Ferite profonde
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Opinioni inserite: 3
Piacevole sorpresa
Nel panorama dei polizieschi europei non è facile trovare romanzi che, oltre ad interessare e coinvolgere, possiedano una loro dignità letteraria. Quella della Neuhaus è una piacevole sorpresa. La struttura di Ferite profonde è complessa ma ben articolata, nonostante i numerosi personaggi che intrecciano le loro vicende attraverso pagine dense che tengono il lettore in continuo tensione. I caratteri dei protagonisti si delineano lentamente (anche qui il merito dell'Autrice è la capacità di un sapiente dosaggio di notizie). I luoghi del racconto (Francoforte e Germania) sono sempre in secondo piano, costantemente presenti ma non così importanti come in altri tipi di poliziesco (si pensi al genere scandinavo). Consigliato.
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Nele si conferma!
Dopo l'ottimo esordio di Biancaneve deve morire ho deciso di leggermi pure il secondo libro di Nele Neuhaus (raramente lo faccio) e non mi sono pentita.
La vicenda è ambientata un anno prima del precedente ma i protagonisti sono sempre Oliver e Pia e i loro colleghi dell'Ufficio II di Francoforte.
Pronti, via...tempo 5-6 pagine e siamo subito catapultati nella storia, davanti a noi un altro puzzle architettato dalla brava autrice tedesca.
Lo stile è sempre quello: buon ritmo e alternanza di situazioni. La storia è originale e (ovviamente) un po' ingarbugliata, a volte ho fatto un po' fatica a ricordare tutto. Qualche piccola incongruenza c'è ma è davvero trascurabile.
I personaggi sono ben caratterizzati psicologicamente e abbastanza credibili.
Senza dubbio una piacevole conferma.
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Indagini negli intrighi familiari dei Kaltensee
Allora, l’assassino è … No, non ve lo dico, perché troppo facile e poco gratificante. Il bello di un libro è proprio l’addentrarsi nelle vicende, comprenderne i personaggi con le sfumature del loro carattere e dei loro comportamenti, seguendo le indicazioni che lo scrittore di turno ci lascia filtrare durante la sua narrazione. Questa volta il merito di tanta creatività va a Nele Neuhaus, scrittrice tedesca famosa per Biancaneve deve morire, romanzo che precede quello di cui vi parlo e che ho già incluso nella mia wish list, fra le letture obbligate.
Ferite profonde ha il mio totale feedback positivo. È innegabilmente un thriller ricco di tutto: non solo suspense, intreccio e indagini investigative ad alto livello, ma tanti efferati delitti (con una media di un delitto ogni 24 pagine) e tantissimi personaggi di cui conoscere la storia, i segreti, le bugie e, soprattutto, di cui sospettare. Le indagini si svolgono a ritmo serrato e a condurle sono una coppia di investigatori che sanno il fatto loro, Oliver von Bodenstein e Pia Kirchhoff. Nomi complicati, come quelli di tutti i personaggi, ma una volta che ci si addentra nella storia, seguirli passo dopo passo, mentre indagano e intrecciano le loro vite con i casi da risolvere, che si sommano l’uno agli altri, tutto entra in un’ottica diversa e la finzione narrativa si compone. Se amate i grandi romanzi con famiglie numerose, apparentemente tranquille e prive di segreti, questo è il thriller che fa per voi.
Inizia con l’omicidio di David Joshua Goldberg, 92enne ebreo appena tornato in Germania dopo 60 anni trascorsi negli Stati Uniti. Le modalità dell’omicidio fanno pensare a una vera e propria esecuzione: un colpo alla nuca sparato mentre la vittima era in ginocchio. Ancora più sconcertanti poi sono i ritrovamenti successivi: un numero misterioso, 16145 (che può essere qualsiasi cosa), scritto col sangue su uno specchio e un tatuaggio in tutto e per tutto identico a quello delle SS. Un ebreo con un tatuaggio nazista non può essere reale, qualcosa non torna: l’uomo ha vissuto una vita nella menzogna. E non è il solo. Presto il commissario capo Oliver von Bodenstein e la collega Pia Kirchhoff devono inoltrarsi nella vita della vittima e nella fitta rete delle sue amicizie, mentre rapidamente la situazione si complica e vengono uccise altre due persone: un uomo di 86 anni e una donna di 88, entrambi giustiziati con un colpo alla testa esploso da una vecchia pistola risalente alla seconda guerra mondiale. A legare le vittime, oltre all’età avanzata e al misterioso numero 16145, è anche il fatto che tutte e tre fossero state invitate all’85esimo compleanno di Vera Kaltensee, una ricca vedova della zona.
Ferite profonde vi riporta all’atmosfera della trilogia Millennium larssoniana, poiché la trama avvincente non manca di coinvolgere il lettore negli intrighi familiari dei Kaltensee, dove tutti nascondono qualcosa, che non vogliono nessuno sappia. Bugie e menzogne si sovrappongono alterando la realtà, confondendo gli avvenimenti storici, riportando indietro gli orrori del nazismo e intrecciandoli a vendette familiari che il tempo non ha cancellato. Mentre il vecchio rancore esplode e le vittime aumentano numericamente, soltanto Bodenstein e Pia possono riportare a galla la verità e fermare la nuova ondata di orrore.
Originale, imprevedibile, sconvolgente e con un finale inimmaginabile. Le verità nascoste sono così tante che è complicato districarsi nell’intreccio tra i personaggi ed è proprio questa componente a rendere interessante e piacevole da leggere questo thriller.