Girl in snow
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Chi sei quando nessuno ti guarda?
Dimenticate colpi di scena clamorosi e una caccia all'uomo dal ritmo forsennato, "Girl in snow" è un perpetuo flusso di coscienza che ben poco ha a che fare con la classica struttura narrativa del thriller. Piccoli e grandi segreti della tipica sonnolenta cittadina di provincia vengono portati alla luce, rivelando verità spesso imbarazzanti, crudeli, molte volte commoventi e sempre basate su fragilità disarmanti. Danya Kukafka si avvale di una prosa gentile ed elegante, efficace nell'estrapolare i sentimenti contrastanti che albergano nei suoi personaggi.
C'è Cameron, studente problematico e talentuoso segretamente innamorato di Lucinda, abbiamo quindi Jade, introversa e sensibile con una madre manesca, gelosa ed al tempo stesso ammiratrice della defunta, ed infine Russ, poliziotto immobilizzato in un presente insoddisfacente dal quale evade ricordando un passato dal sapore dolcissimo.
I tre personaggi si svelano per quello che sono ed al tempo stesso mostrano il vero volto di Broomsville e di alcuni dei suoi cittadini, sino ad un finale inatteso in cui l'autrice, dopo aver convogliato tutti gli indizi in una direzione, con bel coupe de theatre spiazza rivelando finalmente identità e movente dell'assassino. Ma "Girl in snow" è soprattutto un dolente viaggio nelle zavorre esistenziali che a volte infestano i cuori delle persone: pesi generati da delusioni, da insicurezze o eventi contro i quali siamo impotenti. Kukafka colpisce per capacità introspettiva e per sensibilità, pur risultando a tratti un poco ridondante, utilizza la morte come pretesto per raggiungere angoli reconditi e delicati delle sue anime, più sante che dannate.