I corpi lasciati indietro
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Opinioni inserite: 8
UN TEMA SUCCOSO MA POCO ORIGINALE
Perdersi nel bosco.
Credo sia una della paure ataviche di molti esseri umani.
Dalle favole di secoli fa fino ai racconti contemporanei, questo tema affascina diversi scrittori tanto da scriverci racconti o romanzi.
Il pensiero di essere soli, di notte, in un luogo sconosciuto, senza punti di riferimento, magari anche inseguiti da due killer professionisti il cui unico intento è ucciderti … beh non è un tema originale, ma appetitoso per chi scrive horror/thriller e compagnia bella.
È questo il caso di “I corpi lasciati indietro” romanzo di Jeffery Deaver, il primo che leggo di questo autore.
La trama si potrebbe riassumere in:
“una donna poliziotto, dopo un duplice omicidio, scappa insieme all’unica superstite e si perde nel bosco inseguita dai due killer”
Solo che Deaver per sviluppare tutto questo impiega circa 500 pagine.
Che altro posso dirvi (senza svelarvi troppo e togliervi il gusto della lettura, nel caso voleste cimentarvi)…
All’inizio, totalmente digiuna dell’autore, ho pensato che questo “perdersi nel bosco” di poliziotta e sopravvissuta fosse una sorta di antefatto per introdurre tutto il resto della storia. Ma a circa 200 pagine di antefatto mi è venuto il dubbio che il romanzo sarebbe stato tutto così, è un po’ sono rimasta delusa, e sconcertata. 500 pagine sono tante anche per un romanzo dove accadono un sacco di cose…anche qua ne succedono molte ma stringi stringi…queste due stanno sempre a scappare nel bosco, un bosco che diventerà più affollato di una metropoli.
Intendiamoci, il libro non è scritto male, l’alternarsi del racconto tra il “punto di vista” delle inseguite e quello degli inseguitori è interessante, ma davvero esageratamente prolisso.
Penso ad un libro che mi era piaciuto molto “La Bambina che amava Tom Gordon” di Stephen King (eh lo so che parliamo del re…) in cui una ragazzina si perde nel bosco durante una gita coi genitori e il fratello, romanzo lungo circa un terzo e tre volte più avvincente…e non posso non fare paragoni.
I personaggi di questo libro di Deaver sono ben descritti e caratterizzati ma ahimè sono degli stereotipi triti e ri-triti: la poliziotta wonder-woman, molto piacente, di mezza età, matrimonio fallito alle spalle, uno che potrebbe fallire da un momento all’altro, con un sacco di problemi familiari vari, che anche con pallottole in corpo e mezza assiderata riesce a percorre chilometri in mezzo al bosco più fitto, la donna di città dal passato (e anche dal presente) misterioso che nessuno conosce e che con gli stivali ultima moda tacco 12 e caviglia slogata pure lei riesce a percorre chilometri in mezzo al bosco più fitto e che si rivelerà non essere quello che sembra, il killer assetato di sangue che una volta ucciso chi deve uccidere, anche lui con pallottole in corpo, insegue la poliziotta perché deve ucciderla a tutti i costi e massacra qualsiasi cosa gli capiti a tiro, che siano uomini, donne o bambini pur di raggiungerla.
Dietro ovviamente un intrigo con uomini d’affari / di potere corrotti.
E un dipartimento di polizia di beoti che dopo 4 ore che la collega (ufficialmente uscita solo per verificare una chiamata al 911 poi “revocata”) non torna alla centrale e non torna nemmeno a casa… non si preoccupano.
Verso pagina 250 comincia a cambiare qualcosa. Ma diciamo che sullo stesso filone delle 250 pagine precedenti i colpi di scena sono piuttosto prevedibili e stereotipati : la poliziotta wonder-woman riesce a fare cose al limite dell’umano (ricordate sempre che è ferita da una pallottola), finalmente la polizia si da una mossa e inizia le ricerche, e non poteva mancare il marito della poliziotta che consumato dai sensi di colpa si lancia pure lui alla ricerca in mezzo al bosco (lui è un architetto di giardini che al bisogno pare diventare superman).
A 350 pagine una leggera svolta, il ritmo comincia a farsi più serrato e i colpi di scena si susseguono benché non siano così incisivi e forse nemmeno così necessari.
Le due escono dal bosco ma la caccia continua in un alternarsi di prede / inseguitori e inseguitori / prede e si va verso il finale, un po’ troppo sbrigativo e a mio avviso banalotto.
Inoltre scompare del tutto il rapporto difficile tra poliziotta e figlio adolescente che viene introdotto nella prima metà del libro e non viene più sviluppato nella parte successiva…
Come dicevo, il libro non è affatto scritto male: la prosa è semplice, gli avvenimenti si svolgono in ordine cronologico e non serve grande attenzione per seguire la storia, lo stile è avvincente, le descrizioni ben fatte ma la prima parte, quella della “fuga” nei boschi, è veramente troppo lunga, a mio avviso poteva essere ridotta di molto senza inficiare lo scorrere della storia, mentre la seconda parte diventa quasi troppo sbrigativa, come se l’autore, raggiunto il numero di pagine che si era prefissato, abbia deciso che era il caso di concludere…dando vita ad un finale piuttosto banale...insomma, da l'impressione che dovesse proprio chiudere e l'abbia fatto nel minor tempo possibile.
Lo consiglio? Non so.
Non è brutto, non è nemmeno bello.
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Deaver non sbaglia un colpo...
Jeffery Deaver e' uno scrittore geniale, questo libro e' pieno di colpi di scena, quando pensi di aver capito chi e' il colpevole succede qualcosa che ti fa dire beh ma allora chi e' stato....? A volte ti sembra di essere al fianco di Brinn e di correre con lei con il cuore in gola!!! Consigliassimo, veramente bello.
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Una folle fuga nella foresta
In una notte silenziosa da una villa su un lago parte una strana telefonata al locale distretto di polizia, troncata nel giro di pochi secondi dopo una sola, concitata parola. Uno scherzo o una vera emergenza? La poliziotta Brynn McKenzie viene inviata a controllare e si ritrova davanti la scena dell’assassinio di due persone. Ma in casa c'è ancora qualcuno: due uomini, forse gli assassini, accerchiano Brynn e la minacciano, armi in pugno. Brynn fugge, e in un attimo è nel fitto della foresta, a tentare di seminare i suoi inseguitori. Nell'oscurità dei boschi sta scappando anche qualcun altro: la misteriosa Michelle, amica dei Feldman, unica testimone di quanto è accaduto alla villa. Splendida, concitata, avvicente è la descrizione, passo passo, di questa fuga: le due donne sono come animali selvatici, cercano insieme una via di scampo, si sostengono, si aiutano, cercano di conoscersi e la corsa dentro la notte si trasforma per Brynn in una sottile indagine nel passato di Michelle e nei suoi segreti. Fino al gran finale, che si legge tutto d’un fiato. Il libro è scorrevole, avvincente. Deaver è uno scrittore veramente eccellente a mio avviso, capace di stregare il lettore: qui lo fa sia con la storia in sé, sia con la descrizione psicologica dei personaggi. Ti sembra di essere sul set di un film. E tu ti senti fianco a fianco con la protagonista.
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Leggetelo
Penso di aver sprecato tutti i miei complimenti nel commento fatto al libro "La strada delle croci" per cui dico solo: bello, scorrevole, intrigante, incalzante, soddisfacente ed in fine sorprendente... eh sì la fine non ve l'aspettereste mai!
Complimenti a questo scrittore che non mi ha ancora delusa e che trovo bravissimo, leggetelo perchè è molto bello.
Lo consiglierei mille volte.
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scorrevole e piacevole
io adoro i thriller e devo essere sincera che questo non è uno dei romanzi che mi abbia appassionato maggiormente, però devo dire che non è male..lettura scorrevole e piacevole...quando le 2 ragazze corrono e scappana tra un cottage e l'altro e infine attraverso il bosco, secondo me l'immaginazione del lettore prende il largo e io ho provato veramente ad immaginarmi nella loro situazione e secondo me è questo il lato più importante di un libro..saper coinvolgere e catturare l'immaginazione del lettore..per cui si lo consiglio..
interessante anche per il fatto che durante tutta la lettura si è convinti di conscere bene ogni personaggio e in realtà alla fine del libro si capisce che niente era come sembrava..
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Una gran delusione
Leggo Deaver da anni. E conoscendo le sue doti, esaltate alla grande nelle avventure di Rhyme, questo saggio è davvero scarso.
Ho fatto una fatica tremenda a non abbandonare la lettura. La prima metà del libro non scorre. Non da emozioni. Non ti tiene col fiato sospeso come deaver ci ha abituati. L'ultima parte è leggermente meglio. Ma non tanto meglio da rendere il libro un autentica delizia.
Sono rimasto davvero deluso!
E sono concorde con l'opinione di Caterina che forse è arrivato il momento di smettere di leggere Deaver...
Un vero peccato!!!
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I corpi lasciati indietro
Questo libro piacerà sicuramente a chi non ha grandi aspettative da Deaver, ma per chi è appassionato del personaggio di Rhyme sarà un'altra delusione. La parte iniziale è prolissa e per certi aspetti inutile e poco incisiva. I personaggi sono forse troppi e poco caratterizzati, si sente la mancanza di un collegamento più approfondito nelle varie fasi della storia. Le vicende personali della protagonista hanno scarsa attinenza con la trama.I cattivi alla fine sono quasi penosi, ti aspetteresti alcune mosse più astute,ma diventa quasi ridicola la loro strategia sui buoni e fanno una fine ingloriosa di cui, almeno per uno di loro non si capisce il motivo. Alla fine smetterò di leggere Deaver e questo è un vero peccato....
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?
Posto che ormai ho perso la speranza di rileggere un libro di Deaver al livello dei primi 5-6, questo romanzo è come sempre scorrevole ed incalzante, ed ha un "impianto" nuovo per l' autore, in quanto non si trova il classico schema omicidi seriali- squadra che indaga- ricerca e cattura, ma una fuga nei boschi della protagonista portata avanti a colpi di astuzie e diversivi... tutto bene, non fosse che l' ultima pagina (ma proprio l' ultima!) mi ha lasciata di stucco... e non in senso positivo!!Uffa Jeffery!!
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