Elefante a sorpresa
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Recensione della Redazione QLibri
Azione e non molto di più
Tiepido. È il primo termine che mi viene in mente pensando a questo romanzo. Sì, mentre leggevo ho avuto l'impressione che Lansdale non si sia sforzato poi molto; che abbia scritto questo romanzo in un giorno di noia in cui non aveva nulla di meglio da fare. Il titolo stesso: "Elefante a sorpresa", non ha molto a che vedere con "l'indagine" che Hap e Leonard si trovano ad affrontare; tutti i romanzi dei due investigatori avrebbero potuto intitolarsi cosi. Forse anche Lansdale ha trovato difficoltà a scegliere un titolo per questo romanzo che, in fondo, ha una trama debole: è più una sequela di scene d'azione senza alcun mistero né indagine. Hap e Leonard, nel bel mezzo di uragani e diluvi universali, difendono a suon di pallottole la testimone oculare di un omicidio, perseguitata da un boss della Dixie Mafia.
Punto. Il romanzo è null'altro che questo.
Mi ha dato la sensazione di uno di quei film d'azione che vai a vedere per divertirti un paio d'ore, ma che oltre questo non lasciano molto altro. Ora, se stessimo parlando di un altro autore, dalle limitate capacità e che si offre a un certo tipo di pubblico (senza molte pretese), sarebbe anche accettabile. Ma parliamo di Joe R. Lansdale, maledizione; un uomo che ho scritto romanzi di altissimo livello come "Paradise Sky". Anche lo stile è molto scialbo, sottotono, seppur scorrevole. Certo, la serie di Hap e Leonard è sempre stata un po' cosi: scanzonata, semplice, in certi tratti esagerata, ma devo dire che, forse, di questo loro ritorno si poteva anche fare a meno. Lo dico da grande estimatore di Lansdale: Joe, torna a mostrarci quello che davvero sai fare... e se è necessario, sì, lascia perdere Hap e Leonard; per un po' almeno!
Signori, mi rendo conto che questa recensione potrà risultare estremamente breve, ma giuro che non c’è molto altro da dire. Dunque, se siete fan sfegatati di Hap e Leonard, magari leggetelo; in caso contrario, direi di passare oltre.
“Tu prova a mettere la speranza da una parte e la merda dall’altra, e vedrai dove penderà la bilancia.”
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Opinioni inserite: 1
Giocare a Fort Alamo
Elefante a sorpresa di Joe R. Lansdale è l’ennesima avventura del binomio Hap e Leonard, questa volta alle prese con una ragazza albina, alla quale la malavita ha tentato di tagliare la lingua.
La povera ragazza ha infatti assistito a un omicidio e i sicari prezzolati da un potente delinquente (“Wilson Keith era mellifluo quanto letale, e aveva l’anima di un piranha, ma con meno compassione”) tentano di farle la pelle.
Il romanzo è azionismo allo stato puro: Hap e Leonard soccorrono la ragazza, la portano all’ospedale (“Leonard… era scivolato giù per le scale con la ragazza e ora partiva di gran carriera, spingendo la sedia a rotelle lungo l’atrio”), ma lì viene stanata dai killer e allora i due detective la sottraggono alle grinfie dei persecutori e, dopo una fuga rocambolesca, si asserragliano in un rifugio improvvisato (“Stanno dando l’assalto a una stazione di polizia. È assurdo”).
A rincarare la dose ci si mettono le condizioni atmosferiche (“In un turbinio di foglie e rami, pioggia e fango”), così frequenti nei luoghi (“Siamo nel Texas orientale, tesoro. Capita spesso”), che esaltano il clima da puro far west (“Non ci resta che giocare a Fort Alamo”).
Umorismo nero (“Chiunque sia il cadavere di sopra, a lui è andata peggio”) e stile brutale ( “Leonard tirò fuori uno dei suoi proverbi preferiti: - Tu prova a mettere la speranza da una parte e la merda dall’altra, e vedrai dove penderà la bilancia”) completano il quadro di un romanzo a parer mio meno divertente dei precedenti della serie.
Giudizio finale – citazione: “Il segreto dell’umorismo è la sorpresa” (Aristotele). Cosa che, in questo romanzo e nonostante il titolo, non riesce bene a Lansdale…
Bruno Elpis
Indicazioni utili
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- no