Honky Tonk Samurai
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Recensione della Redazione QLibri
Umorismo Noir
Grossi, tosti e cattivi. Così sono i personaggi di questo noir anomalo di Joe R. Lansdale. Una storia torbida, puntellata dallo stile particolare dell'autore, che alla lordura degli eventi che presenta contrappone un umorismo quasi onnipresente e che probabilmente lo contraddistingue dagli altri autori di noir.
Un umorismo che si concentra nei due protagonisti, che sono anche i personaggi di punta dell'autore, una coppia tutt'altro che male assortita, Hap Collins e Leonard Pine. Se poi a questi due folli affianchi altri personaggi come Jim Bob Luke e Vanilla Ride, facendoli muovere in un contesto ben congeniato e abbastanza originale, ottieni un mix quasi esplosivo.
"... Poi qualcosa si allenta e comincia sferragliare, come il bullone di una giostra in un Luna Park. Questa storia parte nel momento in cui il bullone ha cominciato ad allentarsi".
Ed è proprio così che evolve la storia. Parte lenta, Hap e Leonard si ritrovano indagare su una ragazza scomparsa, e seppure possa sembrare un caso non troppo pericoloso, tutto inizia lentamente a complicarsi, a diventare più cupo e macabro, finché tutta la storia esplode e i personaggi vengono catapultati in qualcosa di oltremodo brutto e pericoloso. Ma i personaggi di Lansdale sono dei veri duri, e non ci sono sicari bifochi e violenti, uomini senza scrupoli o armi abbastanza potenti da infondergli più paura del necessario.
La seconda metà del libro procede con un ritmo incessante fino alla fine, anche quando il lettore si aspetta che le acque si calmino, come accade in quasi ogni romanzo. A voi il compito di scoprire essere così.
Lansdale ci racconta una storia macabra, sporca, pericolosa, volgare, dove buoni veri e propri non ce ne sono; forse soltanto la voce narrante di Hap Collins, e nemmeno lui, non del tutto. Tutto questo ci viene presentato alla maniera di Lansdale, particolare e interessante. Decisamente non adatto a lettori facilmente impressionabili o disturbati da un umorismo che fa della volgarità parte integrante di sé stesso, consigliato a tutti gli altri.
"È così che funziona l'amore. Finché va bene, è una magia continua. Ma quando le cose si mettono male, diventa peggio che se ti pisciassero nella minestra."
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Opinioni inserite: 2
Un pò in calo.
A distanza di qualche mese torno sempre dai miei fidati Hap e Leonard, un pò perché li ritengo una lettura piacevole e leggera da mettere prima/dopo una lettura più complessa e un po' perché nella loro leggerezza e scorrevolezza riescono sempre ad essere originali ed interessanti.
Chi sono Hap e Leonard? I protagonisti di molti romanzi di Joe R. Lansdale, naturalmente. Così con queste premesse ho acquistato l'ultimo romanzo, Honky Tonk Samurai, e con molto piacere ho visto che la copertina era stata disegnata da Zerocalcare (che ha sempre ammesso di essere un suo grande fan). Il romanzo racconta dell'ultima avventura di Hap e Leonard (per chi non li conoscesse sono un bianco eterosessuale democratico ed un nero omosessuale repubblicano, ma anche molto molto altro) che dopo aver aperto un'agenzia di investigazioni insieme a Brett, la compagna di Hap, decidono di accettare l'incarico di un'arzilla vecchia signora che gli chiede di ritrovare la nipote scomparsa.
Logicamente la ricerca non sarà facile, anzi dopo poco verrà fuori un giro di escort e ricatti nascosto dietro un concessionario di auto di lusso, e, come al solito in Lansdale, anche un super cattivo, che questa volta prenderà il nome di Distruttore. Questo perfido individuo non solo uccide per soldi ma dopo aver ucciso, colleziona i testicoli delle sue vittime.
Come ogni romanzo di Lansdale parte sempre con grandi premesse, la carne al fuoco è sempre tanta, però devo dire che questa volta sono rimasto un po' deluso perché la storia va via in maniera abbastanza lineare, non ci sono colpi di scena (sempre presenti con l'autore americano) e anche la battaglia contro i nemici va via in poche pagine e senza nessuna difficoltà, rendendo il corpo e le premesse della storia quasi futili. L'unica cosa piacevole sono i vari ritorni in scena di personaggi già visti nei romanzi precedenti, come Vanilla Ride, che forse visto anche il finale (vero colpo di scena di tutto il libro) sembrano quasi una parata conclusiva.
La scrittura come al solito è piacevole e leggera ma manca quel piglio, e soprattutto quella struttura, che caricavano il finale nei romanzi precedenti (qui è tutto troppo lineare). L'unica cosa che mi resta da sperare è che questo sia stato solo un piccolo scivolone e che Hap e Leonard torneranno come una volta. Se torneranno...
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Bentornati ragazzacci!
Cinque anni, troppi davvero ne sono passati per poter tornare a leggere le gesta dell'eterogenea coppia di detective formata da Hap Collins e Leonard Pine.
Un lungo periodo di agonia ed attesa per ogni fans che si rispetti, preoccupato dalla qualità non folgorante degli ultimi libri della saga e dall'impegno di Lansdale apparentemente rivolto ad altri progetti.
Ed invece ecco spuntare "Honky Tonk Samurai", nono romanzo sulle indagini della premiata ditta in cui come da tradizione gli elementi noir ed umoristici si mescolano. Non saremo a livello dei bei tempi (vedi primi libri) ma poco ci manca.
Questa volta i nostri (anti)eroi dal grilletto facile e dalla mano pesante sono impegnati ad indagare sulla misteriosa sparizione di una ragazza, ingaggiati da una vecchina dal facile turpiloquio.
Il solito vaso di Pandora è pronto per essere scoperchiato partendo da un autosalone in cui oltre ai veicoli si vendono benefit in carne ed ossa, sino a raggiungere un universo criminale parallelo, in cui si muove il leggendario e fantomatico Distruttore: forse solo una semplice leggenda, di certo un'ombra inquietante e non solo per i metodi tremendi con cui stermina le sue vittime.
Lansdale carbura con lentezza, pone con attenzione i tasselli per poi esplodere in un feroce scontro sdrammatizzato dall'ormai arcinoto humor poco adatto ad un rispettabile gentleman. Ci sono le immancabili freddure e le consuete metafore volgari, l'ironia serpeggiante con la quale i vari personaggi interagiscono è sempre uno dei fiori all'occhiello dei dialoghi, ben calibrati e spesso fulminanti come il colpo di un calibro 22.
J.R. fornisce chiari punti di riferimento, personaggi e situazioni sono spesso note al lettore di vecchia data. Al tempo stesso qualche novità non manca. La prima incarnata dal personaggio di Chance, la seconda in un finale che sarà difficilmente digeribile per tutti gli affezionati. Ovviamente l'epilogo indica la prosecuzione della saga.
Buon intrattenimento pop con inseguimenti, sparatorie, femme fatale e vecchie conoscenze a rendere la famiglia di Hap e Leonard ancora più pittoresca e pericolosa. E' un piacere ritrovare la splendida Brett, lo spaccone Jim Bob Luke, la letale Vanilla Ride, il piacione Cason e il mitico Marvin Hanson. Ancora una volta questo mondo border line, regolato da giustizialismo spiccio, viene descritto con notevole passione linguistica, mentre spicca come d'abitudine il contrasto profondo tra rudezza e gentilezza dei due personaggi principali. A tal proposito è significativo il primo capitolo, in cui i nostri adottano un povero cagnolino maltrattato dal suo padrone, ovviamente non prima di aver gonfiato a dovere il violento vigliacco.
Lansdale non dimentica il suo grande amore per il western (chiari i riferimenti al genere, più cinematografico che letterario) e per l'horror, l'accampamento dei redneck sembra la casa dei Sawyer di "Non aprite quella porta".
Un ritorno in grande stile, mi ha convinto, e non mancano gli omaggi all'italia con cui l'autore ha ormai da tempo instaurato un rapporto d'amore reciproco.