I cani di Riga
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ululati di dolore: i miei
Due uomini trovati morti dentro un canotto sono l'inizio di una indagine internazionale per l'ispettore Wallander. I due risultano essere cittadini lettoni e una volta appurato questo le indagini possono dirsi concluse per la polizia svedese che passa, molto volentieri, la palla ai colleghi. Quando l'incaricato di tenere i rapporti tra le due polizie durante l'indagine, viene assassinato al suo ritorno in patria. Wallander è invitato a trasferirsi nella lugubre e comunista più che mai Riga per fornire assistenza ai locali. Parte da qui il vero e proprio romanzo fatto di un misto di luoghi comuni, colpi di fortuna, indagini poco credibili e alleanze improbabili. Trama molto lenta con i colpi di scena che arrivano quasi al rallentatore, quando il lettore già ha intuito da tempo che cosa succederà ed è proiettato verso un futuro che tarda a palesarsi. Giallo senza mordente, poco stimolante e con un finale prevedibile.
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Giallo... paglierino.
Il commissario Wallander va in trasferta, e si spinge fino alle coste della gelida Lettonia, ad inseguire gli assassini di due cadaveri misteriosamente apparsi sulle coste della sua Svezia, quasi dal nulla.
L'anti-eroe di questa avventura, mette sovente a rischio la sua stessa incolumità nel tentativo di raggiungere la verità..
Tra le brume lèttoni, il freddo che fa battere i denti, ci troviamo di fronte a cospirazioni e spie a ogni angolo di strada.
I panorami dei vicoli di Riga, tetri e indifferenti sono ben dipinti dalle pennellate naif dell'autore, e ci ritroviamo a seguire Wallander nel suo senso di inadeguatezza, nei suoi umanissimi dubbi, nelle sue paure, e nelle nottate insonni davanti a un bicchiere di whisky e ai suoi pensieri che paiono sempre senza sbocco...
Più della trama gialla in sé, (colore davvero sbiadito in questo caso) si apprezza la descrizione di luoghi e situazioni, utile nella fattispecie per comprendere il difficile momento politico che le repubbliche baltiche hanno vissuto nei mesi precedenti ed immediatamente successivi alla dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Ma se di un giallo / poliziesco si tratta, non posso prescindere dal coinvolgimento della trama nel dare un giudizio, che in questo caso, ahimè, davvero non decolla mai... Sarà colpa del freddo ;-)
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Il Male nella stanza oltrecortina
Il delitto, il complotto e ideali opposti, fanno da cornice a questo romanzo che ha luogo in Svezia e nei paesi baltici in quel clima politico-sociale caratteristico dell'inizio degli anni '90. Un commissario della polizia svedese è, suo malgrado, coinvolto in uno scontro tra fazioni che anelano alla libertà e altri che vogliono continuare a usufruire di certi privilegi acquisiti tramite il vecchio regime che mostra segni di cedimento. Le varie ambientazioni sono molto dettagliate tanto da potersi immedesimare nelle atmosfere reali in cui vive una certa popolazione; ben scritto con finale a sorpresa.
Un affascinante giallo svedese
Siamo nel 1991, il muro di Berlino è caduto ma nei paesi dell’Est la situazione non si è ancora normalizzata, soprattutto nelle Repubbliche baltiche dove l’ex Unione Sovietica ha agito da potenza occupante dopo la fine della seconda guerra mondiale. Un bel mattino si arena sulla costa svedese un canotto, spinto dalle correnti da est: sul canotto due cadaveri, uccisi a colpi di pistola. Il giallo inizia. Il famoso commissario Kurt Wallander, ben noto personaggio di Mankell, inizia le indagini, si stabilisce la provenienza del canotto (Lettonia), arriva in Svezia per collaborare con la polizia locale un collega lèttone che, al suo ritorno in patria, viene trovato assassinato su un molo di Riga. Wollander viene inviato in Lettonia a collaborare alle indagini e qui inizia il vero thrilling. Wollander scopre un torbido intrigo che coinvolge forze corrotte di polizia lèttoni, criminalità organizzata e traffici illeciti. La moglie del collega lèttone assassinato sa molte cose e si mette in contatto, tramite amici e adottando sempre nuovi sotterfugi, con Wallander. Quando il commissario svedese, rimpatriato, deciderà di tornare a Riga per salvare la donna e indagare sotto falsa identità per scoprire finalmente la verità, la vicenda si complica. Non si distinguono più ( o meglio si confondono tra loro) gli amici dai nemici collusi con i criminali, i colpi di scena si susseguono : il ritrovamento di documenti che attesteranno la verità dei fatti, celati negli archivi segreti della polizia lèttone, chiarirà infine le responsabilità, ed i disonesti saranno giustiziati. Le atmosfere di Riga, plumbee e come sospese in attesa di tempi migliori, sono rese benissimo dall’Autore, che disegna qui un commissario Kurt Wallander affascinante, umano, sempre pronto, anche a costo di mettere in gioco la sua vita, ad intervenire comunque per salvare innocenti e far trionfare la legalità. Un ottimo poliziesco, e insieme un thriller di spionaggio (come lo definisce Publishers Weekly) : insomma, un libro eccezionale, da non perdere.
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Cani sciolti
E' un poliziesco della serie di Wallander, un poliziesco svedese che ha poco di poliziesco e poco di svedese. E' infatti più di un thriller di spionaggio, ambientato prevalentemente a Riga, capitale della Lettonia. La figura del poliziotto è sempre caratteristica e in questo libro, più che in altri, emerge che è un lavoro che richiede professionalità, serietà, sempre, specialmente quando si tratta della morte di esseri umani. La parte del leone in questo libro la fa la sequenza in sè degli eventi, i continui inseguimenti e pedinamenti. E' singolare la voglia di Wallander di accantonare l'inchiesta per poi ritrovarsi protagonista in prima linea. Colpisce l'immagine di freddezza che viene data dalla Lettonia, colpisce il grigiore e l'invisibile, l'inaspettato, in ciò che era normale solo in apparenza.