House of cards
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Urquhart vs Underwood
Il protagonista, Francis Urquhart, tesse una trama di intrighi e alleanze in modo da pilotare la politica inglese e volgerla a favore suo e della sua famiglia.
É un personaggio spietato, machiavellico, perfido e invincibile. Le sue massime, che il lettore trova all'inizio di ogni capitolo, costruiscono mattone su mattone la stima che si arriva a provare per questo personaggio tanto negativo quanto affascinante.
Francis è capace di utilizzare ogni mezzo per arrivare al suo alto obiettivo: non intendo svelare di più perché l'aspetto maggiormente apprezzabile del libro è proprio scoprire a poco a poco di cosa sia capace quest'uomo.
Lo stile dell'autore non brilla particolarmente: tutta l'attenzione del lettore è calamitata dal carisma di Francis e forse Dobbs ha ritenuto di non dover spendere troppe parole sugli altri personaggi. La figura del protagonista è talmente imponente da mettere in ombra tutte le altre, perfino la glaciale consorte Mortima.
Tirando le somme, è un thriller politico sicuramente interessante, ma piuttosto pesante e ripetitivo. In alcuni punti si fatica a tenere saldi gli occhi sulla pagina e non perché la storia manchi di attrattiva, ma per lo stile distaccato e per addetti-ai-lavori dell'autore.
Non è una lettura che mi sento di consigliare, piuttosto consiglio vivamente la serie TV, ambientata in America con le differenze del caso, ma decisamente benfatta. Mi sono addirittura stupita di come gli autori della serie abbiano potuto trarre dal romanzo di Dobbs quel piccolo capolavoro. Merito forse anche dei bravissimi attori del cast, Kevin Spacey su tutti, che interpreta il protagonista, che in questo caso si chiama Francis Underwood ed è capace di oscurare completamente il Francis Urquhart letterario.