Follia profonda
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Fortuna che Faletti ormai è morto...
Pur non avendo amato particolarmente nessuno dei titoli letti finora, Dorn rimane un autore al quale ritorno volentieri perché i suoi thriller psicologici risultano ben bilanciati nei diversi elementi che li compongono. Il mio percorso nella sua bibliografia è stato però molto casuale: mi sono lasciata semplicemente attirare dalle sinossi più interessanti e dalle recensioni più positive. Ecco spiegata la lettura di "Follia profonda" senza aver prima recuperato il volume precedente di questa duologia -ossia "Il superstite"-, scelta che comunque non mi ha ostacolato seriamente nella comprensione delle vicende raccontate.
In realtà, questo romanzo è collegato anche ad altre opere dell'autore, tra le quali il suo celebre debutto "La psichiatra"; infatti ci troviamo nuovamente a Fahlenberg, località fittizia del Baden-Württemberg, in particolare nelle vicinanze della Waldklinik. Qui lavora lo psichiatra Jan Forstner, nostro punto di vista principale nonché vittima di un'inquietante stalker che gli fa recapitare fiori, per poi passare a disegni allegorici ed a minacce per nulla velate nei confronti delle donne con cui lo vede interagire. Mentre l'uomo cerca di individuare l'identità della persecutrice, alla sua prospettiva si alternano molte altre tra le quali quella di Felix Thanner, il sacerdote che lavora come consulente spirituale della clinica, che a sua volta entra in contatto con l'antagonista.
Le premesse per ricavarne una storia non solo appassionante, ma anche con dei validi spunti di riflessione c'erano tutte; purtroppo, l'autore toppa soggettivamente sul piano narrativo ed oggettivamente su quello tematico. Per quanto riguarda l'intreccio, alcune svolte di trama sono abbastanza scontate se bazzicate il genere, inoltre l'epilogo dà un tono troppo positivo e frivolo ad una vicenda teoricamente tragica. La principale rivelazione poggia poi su un escamotage che avevo già trovato in un romanzo di Faletti precedente a questo, e perciò ho azzeccato il finale già dai primi capitoli. Però lungi da me accusare il caro Wulf di plagio, inoltre mi rendo conto che questo specifico problema è del tutto personale: se non avessi letto prima l'altro libro probabilmente sarei rimasta decisamente colpita da com'è stata strutturata la vicenda.
Passando a quello che reputo invece un difetto in senso lato, ci troviamo di fronte ad un tema che mi aveva fatto ben sperare, perché ci sono tantissime storie in cui si parla di stalking nei confronti di una donna, ma ben pochi nei quali la prospettiva è quella maschile. Poteva essere un'ottima occasione per mostrare come questo crimine sia avulso dal concetto di genere, come anche dei pregiudizi che sorgono quando è un uomo a denunciare delle molestie; purtroppo tutto questo potenziale si riduce ad una sola scena, neppure cruciale ai fini della narrazione. A fare realmente le spese di quest'ossessione sono quasi sempre (ed ancora una volta!) le donne che ruotano attorno a Jan, identificate dalla sua stalker come possibili rivali.
Di certo, se dovessi chiudere un occhio sul modo in cui è stato trattato questo argomento -e anche un altro, del quale però non posso parlare per evitare spoiler- potrei tessere le lodi della prosa di Dorn e della caratterizzazione dei suoi personaggi. Il romanzo è infatti molto godibile, sia per la moderata presenza dell'elemento horror che per l'ottimo ritmo dato alla narrazione: il lettore non può quindi fare a meno di rimanere incollato alle pagine per leggere di come Jan riuscirà a contrastare la sua stalker e di quale ruolo giocheranno gli altri caratteri nella vicenda.
Come accennato, anche i personaggi rientrano tra i punti di forza in questo titolo, dimostrando un concreto approfondimento psicologico, sia tra i protagonisti che tra i comprimari. Come POV principale Jan mi è piaciuto molto: ad esclusione di un paio di decisioni infelici, si dimostra un personaggio intelligente e determinato, che ripone una grande fiducia nelle sue capacità come psicologo per poter trovare un punto d'incontro con il prossimo. E l'antagonista si rivela essere più che all'altezza del suo ruolo, infatti le migliori scene del volume sono quelle in cui mette in atto dei piani per ingannare o attaccare i protagonisti. Sarà anche al centro di un twist imbarazzante nella sua prevedibilità, ma rimane una villain di tutto rispetto.
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INCUBO AD OCCHI APERTI
Jan Forstner ha un'ammiratrice segreta che dissemina vari indizi, segni della profonda ammirazione che nutre nei suoi riguardi: rose rosse, disegni, telefonate... il tutto sembrerebbe strano e romantico, ma ben presto diventerà solo strano e.... problematico, molto problematico.
I disegni che vengono recapitati all'oggetto di tanto amore sono ricchi di simboli alquanto spaventosi: mucche senza testa, sangue ovunque... il tutto sembra creato dalla mente disturbata di un bambino che ha subito terribili angherie e sevizie.
Quando le persone vicine, e meno vicine, al dottor Forstner subiscono violenze inaudite, lo stesso dottore capisce di essere la chiave del problema: solo lui può trovare il colpevole, cercare di farlo ragionare e portare a termine il suo lugubre piano in senso a lui favorevole.
Un thriller - horror ricco di colpi di scena e di angoli bui, un romanzo ben scritto che ci riporta a leggere le disavventure di questo protagonista, incontrato nel precedente libro Il superstite, in cui cercava di portare alla luce la verità sulla sparizione del fratellino Sven.
Qui invece il protagonista diventa l'oggetto di una malata attenzione che non porterà a nulla di buono.
Chi è questa matta che si fa chiamare Jana? Qual'è la sua storia? Qual'è il suo piano? Perchè ha scelto proprio Jan tra tanti?
Buona lettura!
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Sì e no...
Jan è uno psichiatra e, proprio nel momento in cui è più vulnerabile a causa di difficoltà che il suo rapporto con Carla sta attraversando, riceve delle rose rosse. L'errore di accettare queste rose presto lo catapulterà dentro la spietata realtà dello stalking ed alle prese con una sconosciuta che lo perseguiterà in un modo davvero terrificante.
Thriller ad alta tensione, quasi mi verrebbe da classificarlo più nel genere horror, in quanto ci sono passaggi che effettivamente fanno accapponare letteralmente la pelle!
Dorn ha la capacità di farti entrare in empatia con i personaggi e ben presto ti ritrovi a "sentire" in prima persona la paura, la speranza ed ogni emozione che accompagna il protagonista.
Per evitare spoiler posso solo dire che sebbene il libro sia scorrevole e davvero piacevole (oltre che bene intrecciato), personalmente non ho tanto apprezzato la fine (che svela tutto ciò che il lettore si aspetta di conoscere per tutta la stesura del romanzo).
In ogni caso buona lettura ma, a dirla tutta, non all'altezza della maestria dello scrittore. Siamo lontani da capolavori quali "La psichiatra" e "Il superstite", ma non mi sento di "affossare" un romanzo che ha pur sempre qualcosa da dire sulla parte contenutistica, affrontando il tema con una nuova chiave (appunto, più horror), anche se ormai l'argomento stalking si è letto davvero in tutte le salse.
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Sensazione di paura
In un crescendo di tensione, il romanzo è davvero capace di far vivere le fasi della paura, in particolare la paura verso l’ignoto. Il protagonista, lo psichiatra Jan Forstner, è infatti vittima di una stalker: un fantasma che ti controlla, ti spia, ti fa sapere in ogni momento di essere intorno a te ma da cui non puoi difenderti perché non ne conosci le mosse, il fine, l’identità. All’inizio ti senti forte, pensi di poter certo combattere e stanare quella che in fondo è solo una voce sconosciuta, poi subentrano il logorio psicologico dell’attesa, il sospetto verso chi ti circonda, la disperazione dell’impotenza, il terrore, la rabbia.
E’ il primo romanzo di quest’autore che leggo e ne ho apprezzato la capacità di creare un’inquietante e realistica sensazione di angoscia e di intrecciare una vera e propria narrazione psicologica. Di particolare effetto i capitoli raccontati dalla prospettiva della stalker, che tratteggiano in modo non banale le ossessioni e le follie dell’animo umano, arrivando a sfiorarne i suoi estremi più oscuri e controversi. Il tutto senza perdersi in divagazioni e approfondimenti ma mantenendo un ritmo serrato dalla prima all’ultima pagina, pagine in cui si rincorrono senza tregua personaggi misteriosi, intrecci psicologici, sospetti e colpi di scena.
Ottimo thriller psicologico. Imperdibile per tutti gli amanti del genere.
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Superbo
"L'animo umano vive nascosto e, quando si spezza, avviene in silenzio. Non ci sono schianti né tintinnii come la porcellana o il vetro. Solo quando è già troppo tardi, si vedono le schegge."
Anche stavolta wulf dorn è stato superbo. Pur condividendone le origini nordiche, Dorn è riuscito ad allontanarsi dall'incombente eredità lasciata dal compianto Stieg Larsson, scrivendo un thriller privo delle gelide atmosfere e degli scandali che avevano caratterizzato la trilogia di "Uomini che odiano le donne".
C'è l'eterna battaglia tra bene e male combattuta sul più fragile dei terreni. La mente umana. Dicono che non ci sia niente di più delicato e caduco di essa, ma Dorn, maestro annunciato di colpi di scena, fa vacillare ancora una volta le nostre certezze. Pensateci. La risposta la troverete proprio lì, rumorosa e innegabile che batte tra le pareti della nostra gabbia toracica. Il nostro cuore.
L'abilità di Dorn è come quella di un artista che non ha paura di perdersi nei labirinti più intricati, di osare e di tentare di dare concretezza a quello per cui le parole non bastano. Ha uno stile asciutto e scorrevole, scattante e ricco di dialoghi. I capitoli scorrono talmente veloci da non concederti scampo, eppure tra un colpo di scena che lascia sconcertati e il furore di un'indagine a colpi di sconvolgenti rivelazioni si trova spazio per racchiudere un giro di vite in tutta la loro dolorosa e incomprensibile completezza. Le case della città immaginaria di Fahlenberg, come i capitoli di un romanzo corale.
Follia Profonda si mostra un thriller di sconvolgente umanità. Nell'orrore di gesti scellerati che fomentano l'angoscia più insidiosa, le pagine trovano modo per parlarci di un quarantenne con la sindrome di Peter Pan, di un arzillo vicino di casa che cerca l'amore in chat, di un'ambiziosa segretaria tormentata dall'insicurezza, di una valente dottoressa che cerca in rapporti fugaci quello che il divorzio le ha sottratto, della perpetua di turno affamata di pettegolezzi e, ovviamente, di loro. Una lucida assassina dall'identità misteriosa e Jan, il suo salvatore, il suo oggetto del desiderio. La sua identità, come nel migliore dei thriller, rimane un dubbio assillante fino alla resa finale.
Un consiglio spassionato: leggetelo.
E' doveroso.
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Jan o Jana??
Dopo aver letto "La psichiatra" dello stesso autore non potevo non imbattermi dinuovo in lui e dopo questo posso affermare che lo amo. E' uno dei re del thriller,riesce a farti avere il fiatone come se fossi tu la protagonista del romanzo. Qualcosa di bellissimo. Si va alla continua ricerca del colpevole,l'autore ti porta sempre verso qualcun'altro facendo sembrare il vero colpevole.Ti svia.
Dopo averlo letto ho scoperto che c'era "Il superstite" che ha lo stesso protagonista e l'ho già comprato =)
Spero sia una buona lettura e questo è consigliatissima!!
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NEGLI ABISSI DELLA FOLLIA
"L'animo umano vive nascosto e, quando si spezza, avviene in silenzio. Non ci sono schianti né tintinnii come con la porcellana o il vetro. Solo quando è già troppo tardi, si vedono le schegge"
Dopo aver letto "la psichiatra" e "il superstite" mi sono gettata a capofitto nella lettura di questo stupendo libro che ha riconfermato la capacità unica di Dorn di creare un'atmosfera inquietante capace di non farti dormire la notte.
Cosa avviene se la la mente umana smette di essere lucida e concreta e pian piano trasporta l'essere umano in un mondo irreale e folle? cosa avviene quando non si è più in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato....pazzia! pazzia profonda e inimmaginabile!
La capacità di Dorn di lasciare il lettore continuamente con il fiato sospeso è unica. I colpi di scena sono continui e lo stile adottato dall'autore è piacevole e scorrevole.
Libro consigliatissimo!
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amore profondo
Sentimenti.
L'amore è uno dei sentimenti più forti. Anzi, "qualcuno" afferma che sia il più forte.
Dante conclude La Divina Commedia con la frase: "l'amor che move il sole e l'altre stelle."
Ma la mente umana difficilmente concepisce sentimenti puri. Allora l'amore degenera in forme di gelosia o possessività, sentimenti che, fino ad un certo limite, sono considerati normali. Ma oltre questo limite? Oltre c'è l'ossessione. Vogliamo che l'oggetto del nostro desiderio sia tutto per noi e non accettiamo rifiuti. Anzi, arriviamo a convincerci che anche noi siamo indispensabili per lui.
Wulf Dorn ci guida nella mente di Jana, innamorata del dottor Jan Forstner, psichiatra presso la Waldklinic di Fahlemberg. Jana ha un progetto, un piano che una volta portato a termine permetterà a lei e Jan di stare insieme per sempre. Ma Jan non sa chi sia Jana, sa solo che la sua follia la porterà a compiere gesti estremi pur di realizzare il suo piano.
In questo terzo romanzo di Dorn, il secondo che ha come protagonista Jan Forstner, lo scrittore compone un thriller avvincente e dai ritmi serrati.La capacità di Dorn è quella di creare un'atmosfera cupa e inquietante che permea tutto il romanzo e dalla quale veniamo irrimediabilmente travolti. I personaggi sono pochi ma ben definiti e prendono il loro posto nel romanzo come le pedine di una dama le cui mosse vengono scandite dalla mente esasperata di Jana. L'ansia e la paranoia che avvolgono Jan, involontario oggetto del desiderio, ci vengono trasmesse con una tale forza che non possiamo più staccare gli occhi dal libro fino al suo imprevedibile epilogo.
Uno psico-thriller eccezionale, un Dorn sempre più bravo!
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Profondo Rosso.....
Un mazzo di bellissime rose rosse senza biglietto. Lo psichiatra Jan Forstner è l'oggetto delle attenzioni di una sconosciuta. All'inizio pensa si tratti semplicemente di Carla Weller con cui ha una relazione amorosa un po’ complessa, scoprirà invece che è il gesto di una ammiratrice che vive una ossessione morbosa per lui, e quando un amico giornalista, che stava per fargli delle rivelazioni sconvolgenti che lo riguardavano , viene trovato barbaramente ucciso, Forstner comincia a vedere il lato perverso di questa storia e perciò teme di essere il bersaglio finale . Una stalker che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole. E ciò che vuole è lui, Jan !
Reputo questo libro un gradino in su rispetto al precedente “ il superstite” lo stile è sempre molto piacevole ricco di falsi indizi, depistagli, pieno di colpi di scena e molto intenso dal punto di vista psicologico,insomma un vero thriller dove la tensione aumenta di pagina in pagina e che alla fine ti lascia disarmato. Un libro da mettere in cornice magari anche di colore Rossa.
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Amore o Ossessione: il passo è breve...
Quando un thriller giunge alla sua conclusione, e quando questo è un buon thriller, fa tirare un sospiro di sollievo. Ecco qua follia profonda, un immersione in apnea nella folle mente di una stalker. Quando riemergi dai meandri più reconditi e oscuri della mente umana, incisa in lettere dalla penna sempre più accattivante di Dorn, prendi una bella boccata d'aria pura. (E rischi la sincope) E resti leggermente deluso dal fatto che sia finito.
Come al solito Dorn usa pochi personaggi, sempre chiari e ben delineati. Rimane fedele ai testi precedenti , spremendo come un lampone:Fahlenburg, la Waldklink e Jan (che devo dire questa volta ne passa di cotte e di crude) e Carla. Mettendo in questo modo mette a proprio agio il lettore che già ha avuto il privilegio di conoscere questi luoghi e personaggi, dandogli ulteriore spessore da renderli ancora più concreti e accattivanti.
L'intelaiatura della storia rimane incalzante, accattivante e ricca di brivido e mistero, forse alcune scelte un po' scontate, ma credo che diversamente non mi avrebbe trasmesso le stesse emozioni, sfiorando qualche volta l'horror , ma sempre con i suo solito stile: asciutto semplice, ricco di dialoghi; lascia che il lettore sfoghi la sua fantasia nelle parche descrizioni, ma pur sempre concrete . La sensazione che avevo avuto leggendo "Il superstite" si concretizza, infatti scivola a mio parere, in un romanzo con ancora più toni noire, pioggia incessante, ambientazioni cupe. Ma questo non stona affatto anzi ne esalta il gusto e la voglia di leggerlo (poi capirai in questi giorni uggiosi e plumbei è stato proprio un vero incubo ad occhi aperti)
Durante la lettura non nascondo di aver provato sentimenti contrastanti, dal brivido alla rabbia, dalla commozione alla delusione fino alla tristezza, ma tutte queste emozioni mi hanno accompagnato con piacere, nemmeno per un attimo mi hanno fatto pensare all'abbandono, ogni momento era buono per spulciare qualche rigo in più, magari proprio mentre i vetri di casa erano graffiati dalla pioggia battente.
La vicenda non è poi così imprevedibile, ma poco importa, perche non è tanto lo scoprire l'assassino che mi ha spinto verso la pagina successiva ma l'aseptto psicologico di quest'ultimo. Forse, ribadisco forse, avrei preferito che si dedicasse di più a quest'ultimo aspetto, ma ripeto anche cosi mi ha dato tanto , tanto da non vedere l'ora di leggere la usa prossima fatica.
In conclusione:
Avvincente, esaltante e coinvolgente, qualche buco narrativo che avrebbe potuto evitare ma decisamente tanta qualità. Sconsiglio vivamente la lettura se non si ha letto prima "il superstite" in quanto la lettura di quest'ultimo valorizza molto, a mio avviso "Folllia Profonda" : generando così una profonda sintonia con i sentimenti del protagonista.
Buona lettura e ricordate:" mai accettare rose dagli/dalle sconosciuti/e"