Giochi d'ombra
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Giallo classico, ma poco riuscito
Questo romanzo ha tutti gli ingredienti di un giallo classico: sei persone chiuse in un appartamento all'attico di un palazzo di New York, ognuno dei quali ha motivo di astio verso gli altri, ognuno dei quali è abbastanza scaltro e freddo all'occorrenza per commettere un delitto, che puntualmente viene commesso. La Link ci racconta la storia di ognuno di loro, che occupa buona parte del libro, lasciando alle indagini solo pochi spiccioli. Il finale, poi, del tutto deludente, banale e quasi buttato lì. Trovo che questa autrice abbia fatto male a lasciare da parte le saghe familiari, che pur strizzando sempre l'occhio ai romanzetti rosa sono molto ben costruite, e nonostante la lunghezza sempre gradevoli da leggere fino alla fine. Il giallo, invece m sembra che non sia molto nelle sue corde: essere capaci di raccontare è una dote che apprezzo sempre in uno scrittore e anche in questo libro, tutti i dettagli delle vicende passate dei protagonisti sono state descritte con cura e attenzione. Manca però la tensione, e la curiosità di sapere come sono andate davvero le cose non viene del tutto appagata, perché la spiegazione finale è poco convincente e banalizza tutto il resto.
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L'ambizione e l'incoscienza si escludono a vicenda
“Quando la paura e la tensione diventano insopportabili, tentiamo di affrontare da soli il pericolo. Preferiamo vedere in faccia la realtà piuttosto che aspettare che le cose ci accadano improvvisamente alla spalle”
La vicenda ha similitudini con certi gialli di Agatha Christie che si svolgono in luoghi chiusi e dove ognuno dei partecipanti e protagonisti ha un valido movente per commettere un omicidio.
New York, il 28 dicembre del 1989; David Bellino, un ricchissimo industriale ma nel contempo un uomo ambizioso e spietato, fidanzato con una ragazza di umili origini, Laura, nata e cresciuta nel Bronx, decide di invitare nel suo lussuoso appartamento i suoi ex-compagni di college dell’Inghilterra, Mary, Steve, Natalie e Gina, per i quali è convinto uno di loro voglia ucciderlo a causa di gravi atteggiamenti e fatti perpetrati dallo stesso David nei loro confronti e che hanno innescato una svolta decisamente negativa nel futuro della loro esistenza. Gli ex amici accettano l’invito ognuno per un proprio valido motivo il cui fine è una specie di riscatto per il male esistenziale ricevuto. Durante la prima notte avviene l’omicidio di David e tocca a un certo ispettore Kelly individuare chi tra gli invitati possa essere stato l’artefice; da tener conto che tutti odiano David e, di conseguenza, ognuno di loro avrebbe un motivo di vendetta…ma i fatti prendono un’altra piega…
Quanto sopra è l’estrema sintesi del romanzo-thriller che, a dire il vero, di thriller ha ben poco; centinaia di pagine per descrivere con minuzia di particolari le vite di ogni protagonista sin dalla propria infanzia, che poco hanno a che fare con il pathos che la scrittrice avrebbe voluto creare. Devo dire che questa volta la Link mi ha un po’ deluso; mi sarei aspettato una trama a livello dei suoi precedenti romanzi ma, purtroppo, non è stato così. A suo favore può essere indicato la facilità di lettura anche se a tratti noiosa. Insomma un giallo sbiadito non paragonabile ai gialli di spessore di altri autori molto più conosciuti.
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Che tristezza
Che tristezza! Avevo letto due libri di quest'autrice con grande interesse e piacevolezza, questo invece è veramente scarso. La trama, i personaggi, i dialoghi sono banali, noiosi, scontati. Una specie di giallo che di giallo non ha nulla, nessuna suspence, nessun colpo di scena. Quando accade di spender soldi per libri come questo, pure io che ho una specie di bulimia per le lettura, faccio trascorrere tempo per altri acquisti.
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Che delusione!!
Che delusione! Un libro insulso e banale che non mi sarei mai aspettata dall'autrice
di capolavori come "La casa delle sorelle" ,"Nobody" e tanti altri ancora,Quest'ultimo
libro della Link mi è parso la bruttissima copia di un giallo alla Agatha Christie,ma
senza il tocco magico della leggendaria scrittrice.
Personaggi insulsi, banali e noiosi ,niente a che vedere con altri protagonisti di tanti suoi bei libri.
Questo libro non mi è parso neppure scritto da lei ,e dire che li ho letti quasi tutti.
Pensavo che il più banale e scontato fosse "Quando l'amore non finisce",
evidentemente mi sbagliavo.