la mia amica Gracy, una vera e propria operazione di mercato... poco cuore molto portafogli.
Mi dispiace Glenn, sono rimasto un po' deluso.
Spero di rileggerti, ma per altre saghe."