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Follia

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Le storie d'amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni". Inghilterra, 1959. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre, con apparente distacco, il caso clinico più perturbante che abbia incontrato nella sua carriera - la passione letale fra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell'ospedale, e Edgar Stark, un artista detenuto per un uxoricidio particolarmente efferato. È una vicenda cupa e tormentosa, che fin dalle prime righe esercita su di noi una malìa talmente forte da risultare quasi incomprensibile - finché lentamente non ne emergono le ragioni nascoste.



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Follia 2022-06-13 13:21:09 saby
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saby Opinione inserita da saby    13 Giugno, 2022
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Letale

La psiche umana e i suoi misteri, una storia raccapricciante.

Nell’apparente tranquillità della campagna inglese il dottor Peter Cleave ci espone il caso clinico della folle e pericolosa storia d’amore tra l’uxoricida Edgard Stark suo paziente e Stella Raphael, sua amica non che moglie del vicedirettore del manicomio criminale Max Raphael.
Stella è una donna profondamente frustrata, e sessualmente insoddisfatta, conosce Edgard Stark artista psicologicamente disturbato, in regime di semilibertà, che si occupa della restaurazione di una serra nella villa dove abita Stella. Durante un ballo organizzato per i pazienti dell’istituto tra i due scoppia una forte passione al limite dell’ossessivo, facendo cadere a pezzi la fragile psiche di una donna rispettabile, con conseguenze disastrose.

Patrick McGrath con una prosa eccezionale fa entrare nella mente dei personaggi, con le loro debolezze emotive, da una parte abbiamo una donna con un forte ascendente sugli uomini ma soggiogata da un squilibrato manipolatore, che annienta la sua preda servendosi della sua anima per soddisfare la propria arte. Dall’altra un marito debole, e apatico, incurante di un matrimonio scontato e dell’insoddisfazione che ne comporta, intento a salvaguardare il buon nome anche difronte l'adulterio della moglie. Una storia maledetta narrata dal punto di vista psichiatrico, ripercorrendo la vicenda con la testimonianza diretta e distaccata di Stella, spiegando il concetto di alienazione mentale che implica un cambiamento profondo della personalità con gesti innaturali e difficili da controllare. La riuscita di questo romanzo sta proprio nella tensione narrativa che tiene incollati alle pagine fino alla fine, con passaggi agghiaccianti, descritti attraverso uno stato mentale alterato.

Incalza il lettore a porsi una domanda “il seme della follia nasce spinto da qualcosa o qualcuno o semplicemente alberga nell'animo e aspetta solo di venir fuori?”

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Follia 2021-05-13 09:15:27 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    13 Mag, 2021
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Lettura morbosa

Fin dalle prime pagine, leggere questo romanzo mi ha dato la stessa sensazione di assistere ad un incidente in autostrada: sapevo benissimo che andando avanti la situazione psicologica e le dinamiche tra i personaggi sarebbero diventate sempre più problematiche e malate, ma ero incapace di staccare gli occhi dal testo per una necessità quasi fisica di capire quale sarebbe stato l'epilogo.
Il primo pregio che si può notare nella prosa di McGrath è infatti la sua eccellente gestione del ritmo narrativo, accostata ad una storia che già di per se risulta intrigante. Ci troviamo infatti nella Gran Bretagna a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso ed il nostro narratore è Peter Cleave, uno psichiatra che lavora all'interno di un grande complesso vittoriano dove vengono rinchiusi criminali con problemi psichici; la storia raccontata dal medico è quella dell'attrazione distruttiva tra il suo paziente Edgar Stark -rinchiuso per un efferato uxoricidio- e Stella Raphael, avvenente moglie del nuovo collega Max.
Questa trama ha delle premesse molto interessanti ma se da un lato l'autore è superbo nel dosare la tensione, non raccontando mai per interno un episodio in modo da tenersi da parte i dettagli più torbidi per un secondo momento, dall'altro mi aspettavo onestamente un intreccio più movimentato. Almeno nelle ultime pagine sarebbe stato utile dare concretezza a tutta la tensione accumulata inserendo più svolte narrative oppure includendo alcuni dei personaggi che ci eravamo lasciati alle spalle nei capitoli precedenti.
In fin dei conti il mio solo problema con "Follia" è stato proprio questo; ho continuato a leggere speranzosa fino all'epilogo ma la scintilla non è mai scoccata, seppur la lettura mi abbia saputo intrattenere senza mai un momento di noia. Il merito di ciò è da attribuirsi soprattutto al cast ed alle dinamiche: la caratterizzazione dei protagonisti è studiata in modo attento, creando personaggi dalla psicologia contorta ma non per questo inverosimili o esagerati. Seguire l'evoluzione dei rapporti risulta di conseguenza molto interessante, in primis per quanto riguarda la relazione malata tra Edgar e Stella, ma anche la dinamica paziente /medico tra lui e Peter -che a tratti sembra travalicare questa eccezione a causa dell'interesse esclusivo dimostrato dal medico- e le storie che lei intreccia con gli altri uomini.
Un romanzo che non esiterei a consigliare per chi cerca una lettura sicuramente coinvolgente e scorrevole, che spinga al tempo stesso a riflettere sui meccanismi della psiche umana, con degli ottimi protagonisti e dei personaggi secondari validi, ma non sfruttati appieno secondo me. Dopo averli introdotti, McGrath sembra lasciarli un po' a se stessi, accantonando nel mentre anche le loro sottotrame; può essere frustrante ma non si tratta di un vero errore: dobbiamo ricordare che tutti gli eventi sono filtrati dallo sguardo di Peter e dai suoi specifici interessi.

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Follia 2020-05-04 11:21:41 Don Luca
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Don Luca Opinione inserita da Don Luca    04 Mag, 2020
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Psicanalisi

Intenso, spietato, folle, ma anche inquietante a un certo punto; sono questi gli ingredienti di questo dramma psicologico.

Ed è tutto scientificamente confezionato per il lettore voglioso di conoscere gli angoli più reconditi della psiche umana, specialmente se questa è deviata.
La follia viene mostrata gradualmente, nella stessa maniera in cui essa viene scoperta; è infatti un processo introspettivo quello che vede una mente sana che lentamente e insospettabilmente, si ammala.
E' un vero abisso nella depravazione, che, capitolo dopo capitolo, è sempre più inquietante e folle, ma non per questo meno analizzata e approfondita.

Difatti, il narratore è uno psichiatra che inevitabilmente si lascia coinvolgere, e redige un minuzioso racconto, in cui psicanalizza alcune vicende che sono recentemente capitate nel suo istituto di igiene mentale.

La narrazione è precisa e profonda, anche se talvolta l'autore sembra dimenticarsi della punteggiatura mangiandosi le virgole, lasciando che alcune frasi diventino troppo lunghe. Ma è comunque ben compensato da una caratterizzazione dei personaggi estremamente realistica; non è infatti un lavoro semplice quello di umanizzare dei personaggi che all'apparenza sembrano essere completamente estranei al lettore.
La storia è talmente analizzata bene che nonostante sia difficile rispecchiarsi nei personaggi, è facile invece comprendere (ma senza giustificare) le loro azioni.
E, secondo me, la morale è proprio questa: a chiunque può capitare di ammalarsi. Il fatto che oggi hai una mente sana, non è una garanzia per domani, perché esistono circostanze, eventi, calamità che potrebbero, senza che neanche tu te ne accorga, danneggiare la tua psiche.

Del resto, i folli non sanno di esserlo, giusto?

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Follia 2020-04-11 20:55:57 pzuflv
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pzuflv Opinione inserita da pzuflv    11 Aprile, 2020
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Il classico e instancabile dramma

“Le donne romantiche, riflettei: non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.”
Senso di libertà, irrazionalità e ossessione sono solo alcuni dei protagonisti del romanzo di McGrath. In Follia il coraggio di osare rimanendo immobili padroneggia la protagonista Stella, che portando avanti la sua relazione con Edgar riesce finalmente a far trionfare il suo amore più profondo, viscerale e fatale.
Stella Raphael non è una donna qualunque, è la moglie di Max, uno psichiatra rispettato e talentuoso di un manicomio inglese, dalla cui architettura vittoriana trasuda organizzazione e disciplina, “un’architettura morale” prima di tutto. In questo piccolo universo fatto di schemi e matti, Stella vive immersa e sonnolenta, facendo di tanto in tanto capolino sommessamente agli eventi di ordinaria follia dell’ospedale. Rispettata ma non temuta si trascina in questo micro cosmo contemplando la sua amata Londra. Tutto scorre fino all’ineluttabile incontro con la passione. Edgar Stark, omicida efferato e manipolatore affabile che seduce e viene sedotto da Stella, trascinandola in un vortice di segreti e ossessioni che li porteranno a distruggersi a vicenda.
Lo sguardo clinico che segue tutta la narrazione, grazie all'amico (prima che psichiatra) di Stella, Peter, ci mette in evidenza ogni impeto della donna, prevedendone le mosse e anticipandone senza mai sottovalutare l’irrazionalità dell’ossessione amorosa. Una lettura ammaliante e inquieta in cui il dubbio imperante sembra essere: fino a che punto? McGrath con una scrittura attenta, analitica, penetrante ma mai inquisitoria riesce in questo romanzo a far riaffiorare le ferite di Madame Bovary, il rosso sanguinolento di Stendhal, il tumulto di Anna Karenina e perfino l’irosa gelosia di Sonata a Kreutzer. McGrath ci immerge in una realtà in cui ogni dettaglio imperscrutabile ha un valore prima terapeutico nonché vitale e dove il classico dramma senza età che fa dell’amore tormento e follia cattura il nostro interesse fin dalle prime righe.

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Tolstoj, Sthendal, Flaubert
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Follia 2019-12-13 19:52:13 Innamorata
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Innamorata Opinione inserita da Innamorata    13 Dicembre, 2019
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Quando l'amore danza con la follia

Follia non è solo il titolo di questo romanzo, contiene già tutto il significato in sé .
All’inizio non ero del tutto convinta che questa storia mi avrebbe entusiasmata, ma ora che l’ho finito posso dire che i suoi meriti sono molto più elevati.
Stella è inebriante.
Attorno tutto “brilla della sua luce riflessa”. Il suo è un personaggio all’apparenza semplice, ma la cui bellezza viene sempre esaltata a straordinaria. Forse perchè Peter, il narratore, era attratto da lei e l’amava segretamente sin dall’inizio?
Stella, moglie di Max, vicedirettore di un ospedale psichiatrico, conduce una vita “normale”, ha un figlio, Charlie, e una casa di cui occuparsi. Ma in reatà le manca qualcosa, non è abbastanza per lei l’ombra di suo marito e l’immagine sfumata della famiglia. Il tutto non la eleva come merita, non la valorizza completamente. Mi chiedo ancora se quello che ha fatto sia giusto, se abbai trovato veramente sè stessa, se abbia raggiunto la vetta del suo essere, se abbia provato ciò che prima non aveva mai provato in prima persona. Per quanto malato, folle e disperato possa essere stato il suo gesto lei era presente, ci ha investito tutta sè stessa, si è lasciata andare e non ha mai avuto rimpianti. Era amore? Non lo so. Stella e Edgar erano incendiati dalla passione, venivano travolti da essa e non vi era possibilità di resistere. Stella adorava tutto di Edgar: l’amante, l’artista, l’assassino, il malato di gelosia. Non avrebbe mai potuto amarlo solo in parte. La sua figura era idealizzata.
Ha dato tutto per lui. Ha perso la sua famiglia e tutte le sicurezze e comodità a cui era abituata. Da quando l’ha incontrato il suo mondo è cambiato, ha iniziato a girare attorno a un altro sole, molto più caldo, molto più vicino. La sera del primo ballo ha segnato l’inizio di una passione disarmante, di un amore catastrofico. E’ possibile che una donna intelligente, affascinante e forte come Stella possa abbandonare la sua vita per un uomo? Lei che era considerata la bellissima moglie del vicedirettore, lei che abbagliava tutti.
Leggendo questo libro mi sono interrogata molte volte. Edgar è arrivato come un uragano, le ha stravolto la vita e se ne è impossessato, l’ha stretta a sé e l’ha fatta danzare, la ha avvolta nella sua arte, nella sua pazzia. Si appartenevano, il mondo circostante non aveva più importanza ai loro occhi, si era svuotato. Non potevano fare a meno l’una dell’altro. Avevano raggiunto il paradiso. Chi ha mai dato prova che il paradiso non sia uno stato d’animo? Che non significhi essere sicuri di se stessi, sentirsi vivi e completi nella propria personale visione? Anche se per un breve momento in tutta l’esistenza? Chi può dire che non si trovi immerso in un paio d’occhi che bruciano e guardano solo te?
Stella è riuscita persino a mantenere in piedi una messainscena all’interno dell’ospedale, a fingere di non pensare più ad Edgar in quel modo, a persuadere Peter del successo del suo percorso di guarigione. Ha anche ricevuto una proposta di matrimonio dal direttore dell’ospedale psichiatrico, lo stesso Peter, quando era ancora considerata una sua paziente. Lui le offriva protezione, una casa sicura, sarebbe stata avvolta da arte, bellezza e da una colta compagnia. Sono certa che Stella non abbia mai voluto ferirlo o deriderlo, ma era fedele a se stessa, alla sua anima, al suo cuore. La prospettiva che le veniva offerta era spoglia di ciò che più che mai aveva bisogno. Sarebbe stata troppo similare ai giorni tutti uguali ‘’vissuti’’ insieme a Max. Ed è cosi che la sera dell’ultimo ballo indossò il vestito che la rese sensazionale, del resto come lo è sempre stata. Quel vestito era lo stesso che portava al primo ballo, quando era tra le braccia di Edgar. Ma non era per dimostrare agli altri che non provava vergogna, non era per il suo orgoglio che lo indossò, ma perchè quello era l’abito con cui si era sposata con lui. Aveva ingannato anche Peter, povero, i suoi sentimenti personali verso Stella avevano intralciato l’analisi clinica. Il mondo senza Edgar non aveva più senso per lei. Il futuro era solo una nuvola di fumo grigio ora che la fiamma sembrava essersi spenta. Non vi era nulla che fosse in grado di riaccenderla.
Rimaneva una favola bianca e malinconica.
Stella non avrebbe più potuto vedere se stessa come ardentemente, eccessivamente e follemente desiderava.

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Follia 2019-10-16 08:18:12 zonauefa
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zonauefa Opinione inserita da zonauefa    16 Ottobre, 2019
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Il fascino della follia

Attraverso i dettami del diario clinico, uno psichiatra racconta l’amore travolgente e distruttivo che travolge un internato in una clinica psichiatrica con la moglie di uno dei suoi medici.
La trama non è complessa, si basa sul solito cliché della bella giovane e annoiata moglie di un medico, che trova irresistibile il cattivo di turno, e l’andamento morboso delle vicende narrate fanno già intravedere quale sarà il finale della storia, anche per l’atmosfera cupa che sembra avvolgere i protagonisti anche quando sembrano essere felici.
Il libro è scritto con una certa maestria, che seduce fino alla fine.
Interessante l’analisi psicologica che fa il narratore oltre che dei protagonisti, anche per i personaggi di contorno che come un effetto domino subiscono loro malgrado le conseguenze nefaste di questa passione folle ed insana, e nessuno dei personaggi suscita simpatia.
A mano a mano che si va avanti nella lettura si percepisce che la strada imboccata da tutti i personaggi non rende possibile alcuna redenzione, ed il finale secondo me è la cosa meno sorprendente di tutta la narrazione.
In definitiva un bellissimo libro, anche se leggermente meno delle entusiastiche recensioni che ha avuto

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Follia 2018-09-04 17:04:23 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    04 Settembre, 2018
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La mente quando crolla

“Stella ammise di non aver mai provato in tutta la sua vita un’attrazione di una tale intensità fisica ed emotiva per qualcuno; era una cosa che conosceva solo di riflesso, per averla percepita negli uomini che la provavano per lei.”

Stella è l’incantevole e volitiva moglie dello psichiatra Max Raphael. Nell’estate del 1959, insieme al figlioletto Charlie, i coniugi Raphael giungono in un ospedale psichiatrico inglese dove Max entra come vicedirettore. La nomina gli viene accordata dal direttore Jack Straffen, nonostante la blanda opposizione del collega Peter, l’anziano psichiatra da anni in quell’istituto.
L’ambiente medico è gradevole, e idoneo alle legittime aspirazioni di carriera di Max. Mentre il piccolo Charlie si diverte a scorrazzare negli spazi esterni alla residenza dei Raphael, Stella sembra a suo agio, giorno dopo giorno, nel ruolo di moglie del promettente dottore.
L’imprevisto è in agguato, e si materializza nella presenza di Edgar Stark, l’aitante operaio chiamato a dare una sistemata alla serra fatiscente che fa parte della residenza dei Raphael. In realtà Edgar è uno scultore, dotato perciò di una certa abilità manuale, ma anche un paziente dell’istituto: vi è stato rinchiuso dopo aver decapitato la moglie, ossessionato dalla presunta “scioltezza” che le imputava nel rapporto con altri uomini.
La prestanza di Edgar Stark, la calcolata disinvoltura, la sua fisicità risvegliano presto in Stella Raphael una certa frenesia ed un lato nascosto: quello “animale”. E’ l’inizio di un’inarrestabile discesa, destinata a trascinare con sé anche altri…

“Follia” è un libro confezionato per suscitare interesse: una storia “borderline” d’amore e di sesso, lo sguardo psicologico (e psichiatrico) attraverso cui narrarla, uno stile scorrevole. Non a caso, a molti è piaciuto, consacrando il “marchio” del suo autore (il libro “alla McGrath”).
In realtà ha dei difetti.
La scelta di fondo è di raccontare la storia in prima persona, attraverso lo psichiatra anziano Peter, amico della famiglia Raphael e, in particolare, molto attento a valutare ciò che Stella rappresenta come tipo psicologico. In questo modo, tutta la prima parte del libro – quella che presiede al rapporto intenso e segreto tra la donna ed Edgar Stark entro le mura dell’istituto – si veste smodatamente di psicoanalisi e non ha quella forza narrativa che proprio all’inizio la storia meriterebbe. Paradossalmente, la scelta di pura narrazione è più evidente in altre parti del volume, quando Peter perde le tracce di Stella, e la parte centrale si fa seguire meglio.
Si arriva così ad un finale nel quale McGrath inserisce vari colpi di scena: alcuni sono mirabilmente piazzati, ma uno di essi, che riguarda l’anziano narratore, risulta piuttosto sorprendente (per non dire difficile da digerire). La vera perdita di efficacia del racconto, però, non è legata tanto alla credibilità dei comportamenti psicologici adottati – in fondo si tratta di un romanzo, anche se lo stile utilizzato tende a farlo dimenticare – quanto al fatto che l’io narrante (sempre Peter) racconti particolari delle vicende di Stella che è inverosimile egli conosca. Nell’ultima parte del libro, infatti, l’atteggiamento della donna nei suoi confronti è di dissimulazione, non di comunicazione.
Quando si arriva alle ultime pagine – dove McGrath si divertirà a far capire al lettore il perché del titolo “Follia” – la piena soddisfazione di chi legge è già compromessa.

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Follia 2018-03-19 10:03:53 Lyda
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Lyda Opinione inserita da Lyda    19 Marzo, 2018
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L'amore disperato

Inghilterra,fine anni '50, manicomio criminale alle porte di Londra.
La voce narrante è quella di uno psichiatra che esercita in questo tetro istituto e ci illustra le vicende di un collega e la sua consorte.
E' la storia di una passione pericolosa, un'ossessione che ben presto indurrà ad uno dei più efferati delitti.
L'autore è molto abile e coinvolgente nella descrizione dei sentimenti e delle emozioni provate e vissute dalla protagonista femminile, una donna particolarmente 'calda' che si scoprirà poi, durante il dipanarsi della vicenda, morbosamente avvinta dall'amore totalitario per il suo amante, sentimento fortissimo e coinvolgente, mai provato prima, ma alquanto deleterio e distruttivo.
Interessanti spennellature d'epoca vittoriana si presentano qua e là durante lo sviluppo della vicenda facendo sognare il lettore nostalgico dei tempi andati, e non solo, direttamente catapultando chi legge nel mondo della passione smisurata, proibita, senza freni e certo scomoda, muovendosi ad arte tra parole e frasi che nel complesso restituiscono una chiave di lettura introspettiva e psicologica.
In più occasioni l'atmosfera saprà di inquietudini sotterranee e di molto non-detto, e talvolta si potrà giungere a provare un vago senso di disagio e smarrimento, che ad alcuni probabilmente non dispiacerà.
Cit.“Poi successe qualcosa, qualcosa che credo nessuno dei due avesse previsto, se non altro al livello conscio: Edgrar e Stella sottovalutarono – come può capitare a chiunque in circostanze analoghe – la violenza dei sentimenti che si scatenarono in lei. In sostanza, non si resero conto che le barriere della cautela e del senso comune minacciavano di crollare, travolgendo il loro fragile equilibrio.”
Lettura consigliatissima.

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Follia 2018-01-28 08:54:40 LittleDorrit
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LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    28 Gennaio, 2018
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Il sottile confine tra amore ed ossessione

Follia è la storia di un'ossessione amorosa.
Quel tipo di amore che ti imprigiona in una gabbia di disperato egoismo e ti lascia soffocare nel vortice di uno sfrenato desiderio.
Follia è la storia di Stella, donna bellissima e intelligente, moglie di uno psichiatra di successo e madre di Charlie, un bambino come tanti.
Seguendo il marito nei sobborghi di Londra per il suo nuovo incarico da vicedirettore presso un antico manicomio criminale in stile vittoriano, Stella, che vive giornate tediose e ripetitive, consapevole di essere una novella Bovary, nota la presenza di un uomo, Edgar Stark, che da subito le sconvolge i sensi.
Un ballo, un gesto d'intimità e giù, a capofitto nell'abisso.
Dalla semplice conoscenza in poco tempo l'uomo diverrà l'amante che la ricambierà ampiamente: complicità, passione, attrazione sfrenata, comprensione. Tutto quello di cui ha sempre sentito il bisogno ma che suo marito, a causa di un carattere incolore ed insapore, è stato incapace di darle. Ma cosa accade se una storia appena iniziata diventa da subito fin troppo importante?
Cosa accade se l'intensità del sentimento è tale da sconvolgere, oltre ai sensi, anche l'equilibrio emotivo?
Accade che tutto viene messo in gioco.
Il lettore seguirà la storia così come viene raccontata da Peter, psichiatra collega del marito e amico di famiglia. La visuale che ci prospetta è completamente asettica o, per meglio dire, ampiamente clinica.
Nessun eccesso emotivo, nessun giudizio morale, nessuna empatia. Distacco, professionalità e scrupolosità nell'annotare dettagli importanti che possano in qualche modo chiudere il cerchio.
Le parole e le azioni di Stella vengono elaborate, esaminate, previste, calcolate.
Follia è, quindi, una parabola discendente, una pazza corsa verso un precipizio. Il lettore resta avviluppato nelle vicende incapace di reagire, di giudicare e talvolta di comprendere. Può solo lasciarsi attraversare dai vari stadi del dramma.
Mi sono sentita troppo spesso incapace di prendere le parti di qualcuno. Tutto sembra giusto ma allo stesso tempo fortemente errato. La scrittura di McGrath è scorrevole, trasparente ed essenziale.
Notevoli le descrizioni degli esterni che si sposavano benissimo con gli stati d'animo della protagonista, e i luoghi dove la storia si consuma, tra Londra e il Galles, sotto cieli di metallo confortati dalla tipica indifferenza nordica.
Un romanzo introspettivo e psicologico a mio avviso non troppo adatto agli empatici estremisti.
Alla restante parte, ne consiglio fortemente la lettura.

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Follia 2017-06-26 22:26:57 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    27 Giugno, 2017
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Stella Karenina

Vi starete chiedendo perché, nel mio titolo, abbia messo un chiaro riferimento al famosissimo personaggio di Lev Tolstoj. Beh, perché non ho potuto fare a meno di cogliere varie analogie tra "Follia" e "Anna Karenina", principalmente nelle protagoniste, ma anche per situazioni specifiche della trama.
Ma procediamo con ordine.
McGrath ha uno stile fresco e scorrevole: vi ritroverete a divorare questo libro a tratti davvero avvincente; ad entrare in empatia con i personaggi, anche se l'unico realmente amabile è il narratore, lo psichiatra Peter Cleave, che si erge al di sopra di tutti in quanto a morale e umanità. Stella, invece, è una di quelle personalità che si possono amare, odiare o compatire, a seconda del lettore che si trova a "giudicarla". Personalmente, l'ho odiata come ho fatto con la Karenina (prima analogia).

Stella è la moglie del promettente psichiatra Max Raphael, appena trasferitasi con lui e suo figlio Charlie in una villa all'interno della struttura psichiatrica in cui suo marito sarà vicedirettore.
L'incontro fatale sarà quello con Edgar Stark, paziente in semilibertà che lavora nella loro serra per ristrutturarla. Stark è un ex scultore internato per una gelosia ossessiva, che lo ha portato a uccidere sua moglie e ad infierire sul suo cadavere. Silenziosamente, tra Edgar e Stella nasce una passione irrefrenabile, favorita dall'insoddisfazione di lei a causa di quel marito freddo, totalmente dedito al lavoro e spaventosamente simile ad Aleksej Aleksandrovic Karenin (seconda analogia, che comprende personaggio e situazione).
Da qui scaturirà una serie di eventi tragici, che manderà completamente in malora la vita di tutti i personaggi principali, trascinati nell'oblio dalla follia dei due amanti che, completamente rapiti dal loro "amore" (puah!), se ne fregheranno di tutte le conseguenze e delle persone a cui stanno facendo del male. Personalmente, devo dire che pur apprezzando la penna dell'autore, la scorrevolezza e i colpi di scena, non ho amato questo libro, così come non ho amato il capolavoro russo (terza analogia, ma strettamente personale). E' probabile che il mio scarso entusiasmo sia generato dall'antipatia che i personaggi come Stella (e Anna) generano in me, ma sospetto che sia dovuto anche al fatto che la psicologia di Stella non mi ha convinto del tutto. A parte tutto è una lettura che consiglio, anche perché starà a voi cogliere la quarta analogia. Se avete letto Anna Karenina ci arriverete, sono sicuro.

"Era come se lo sentisse al suo fianco, sempre. Aveva imparato a fidarsi di lui. Senza una ragione al mondo, ovviamente, o forse proprio per questo, sì, perché si stava convincendo che la fiducia, e la speranza e l'amore sono tali in quanto nascono e crescono a dispetto della ragione."

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Anna Karenina
Cime Tempestose
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